Sabato, 23 Gennaio 2021 23:15

Dentro la crisi della maggioranza di centrodestra al Comune dell'Aquila: vincono tutti ma non vince nessuno

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Vincono tutti ma non vince nessuno.

Potremmo riassumere così la soluzione alla crisi di maggioranza del centrodestra al Comune dell’Aquila.

Il sindaco del capoluogo, Pierluigi Biondi, ha dovuto 'digerire' la decisione del tavolo regionale che, di fatto, ha imposto il reintegro degli assessori della Lega con le medesime deleghe. E non avrà neanche le scuse del capogruppo del Carroccio, Francesco De Santis, che pure aveva chiesto. Tuttavia, ha strappato un comunicato stampa delle forze partitiche di centrodestra, Lega compresa, che esalta l’azione amministrativa portata avanti nei tre anni e mezzo di legislatura.

Non solo.

Biondi ha blindato la sua ricandidatura a sindaco nel 2022; non è detto che sarà in campo: è chiaro che l’obiettivo del primo cittadino resta uno scranno in Parlamento. Non dovesse cadere il Governo, però - e se non dovesse cadere nelle prossime settimane, si arriverà senza dubbio a fine legislatura nel 2023, stante l’appuntamento con l’elezione del Presidente della Repubblica - Biondi non avrebbe altra scelta che ricandidarsi. D’altra parte, non può permettersi di stare un anno 'fermo' e, di certo, Fratelli d’Italia non accoglierebbe con favore un passo indietro dell’unico sindaco eletto al momento dal movimento in un capoluogo di Regione.

La Lega è stata 'costretta' a sottoscrivere il comunicato del centrodestra, smentendo, seppure indirettamente, l’intervento di fuoco del suo capogruppo che, non più tardi di sei mesi, innanzi all’assise civica, aveva detto di “vergognarsi” per l’inerzia dell’azione amministrativa. Nulla è cambiato, nel frattempo, eppure oggi il Carroccio firma un documento che esalta il governo cittadino.

Non solo.

A quanto si è potuto apprendere, la Lega aveva chiesto di tagliare il passaggio sulla ricandidatura di Biondi alle elezioni del 2022; è questo il motivo per cui la crisi ha tardato a risolversi, sebbene si fosse raggiunto un accordo al tavolo regionale. Il Carroccio ha dovuto cedere. E ha dovuto rinunciare anche alla presidenza di una partecipata, l’Ama: sono attese ad ore le dimissioni dell’amministratore unico Giammarco Berardi che, comunque, pare avesse già deciso di 'mollare' da tempo. Tuttavia, il Carroccio ha incassato il reintegro dei tre assessori comunali, con le medesime deleghe, e ha messo al riparo il capogruppo dalla umiliazione di doversi scusare pubblicamente in Consiglio comunale.

D’altra parte, la Lega non poteva permettersi di aprire una faida interna al centrodestra che avrebbe avuto ripercussioni anche a livello regionale; e non può certo permettersi di mettere a rischio l'asse con Fratelli d’Italia in vista delle elezioni del 2022 che, se si dovesse arrivare a fine della legislatura parlamentare, sarebbe imprescindibile per le elezioni politiche del 2023.

Una sorte condivisa con Biondi che, come il Carroccio, non avrebbe potuto disattendere le indicazioni del tavolo regionale - ‘cucite’ dal Presidente della Giunta regionale Marco Marsilio con cui, si dice, i rapporti siano piuttosto logori anche per posizionamenti diversi in seno a Fratelli d’Italia - per non mettere a rischio la tenuta della maggioranza in Regione che, in caso di crisi tra Fdi e la Lega, avrebbe avuto ripercussioni inevitabili a livello nazionale.

Un matrimonio forzato, insomma, di convenienza.

Tra l’altro, la disputa non può dirsi davvero risolta almeno fino a quando non sapremo se il manager della Asl 1, Roberto Testa, espressione di Fratelli d’Italia, rinnoverà l’incarico alla direttrice sanitaria Sabrina Cicogna, espressione del Carroccio, che sta per compiere 65 anni: se non dovesse arrivare una proroga nelle prossime ore, compiuti i 65 anni Cicogna non potrebbe essere più nominata. Capiremo a breve, dunque, se la Asl è entrata nella trattativa politica di queste ore.

Una trattativa che, senza dubbio, ha visto protagonista l’assessore regionale Guido Liris, un battitore libero in seno a Fratelli d’Italia; il gruppo che fa riferimento all'ex vicesindaco del capoluogo, i transfughi di Insieme per L’Aquila confluiti in seno ai meloniani, hanno prima tentato di strappare la carica di capogruppo di FdI in Consiglio, e non ci sono riusciti, poi si sono infilati nella crisi aperta dalla Lega per chiedere la nomina in Giunta di Vito Colonna; si avvicinano le amministrative del 2022 e Liris vorrebbe un uomo di fiducia nell’esecutivo comunale.

Per il momento, la mossa non è riuscita: Biondi non vuole rinunciare all’assessore tecnico Vittorio Fabrizi spalleggiato, in questo, da Forza Italia che ha posto il veto all’operazione, intestandosi Fabrizi come già aveva fatto col vicesindaco Raffaele Daniele. Una mano tesa da De Matteis che, in cambio, potrebbe avere la presidenza di una partecipata per i forzisti, determinanti con i loro voti in Consiglio.

Che cosa avrà in cambio Liris? Staremo a vedere se il gruppo che fa riferimento all’assessore regionale avrà la presidenza di una partecipata o se la contropartita si troverà proprio in seno alla Asl.

Questo il quadro.

Intrecci di interessi personali dentro debolissime e sfilacciate cornici partitiche che lasciano soltanto sullo sfondo i problemi e le esigenze della città.

Ultima modifica il Domenica, 24 Gennaio 2021 10:20

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