Sabrina Prioli è una cittadina italiana, aquilana, specializzata in cooperazione internazionale, che per anni ha portato la sua competenza e umanità in Perù, in Africa, operando come consulente con diverse ONG, occupandosi di bambini-soldato in zone di conflitto o a contatto con le comunità indigene dell’Amazzonia e della Guajira colombiana [qui, l'intervista di newstown].
Nel luglio 2016, in Sud Sudan Sabrina, rimasta vittima di violenze e colpita di striscio da un proiettile, dopo giorni da incubo in un compound viene liberata.
"Con forza e coraggio è la prima cooperante a denunciare le violenze dell’Esercito Sudanese, dei liberatori divenuti aguzzini, è la prima a tornare in Africa a testimoniare di persona, la prima ad inchiodare tutte le autorità internazionali alle proprie, mancate responsabilità. Non vi fu infatti nessun porto sicuro per Sabrina e i suoi compagni in quei terribili giorni, non vi furono corridoi umanitari, non vi furono interventi diplomatici", scrivono i consiglieri del Comune dell'Aquila Stefano Palumbo, Carla Cimoroni, Elisabetta Vicini, Edlira Banushaj, Paolo Romano, Stefano Albano, Giustino Masciocco, Angelo Mancini e Lelio De Santis.
"Oggi Sabrina continua a portare avanti la sua battaglia legale affinché oltre al carcere (da 7 a 14 anni) inferto ai vigliacchi soldati Sudanesi, venga riconosciuto alle vittime un dignitoso indennizzo, ma soprattutto affinché il Governo italiano garantisca un appoggio diplomatico alla battaglia legale che lei sta conducendo per chiedere giustizia del crimine subito, a tutela dei suoi diritti e della sua dignità".
Dunque, con un ordine del giorno depositato questa mattina, "e che auspichiamo sia portato presto in Consiglio Comunale", i consiglieri comunali chiedono al Sindaco dell’Aquila "di farsi portavoce di Sabrina, per tutti gli aquilani, presso il Governo. Nessuno deve essere mai lasciato indietro, tantomeno quei cittadini che portano in alto, con onore e coraggio vero, il nome della nostra città nel Mondo".