Era l'11 dicembre scorso: su impulso del Governo, che aveva impugnato l'ordinanza numero 106 firmata dal presidente della Giunta regionale abruzzese Marco Marsilio, accoglieva la richiesta di sospensiva del provvedimento; di fatto, l'Abruzzo era passato da un regime di zona rossa ad arancione contro la volontà dell'esecutivo.
Alla luce del pronunciamento del Tar la Regione era tornata, dunque, in fascia rossa, ma soltanto per un giorno considerato che il Governo, prendendo atto dei dati epidemiologici degli ultimi 14 giorni, aveva già riportato la regione in zona arancione con una ordinanza che sarebbe entrata in vigore dal 13 dicembre.
Tuttavia, per 24 ore i negozi al dettaglio, che erano stati forzatamente riaperti da Marsilio per l'8 dicembre, sono stati costretti a chiudere di nuovo, e così le scuole medie, o almeno le classi seconde e terze.
D'altra parte, non poteva andare diversamente se è vero che, norme alla mano, la Regione avrebbe potuto adottare un'ordinanza più restrittiva ma non poteva andare in deroga a quanto stabilito dal ministero della Salute e dal Governo, secondo i quali l'Abruzzo, alla luce degli indicatori di rischio, doveva rimanere ancora in zona rossa.
E questo viene confermato, ora, dalle motivazioni pubblicate dal Tar a corredo della sentenza che stronca la decisione della Giunta regionale. "L'atto irresponsabile della Giunta regionale, compiuto lo scorso 6 dicembre, con cui ha fatto passare l'Abruzzo da zona rossa a zona arancione per poche ore, continua ad avere strascichi pesanti", l'affondo della capogruppo del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi. "Il centrodestra non poteva emanare un'ordinanza con cui alleggeriva le restrizioni previste dal Governo nazionale, e le azioni della Giunta in quelle ore caotiche sono state smontate passo dopo passo, in punta di diritto, dalle motivazioni pubblicate dal Tar. Ancora una volta, evidentemente per colpa della smania propagandistica di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, è stato creato il caos tra i cittadini abruzzesi, ignorando le basilari divisioni di potere tra Stato e Regioni che, a quanto pare, non sono chiare ai vertici dell'Amministrazione Marsilio".
E questo è un fatto gravissimo, "così come lo sono le conseguenze degli atteggiamenti irresponsabili a cui il centrodestra ci sta tristemente abituando dall'inizio della legislatura" la stoccata di Marcozzi. "Sono state ribadite le prerogative in capo allo Stato e, soprattutto, è stato ricordato come una Regione possa esclusivamente adottare provvedimenti derogatori in senso restrittivo e in presenza di specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario. Non può certo agire nel senso opposto. Soprattutto, l'ordinanza in questione rischiava di diventare un caso di emulazione per altre Regioni in disaccordo con i provvedimenti del Governo per contrastare l'emergenza pandemica. Così, invece di ambire a essere un modello virtuoso, il centrodestra ha trascinato l'Abruzzo verso il basso, facendo diventare la nostra Regione un esempio da non imitare. Un'immagine tremenda a livello nazionale per l'onorabilità del nostro territorio".
Quello che il centrodestra ha indicato, con disprezzo, come un capolavoro di burocrazia, riferito ovviamente all'azione del Governo che aveva impugnato il provvedimento, "si è rivelato essere semplice osservanza delle leggi e delle regole di questo Stato, come noi ripetevamo a dicembre e ribadiamo adesso, anche a seguito delle motivazioni rese note dal Tar. Mi auguro che, nell'affrontare la terza ondata del Covid, l'atteggiamento della Giunta Marsilio sia finalmente collaborativo verso il Governo nazionale e verso gli abruzzesi: ci sono decine di milioni di euro, stanziati dal Consiglio regionale anche grazie all'opposizione costruttiva del MoVimento 5 Stelle, fermi al palo per l'inerzia dell'esecutivo di centrodestra, ed è inaccettabile che perdano altro tempo dietro alla propaganda".