Bagarre in seno alla Conferenza dei capigruppo del Comune dell'Aquila.
Il presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari, infatti, ha deciso di fare un passo indietro rispetto alla convocazione di una assise straordinaria in presenza, il prossimo venerdì 19 febbraio nella sala Ipogea dell'Emiciclo, per l'esame della situazione attuale relativamente all’emergenza covid-19 e al dovuto raccordo amministrativo con l’Asl 1; una riunione che si preannunciava tesissima considerati, da una parte, i rapporti burrascosi tra il manager dell'Azienda sanitaria locale, espressione di Fratelli d'Italia, e la Lega e, dall'altra, le critiche che in queste settimane sono piovute sul Direttore generale dalle forze di opposizione in comune.
Di fatto, Tinari - d'accordo con l'ufficio di presidenza - ha convocato la riunione su piattaforma digitale e ciò ha scatenato la reazione rabbiosa di quasi tutte le forze di maggioranza e di opposizione che avrebbero voluto riunirsi in presenza, come inizialmente previsto, considerata la delicatezza dell'argomento all'ordine del giorno.
Critiche sono arrivate di banchi del centrosinistra, come detto, ma anche da quelli di maggioranza, ed in particolare dalla Lega e da Forza Italia, col capogruppo azzurro Giorgio De Matteis che ha avuto un pesante botta e risposta col presidente Tinari, espressione del suo stesso partito.
Ma come è stata motivata la decisione di riunire l'assise su piattaforma digitale e non in presenza?
Tinari, oltre a richiamare "l'avanzata preoccupante della variante inglese", ha fatto riferimento all'introduzione del regime di 'zona arancione' che, è scritto nel provvedimento, vieterebbe "le riunioni presso le pubbliche amministrazioni con l'obbligo di applicare la modalità della videoconferenza"; in realtà, si tratta di una interpretazione estensiva, e restrittiva, della norma che non vieta le riunioni delle assemblee elettive: non si comprenderebbe, altrimenti, come mai il Consiglio regionale si è sempre riunito in presenza, e stamane, sotto regime di 'zona arancione', si sono regolarmente tenute in modalità mista - in presenza e a distanza per chi ha deciso di non partecipare fisicamente - le Commissioni consiliari.
Non solo.
E' stata citata anche una nota pervenuta stamane in Comune a firma del Direttore generale della Asl 1, Roberto Testa, con la quale si evidenzia, "a seguito della situazione di emergenza, la necessità di effettuare il consiglio comunale in modalità telematica". Per questi motivi, a qualche ora dalla conferenza dei capigruppo si è riunito l'ufficio di presidenza - formato dal presidente Tinari e dai vice Ersilia Lancia (capogruppo di Fratelli d'Italia) e Angelo Mancini (L'Aquila sicurezza e lavoro) - che hanno stabilito la convocazione su piattaforma digitale.
Una tempistica - nota di Testa in mattinata e riunione dell'ufficio di presidenza ad ora di pranzo, subito prima della Conferenza dei capigruppo - che non è piaciuta affatto ai consiglieri di maggioranza e opposizione; d'altra parte, ciò che è accaduto lascia la sensazione che, forse, si sia voluto cogliere l'occasione per 'sminare' una discussione consiliare che si preannunciava 'caldissima'. Tant'è vero che la Conferenza si è rifiutata di votare il provvedimento firmato da Tinari, lasciando che il presidente se ne assumesse la responsabilità; non è escluso che le forze di opposizione, in particolare, possano decidere di interessare della vicenda la prefetta Cinzia Torraco.
D'altra parte, il capogruppo di Italia Viva Paolo Romano ha depositato agli atti una nota che è un duro atto d'accusa nei confronti del presidente dell'assise civica.
Romano ha chiesto alla Presidenza del Consiglio comunale "un atteggiamento che si attagli al regolamento del consiglio comunale sia per le convocazioni delle riunioni che nella calendarizzazione degli atti presentati all’attenzione dell’assise e di utilizzare maggiormente la conferenza dei capigruppo con la legittimità che ha questo organo, consultivo pur tuttavia centrale, nella gestione dei consigli comunali".
Il capogruppo di Italia Viva, con la nota, ha inteso mettere in evidenza i ritardi con cui vengono posti all'ordine del giorno mozioni, interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno, in alcuni casi mesi dopo la loro presentazione formale, così venendo meno il rispetto per l'iniziativa dei consiglieri di minoranza; "la presidenza del consiglio comunale - ha messo nero su bianco Romano - non può avere atteggiamenti pilateschi con l’obiettivo di tutelare solo la propria sopravvivenza, né farsi complice di un’inaccettabile inerzia circa le soluzioni alle criticità che attanagliano il territorio; tantomeno può esimersi dalla responsabilità verso tutti i cittadini che nel consiglio hanno riposto le loro aspettative di crescita e benessere collettivo".