Mercoledì, 17 Febbraio 2021 09:27

Asl 1, anche Marsilio 'scarica' Testa: il manager sulla graticola

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La missiva è datata 8 febbraio; a svelarla, il quotidiano Il Centro

Porta la firma del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio che scrive al manager della Asl 1, Roberto Testa: "Ricevo oggi comunicazione che, in qualità di direttore generale dell'Asl 1, lei ha invitato il Rup a concludere le procedure di affidamento dello studio di fattibilità-economica per la realizzazione del nuovo ospedale di Avezzano. Nel rallegrarmi per la notizia, alla quale spero il Rup dia sollecita esecuzione, non posso non manifestare il rammarico e l'amarezza per il tempo trascorso inutilmente".

Uno 'schiaffo' del governatore al manager; e pensare che Testa, catapultato all'Aquila da ambienti romani, era stato sponsorizzato proprio da Marsilio e dal suo partito, Fratelli d'Italia.

"Ho sollecitato più volte la direzione aziendale a dare seguito alla gara affidando la progettazione, dopo essermi reso conto che questa era ferma da mesi in attesa di non meglio specificati approfondimenti istruttori", sottolinea Marsilio; "più volte ho promosso incontri operativi tra Asl e Dipartimento, anche insieme all'assessore Nicoletta Verì, per verificare se vi fossero ostacoli. Il dipartimento ha, sin dal mese di novembre, chiarito che la Asl era autorizzata a fare l'affidamento, e sin da allora annunciai che era tutto pronto per procedere. Lo stesso riferimento normativo che lei cita nell'invito odierno a supporto giuridico della facoltà di procedere da parte del Rup, il decreto Sbloccacantieri, è del giugno 2019, e la recente novella di fine anno proroga semplicemente anche per il 2021 la facoltà già concessa per il 2019 e il 2020 (e che la Asl non aveva sfruttato) secondo la quale i soggetti attuatori di opere sono autorizzati o avviare le procedure di affidamento della progettazione o dell'esecuzione dei lavori nelle more dell'erogazione delle risorse assegnate agli stessi e finalizzate all'opera con provvedimento legislativo o amministrativo".

Marsilio chiarisce che "vi era un finanziamento assicurato da provvedimento legislativo, una norma di semplificazione che autorizzava ad avviare persino l'esecuzione dei lavori (figuriamoci un semplice piano di fattibilità) vigente da oltre un anno, un'esplicita autorizzazione del Dipartimento salute a coprire la spesa, l'impegno di presidente e assessore pubblicamente annunciato in tal senso. Se non si fosse perso tempo a fare pletorici e ultronei approfondimenti istruttori, oggi avremmo già il progetto pronto che, come le è stato ricordato più volte, costituisce requisito fondamentale per attingere a cospicui finanziamenti ministeriali per realizzare l'intervento".

Un vero e proprio atto d'accusa, accompagnato da una richiesta formale di chiarimenti: "Ritengo doveroso, da parte sua, mettermi a conoscenza di quali fatti abbiano impedito fino a oggi, e almeno a far data dall'inizio di novembre 2020, di dare seguito alla conclusione del procedimento, e nel caso, quali siano i nuovi accadimenti che hanno reso possibile oggi quello che per mesi è stato ritenuto impossibile. Soprattutto, vorrei capire cosa ostava ad avvalersi dei contenuti del decreto-legge Sbloccacantieri che consentivano di procedere sin dal giorno successivo della chiusura della gara e dell'approvazione della relativa graduatoria".

Parole che suonano come una sfiducia nei confronti del manager della Asl 1 che, d'altra parte, era già entrato in rotta di collissione con l'assessora alla Salute Nicoletta Verì per aver messo in discussione la redistribuzione dei pazienti covid provenienti da Pescara chiedendo, altresì, una riorganizzazione della rete ospedaliera d'emergenza così come approntata dalla Regione; Verì aveva risposto parlando di "stonatura", e invitando i vertici dell'azienda ad evitare "fughe in avanti".

Ultimo atto di un duro scontro tra il Direttore generale e la Lega che, da settimane, aveva messo nel mirino il manager a seguito della decisione di non rinnovare l'incarico di direttrice sanitaria a Sabrina Cicogna, espressione del Carroccio, lasciando che la professionista aquilana compisse 65 anni perdendo, così, i requisiti per la nomina. 

Da allora, il coordinatore regionale D'Eramo ha lanciato stoccate quotidiane al manager dell'azienda denunciando come "i lavori di potenziamento delle strutture e dei servizi dell'Asl" fossero "pesantemente in ritardo. Una responsabilità precisa di Roberto Testa, che rischia di avere forti ripercussioni in caso di ulteriore recrudescenza del coronavirus", aveva sottolineato il coordinatore regionale del Carroccio. Che aveva poi parlato di "gravi carenze di un'azienda ormai allo sbando totale da quando si è insediata la nuova governance".

Testa, tra l'altro, era stato duramente attaccato nei mesi scorsi dai sindaci della Marsica a seguito delle gravi inefficienze, finite sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, riscontrate proprio nel nosocomio di Avezzano, tanto che i primi cittadini erano arrivati a chiedere il commissariamento dell'azienda sanitaria; una spaccatura che sembrava si potesse risolvere con la nomina a direttore sanitario di Carmine Viola, espressione - così si è fatto intendere - di un accordo sul territorio tra lo stesso Testa, l'assessore regionale Guido Liris e il sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio

Una nomina che, tuttavia, tarda ad arrivare; è ancora in carica il facente funzione Franco Marinangeli, voluto fortemente dal sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi che, così, avrebbe messo un freno all'accordo su Viola; non è un mistero che i rapporti tra il manager e il primo cittadino del capoluogo si siano incrinati da tempo.

Che cosa sia accaduto è difficile a dirsi: Testa non può aver preso la decisione di defenestrare Cicogna senza una copertura politica forte; era più che prevedibile che la scelta avrebbe scatenato la reazione della Lega, innescando un nuovo scontro tra il Carroccio e Fratelli d'Italia. Freddi i rapporti con Biondi, si pensava che il manager avesse il sostegno incondizionato del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio che, al contrario, lo ha scaricato. E' rimasto soltanto Liris al fianco del manager? Chissà. 

Di certo, la posizione di Testa si è fatta davvero scomoda ed ora il manager rischia di essere sacrificato sull'altare del necessario equilibrio politico tra Fratelli d'Italia, il partito che esprime il presidete della Giunta, e la Lega, la forza trainante della maggioranza con 10 consiglieri e 4 assessori; il capro espiatorio perfetto per le innegabili inefficienze dell'azienda, e sue personali, e della classe politica regionale, incapace di mettere al riparo l'azienda sanitaria dalle guerre tra bande per la spartizione del potere.  

 

Ultima modifica il Giovedì, 18 Febbraio 2021 00:15

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