Il presidente Giorgio Napolitano ha dato l’incarico di formare il nuovo governo a Enrico Letta, che ha accettato con riserva. Domattina inizieranno le consultazioni, a Montecitorio, per formare un esecutivo capace di ottenere, già venerdi, la maggioranza alle Camere.
Il vicesegretario del Partito Democratico ha 47 anni, è sposato e ha 3 figli. E’ già stato il più giovane ministro della storia della Repubblica: nel 2000, a 34 anni, fu titolare del dicastero dell’Industria nel secondo governo D’Alema. E’ stato ministro nel governo Amato, che si è giocato in queste ore con lui il ruolo di premier, e sottosegretario alla presidenza del Consiglio dell’ultimo esecutivo guidato da Romano Prodi.
Enrico Letta, nipote di Gianni, uomo di ferro di Silvio Berlusconi, si è occupato a lungo di Europa e di economia.
Una carriera fulminante, insomma. Come siamo arrivati alla nomina di questa mattina? Come mai i partiti delle larghe intese hanno scelto Enrico Letta?
Non è difficile immaginare cosa sia passato per la testa del traballante gruppo dirigente del Pd. Impauriti da una possibile scelta Renzi, che avrebbe rottamato i vari D’Alema, Bindi e Finocchiaro, non c’era dubbio si stringessero intorno al vicesegretario. Il giovane Letta significa continuità in seno al partito. E poi, Enrico, è assai gradito ai poteri forti, dal Vaticano agli Stati Uniti, ai poteri economici e finanziari.
Di qui, il plauso e l’appoggio anche del centro destra.
Come è riuscito, l’uomo che guiderà l’Italia nei prossimi anni, a costruire una rete di relazioni tanto importante? La chiave è Vedrò, associazione nata nel 2005 che coinvolge uomini che operano nel mondo delle istituzioni, dell’impresa, della cultura: “veDrò è un think-net nato per riflettere sulle declinazioni future dell’Italia e delineare scenari provocatori, ma possibili, per il nostro Paese - si legge sul sito internet - La nostra è una rete di scambio di conoscenza formata da più di 4.000 persone: professori universitari, imprenditori, scienziati, liberi professionisti, politici, artisti, giornalisti, scrittori, registi, esponenti dell’associazionismo. I vedroidi – si definiscono così - oltre che dal dato generazionale, sono accumunati dalla disponibilità ad apprendere costantemente, a mettersi in discussione, ad analizzare temi e fenomeni senza barriere ideologiche o tesi precostituite, secondo una chiave interpretativa lungimirante che vada oltre la contingenza dei dibattiti in corso. veDrò ha fatto dell’informalità la propria cifra e tutti gli eventi organizzati sono costruiti sull’interazione paritaria e de-gerarchizzata, dove l’ibridazione di competenze diverse diventa progetto e dove l’incontro è tra persone, non tra ruoli”.
I vedroidi si riuniscono a Drò, ogni estate al finire di agosto, all’ombra del lago di Garda.
Tre giorni di presentazioni, feste e dibattiti. Bipartisan. Si discute, si lavora, si costruiscono relazioni. Tra gli altri partecipano i giornalisti Curzio Maltese, Antonello Piroso e Oscar Giannino. Non mancano mai Mauro Moretti, numero uno delle ferrovie, Corrado Passera, ministro del governo Monti, Chicco Testa e Nicola Maccanico. E poi Gianluca Comin di Enel, Andrea Prandi di Edison e Enrica Minozzi di Eni.
I politici se la giocano da padroni di casa: Giulia Bongiorno, Ivan Scalfarotto, Paola De Micheli, Benedetto Della Vedova, Mariastella Gelmini (non a caso vicina al ritorno al dicastero dell'istruzione), Maurizio Lupi, Renata Polverini e Angelino Alfano. Si, proprio il segretario del Pd. L’orientamento è trasversale, come di moda.
Le larghe intese sono anche internazionali. Enrico Letta è anche membro della Trilateral e nel 2012 ha partecipato alla riunione del gruppo Bildelberg a Chantilly, in Virginia. Come ha ricordato Giorgio Napolitano, insomma, Enrico Letta "pur appartenendo a generazione giovane, per gli standard italiani, ha già accumulato importanti esperienze, nell'attività parlamentare, nell'attività di governo, nel campo culturale".
Naturalmente, non è disponibile alcun bilancio di Vedrò se non quello relativo alla società a responsabilità limitata d’appoggio, “Italia futuro servizi”, controllata interamente. "Un elenco di massima dei supporters - scrive Altraeconomia - privo però dell’ordine di grandezza dei singoli contributi, è possibile ottenerlo scorrendo gli sponsor dell’evento: Enel, Eni, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, Bombardier, Farmindustria e il Gruppo Cremonini. Attori che stringono con il think-net accordi di natura commerciali, registrati alla voce “ricavi” del bilancio 2010 di “Italia futuro servizi” per 397mila euro. Nel caso di Eni, della quale Enrico Letta ha riproposto la privatizzazione, il rapporto si traduce nella sponsorizzazione diretta sul sito internet di “Vedrò”. Contratto commerciale anche in questo caso riservato”.
E’ anche così che si spiega la fulminea ascesa di Enrico Letta. E’ anche così che si spiega la nomina di questa mattina. Sarà interessante scorrere la lista dei ministri che comporranno il suo governo.