Mercoledì, 30 Dicembre 2020 18:39

Crisi di maggioranza, centrosinistra: "L'Aquila ostaggio di personalismi"

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"La pandemia ha colpito L'Aquila proprio nel momento in cui si iniziavano a raccogliere i frutti di un lavoro di ricostruzione, non solo fisica, che dura da oltre un decennio. Stiamo attraversando una sfida epocale che lascerà segni profondi e imporrà alla nostra comunità la necessità di affrontare una nuova ricostruzione del tessuto socio-economico, una sfida che andrebbe affrontata con impegno, serietà, sinergia di forze, intenti e persone. La storia ci pone ancora una volta davanti ad un bivio: dimostrare capacità e coraggio di ripensare L'Aquila, di dare nuove vocazioni e funzioni alla città, oppure subire le drammatiche conseguenze dell’ennesima emergenza. Purtroppo per L'Aquila, l’amministrazione comunale, impegnata in un regolamento di conti tra partiti di maggioranza che va avanti ormai da un anno, non riesce più a garantire neanche l'ordinaria amministrazione; ultima prova ne è stata la mancanza del numero legale alla seduta di oggi sul riconoscimento di un insignificante debito fuori bilancio, come pure la notizia che i buoni alimentari erogati dal governo per le famiglie bisognose non potranno essere spesi dai beneficiari prima della fine dell'anno a causa di non meglio specificati disguidi".

A dirlo in una nota sono i consiglieri delle opposizioni di centrosinistra Stefano Palumbo, Stefano Albano, Paolo Romano, Elisabetta Vicini, Giustino Masciocco, Lelio De Santis, Angelo Mancini, Carla Cimoroni.

"Le beghe di questi mesi hanno privato la città di un assessore all'urbanistica (fondamentale per disegnare la città in ricostruzione), all’ambiente e alla protezione civile (quanto ne avremmo avuto bisogno mentre bruciavano Arischia e Monte Pettino) e al turismo, nonostante il boom di presenze avute quest'estate. Proprio adesso che occorrerebbe uno sforzo eccezionale per offrire un riscatto ad una città travolta drammaticamente dalla seconda ondata dei contagi, sono i soliti capricci politici a tenerla imbrigliata", l'affondo.

Dunque, i consiglieri d'opposizione aggiungono: "Riteniamo che procrastinare questa paralisi comatosa rappresenti una condizione letale per L’Aquila e per il suo tessuto economico e sociale e che sia dunque giunto il momento per il Sindaco di verificare a strettissimo giro se può contare ancora su una maggioranza. Se così non è, Biondi mostri il coraggio di fare un passo indietro lasciando così alla città la possibilità di tornare al voto in primavera e di scegliere un governo, di qualsiasi colore esso sia, capace di affrontare al meglio delle possibilità le difficilissime sfide che ci attendono".

Una posizione divergente rispetto a quella assunta dal Passo Possibile che, al contrario, ha chiesto di rinviare il confronto alla scadenza naturale della legislatura.

"La criticità del momento è tale da non consentire di continuare ancora per un anno e mezzo a vivacchiare in queste condizioni in attesa che il quadro politico, e l’incasellarsi degli appuntamenti elettorali, sia finalmente favorevole alle ambizioni tanto di chi vorrebbe lasciare lo scranno comunale verso lidi romani tanto di chi ambirebbe ancora a conquistarlo", ribadiscono i progressisti. "La città ha bisogno di risposte adesso e non merita di rimanere ostaggio di spregiudicati personalismi. Da parte nostra, qualora ci fossero altri disposti a farlo insieme a noi, siamo pronti ad andare davanti a un notaio per porre le nostre dimissioni, consapevoli e dispiaciuti dell’esperienza fallimentare di questa consiliatura caratterizzata da tatticismi e ambiguità e mai dedita al bene comune degli aquilani. L’Aquila merita di più".

Ultima modifica il Mercoledì, 30 Dicembre 2020 18:56

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