“Il rischio di sdoganare spazi per l’insediamento di altri centri commerciali in Abruzzo uscito dalla porta del Consiglio regionale l’autunno 2019 grazie a una durissima battaglia vinta dal centrosinistra con la bocciatura della legge n. 49 sugli opifici industriali nel 2019, rientra dalla finestra a un anno di distanza con la proposta n. 157 presentata dalla Lega e incentrata sul recupero, la riconversione e la riqualificazione delle aree produttive. Se si cambiano le parole, il significato è lo stesso e come non lo abbiamo permesso allora, non lo permetteremo adesso”.
Ad affermarlo sono i consiglieri regionali di opposizione Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Marianna Scoccia, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani.
“La proposta si pone un obiettivo generico, ma utile allo scopo di aggirare la legge sui centri commerciali – sottolineano i consiglieri – Sotto le mentite spoglie della rigenerazione, si sta di fatto cercando nuovamente di favorire la grande distribuzione a danno di piccoli negozi e dei piccoli commercianti, già duramente provati dalla crisi arrivata con la pandemia. Ora come allora tanti sono i dubbi su un testo superficiale e caotico: ad esempio, chi definisce l’area abbandonata e degradata e quali sono i parametri? Poi, come farà l’Arap, l’Azienda regionale delle attività produttive, a censire gli immobili vuoti dei soggetti privati? Ancora, su quali basi questa proposta non finirà col beneficiare chi deve vendere i capannoni per usi privati?".
"Inoltre, non regolamentando il magazzinaggio e la logistica, questa legge non risolve quello che è un serio problema, né risolve l’ambiguità che domina nel settore delle ditte che si occupano di trasporti e consegne che non sono affatto contemplati nei piani industriali né come commercio. L’unica cosa chiara e, ormai, evidente, è la necessità del centrodestra di portare a casa il risultato, forse richiesto dai referenti del settore, ma noi non lo permetteremo. Ci sta a cuore la filiera delle piccole e medie imprese commerciali, che va difesa e sostenuta concretamente e non solo a parole, questo dovrebbero fare anche le istituzioni, al posto di lasciarle senza fondi a causa della burocrazia e di pugnalare alle spalle migliaia di attività, regalando altri spazi a una grande distribuzione che in Abruzzo ha concentrazioni già spaventose. Se un anno fa sono stati 3.500 gli emendamenti che hanno fermato quello scempio, ci rimetteremo in moto anche stavolta, perché non si promuovano altri saccheggi”.