Giovedì, 18 Febbraio 2021 17:07

Testa e la contestata nomina di Mascitelli: Marsilio sarebbe pronto a rimuoverlo

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In piena pandemia, la Asl1 Avezzano-Sulmona-L'Aquila si ritrova nel mezzo di una vera e propria bufera politica. 

Il governatore Marco Marsilio, infatti, starebbe valutando in queste ore di licenziare in tronco, o in alternativa commissariare, il manager dell'azienda Roberto Testa, professionista romano catapultato alla guida della Asl1 nell'agosto 2019 da Fratelli d'Italia, su impulso dello stesso Marsilio e con il placet dell'assessore regionale aquilano Guido Quintino Liris.

Marsilio starebbe cercando una 'via' per rimuovere il direttore generale che va in scadenza di mandato nel 2023: il contratto prevede, in realtà, un primo momento di valutazione nel prossimo mese di maggio ma l'intenzione del governatore, a meno di ripensamenti, è di sollevare contestazioni in riferimento all'operato in emergenza del manager tali da giustificare la rimozione, o il commissariamento in alternativa. Già ieri, il governatore ha inviato al manager una lettera sottolineando come "all'esito di verifiche sullo stato di attuazione degli interventi per il riordino della rete ospedaliera in relazione all'emergenza, teso a rafforzare strutturalmente il servizio sanitario nazionale in ambito ospedaliero, tramite piano di riorganizzazione, devo constatare un livello di realizzazione disallineato rispetto alle esigenze di assoluta celerità dettate dalla condizione emergenziale".

Sottolineando una serie di inadempienze a carico del manager - dal mancato riscontro, da parte dell'Asl, alla richiesta dell'Aric di voler indicare "gli importi da destinare ai compensi per le figure professionali che sarebbero state impiegate nei vari interventi (progettista, direttore lavori e altre)" alla risposta dell'azienda, oltre il termine indicato, ad una richiesta di dati sulle figure professionali, dal mancato riscontro puntuale dell'aggiornamento del report quotidiano richiesto dall'Aric per monitorare l'attività delle 4 Asl fino ai ritardi nell'allestimento di spazi all'ospedale dell'Aquila in terapia intensiva polivalente e per la riconversione di 15 posti a malattie infettive - Marsilio ha lanciato una stoccata che ha il sapore della 'sentenza': "L'Asl 1 risulta essere l'unica che non ha consentito l'inaugurazione di alcun intervento inserito nel piano, cosa di per sé grave, anche al di là degli impegni assunti col commissario governativo, soprattutto in considerazione dell'esplosione della pandemia che sta ancora colpendo fortemente la nostra regione, al punto da rischiare che sia classificata come rossa".

Più chiaro di così.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la decisione di Testa di nominare come direttore sanitario Alfonso Mascitelli, che pure era presente nella short list approvata dalla Giunta regionale; una decisione che è stata vissuta come un atto di sfida: Mascitelli infatti, già senatore della repubblica con l'Italia dei Valori, era stato destituito dall'incarico di direttore dell'Agenzia sanitaria regionale nel settembre scorso, sebbene il suo mandato andasse in scadenza nel 2021, per far posto ad un commissario, Pierluigi Cosenza, indicato dalla Lega. 

Mascitelli aveva provato a resistere in giudizio avverso il procedimento e con lui si era schierato il centrosinistra, in particolare Silvio Paolucci, capogruppo del Pd in Consiglio regionale e già assessore alla Salute, che aveva parlato di "atto illegittimo" denunciando il commissariamento dell'Asr dovuto alla voracità del centrodestra che "voleva un'altra poltrona secondo i criteri dettati dallo spoils system".

Ebbene, cinque mesi dopo Mascitelli ha avuto la sua rivincita, ritrovandosi ai vertici della Asl 1. 

Ciò che non è chiaro è che cosa sia accaduto in queste settimane. Proviamo a mettere in ordine i pezzi.

Dopo mesi di tribolazioni, con la governance dell'azienda sanitaria della provincia dell'Aquila finita nell'occhio del ciclone per la gestione della seconda ondata pandemica - ricorderete i terribili fatti di cronaca all'Ospedale di Avezzano, con i sindaci del territorio sul piede di guerra che avevano chiesto il commissariamento dell'azienda, il caos all'Ospedale San Salvatore dell'Aquila con i pazienti ricoverati nella cappella del nosocomio, il pasticcio del macchinario mai arrivato per il processamento dei tamponi, i ritardi nei lavori di riqualificazione delle strutture ospedaliere del territorio e via dicendo - sembrava scontata la conferma di Sabrina Cicogna come direttrice sanitaria, considerato che manager e direttrice non avevano mai mancato di mostrarsi insieme, anche nei momenti più delicati, condividendo critiche e accuse

D'altra parte, il centrodestra aquilano e regionale aveva fatto quadrato intorno alla governance della Asl1

Come un fulmine a ciel sereno, però, Testa ha deciso di non rinnovare l'incarico a Cicogna, lasciando passare il tempo fino al compimento dei 65 anni della professionista aquilana che, così, ha perso i requisiti per la nomina; una vicenda gestita malissimo, se è vero che il manager si è negato al telefono per giorni dandosi poi malato per evitare la firma sulla proroga. 

Una decisione che ha scatenato la reazione furiosa della Lega: il coordinatore regionale del Carroccio, il deputato aquilano Luigi D'Eramo, da quel momento ha messo nel mirino il manager denunciando giornalmente "le gravi carenze di un'azienda oramai allo sbando da quando si è insediata la nuova governance"; una reazione attesa, piuttosto prevedibile, che era scontato potesse avere ripercussioni sulla tenuta della maggioranza di centrodestra all'Emiciclo.

Ecco il motivo per cui Testa deve aver agito con una forte copertura politica.

A quanto si è fatto filtrare, alla base della decisione del manager ci sarebbe stato un accordo stretto sulla Marsica tra il Direttore generale, l'assessore regionale Guido Liris e il consigliere Mario Quaglieri (entrambi esponenti di Fratelli d'Italia) e il sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio che avrebbe dovuto portare alla nomina di Carmine Viola, direttore del Presidio ospedaliero di Tagliacozzo, già indicato da Di Pangrazio come sub commissario per l'emergenza della Rsa Don Orione. 

Rumors che hanno messo in subbuglio il centrodestra aquilano: d'altra parte, con un manager catapultato da Roma e un direttore amministrativo facente funzione originario della Marsica, la nomina di Viola a direttore sanitario avrebbe tagliato fuori il capoluogo dalla governance. Forse anche per questo, approfittando del ricorso di uno dei professionisti esclusi che avevano fatto richiesta di inserimento nella short list regionale, il sindaco Biondi aveva 'spinto' per l'incarico ad interim a Franco Marinangeli, con la speranza di lasciar raffreddare l'ipotesi Viola facendo guidare al professionista aquilano la delicata fase che stiamo vivendo prima della nomina defiitiva. 

Non è andata così.

E Marsilio? Il presidente della Giunta regionale è rimasto silente fino all'8 febbraio scorso quando, con una lettera di fuoco, ha scaricato il manager della Asl1 chiedendo conto dei ritardi sulle procedure di realizzazione del nuovo ospedale di Avezzano; una lettera che è stata svelata ieri mattina dal quotidiano Il Centro. In giornata, è arrivata la nomina di Mascitelli. Si sarà trattato di un caso?

Sta di fatto che Testa era oramai assediato: attaccato da tempo dalle opposizioni di centrosinistra a livello regionale e locale, finito nel mirino della Lega, il primo partito della coalizione di centrodestra alla guida della Regione, scaricato da Marsilio e, prima, dal sindaco dell'Aquila Biondi, ha reagito con una nomina che ha il sapore del guanto di sfida lanciato alla politica. 

Resta da chiedersi se il patto sulla Marsica fosse reale oppure no; resta da chiedersi quando, e perché, è venuta meno la copertura politica di Fratelli d'Italia all'azione di gestione del manager Testa. 

Vedremo se davvero Marsilio licenzierà in tronco, o commissarierà, l'azienda sanitaria locale; certo è che in piena pandemia non è possibile lasciare che una Asl finisca nel mezzo di questioni politiche che nulla hanno a che fare con la salute pubblica.

Se Testa cadrà, sarà il fallimento del centrodestra regionale e locale che non hanno saputo garantire stabilità all'azienda sanitaria in un momento storico delicatissimo. Ed è una responsabilità pesante, considerato ciò che è accaduto nei mesi scorsi e ciò che potrebbe accadere nei prossimi. 

Ultima modifica il Venerdì, 19 Febbraio 2021 10:01

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