Completato l’assetto della Conferenza abruzzese delle Donne Democratiche: sono state elette le quattro portavoce provinciali.
Sono Francesca Cermignani (Pescara), Maria Fatima Di Giovannantonio (Teramo), Teresa Nannarone (L’Aquila) e Marta Rapa (Chieti).
Lorenza Panei, portavoce regionale, augura loro “buon lavoro, è un passo molto importante: il cambiamento non può che iniziare dai territori. Rafforziamo la squadra per gli obiettivi su cui abbiamo iniziato a lavorare, nel rispetto del principio della parità di genere e della tutela dei diritti delle donne, in tutti i campi. C’è molto da fare ma il coraggio, la passione e le competenze non mancano di certo”.
Quella abruzzese è la prima Conferenza regionale delle Democratiche ad aver eletto tutte le portavoce provinciali.
Nell’immagine a partire dall’alto a sinistra in senso orario: Rapa, Panei, Di Giovannantonio, Nannarone e Cermignani.
La nota di Gilda Panella, portavoce uscente delle Democratiche della provincia dell'Aquila
Si conclude il mio percorso alla guida delle Democratiche della provincia dell’Aquila, unico coordinamento attivo in Abruzzo, per lunghissimo tempo. Otto anni intensi d’impegno e lavoro a tutela dei Diritti delle donne e per i Diritti di ogni persona.
Anni che hanno reso la mia vita umanamente più ricca. Grazie all’impegno di tante persone di buona volontà, donne e uomini, interne ed esterne al pd, abbiamo potuto realizzare campagne, percorsi di denuncia sociale e sensibilizzazione su temi di cui, agli inizi, pochi si occupavano e che oggi, invece, forse anche grazie al nostro contributo, sono temi centrali nel dibattito sociale e politico: questioni che vengono investite da quella rivoluzione culturale necessaria e in atto in un percorso ancora lungo che era necessario iniziare perché progredisse. Grazie all’impagabile supporto di innumerevoli persone, tanto è stato fatto e per questo sono loro grata. Abbiamo impegnato tante energie nella battaglia contro le violenze di genere e i femminicidi: questioni gravi rispetto alle quali esisteva un silenzio assordante.
Nasce così, nel 2013, la campagna “Una targa per la vita” che ha visto la prima targa posta nell’Aula consiliare del Comune dell’Aquila si è trasformata poi, grazie all’impegno di tante/i, in campagna nazionale; innumerevoli le targhe poste nei Luoghi delle Istituzioni, da Roma a Pescara, dalla Provincia di Rovigo alla Regione Abruzzo, solo per citarne alcuni, e in tantissimi piccoli comuni italiani da nord a sud. Una targa, sì di denuncia, ma anche un messaggio culturale forte dalle Istituzioni.
Sulla stessa linea, la campagna “ La panchina rossa. 1522. “, una denuncia sociale visibile ma anche un luogo nel quale le donne sottoposte a violenza possono trovare una possibile ancora di salvezza: quel 1522, numero nazionale antiviolenza, attivo 24 ore su 24. La panchina col 1522 è stata pensata soprattutto per le frazioni e i piccoli centri, coinvolgendo le comunità locali, perché le donne sottoposte a violenza si sentano meno sole, perché siano gli uomini violenti a subire lo stigma sociale e non le donne che quelle violenze subiscono, spesso nel chiuso di quelle abitazioni che dovrebbero rappresentare un luogo sicuro.
Campagne dalla forte matrice culturale, perché le questioni, gravi, delle violenze di genere e femminicidi rappresentano un vulnus culturale, appunto, inaccettabile in ogni Paese che voglia definirsi civile. E poi l’impegno per contrastare bullismo e cyberbullismo, per la dignità delle famiglie di fatto e per fare sì che anche le donne possano dare il proprio cognome alle figlie e ai figli, per la doppia preferenza di genere. Campagne informative per la prevenzione dei tumori femminili, per la tutela ambientale, e in difesa della legge 194. Iniziative contro un’inaccettabile proposta di legge Pillon, e poi per la parità salariale, per i diritti delle coppie omossessuali. Eventi per ricordare, nel Giorno della Memoria, il dolore di coloro che hanno vissuto la tragedia dei campi di sterminio nazisti, perché mai più debba accadere l’abominio dell’orrore e delle persecuzioni; e il 25 aprile per rendere onore a coloro, donne e uomini, che hanno perso la vita perché tutte e tutti noi vivessimo in un Paese libero, democratico.
Abbiamo, prime in Abruzzo, chiesto che il Comune dell’Aquila, città capoluogo della regione Abruzzo, attribuisse la cittadinanza a Liliana Segre, donna esempio di civiltà e coraggio, senatrice della Repubblica che ha fatto della sua vita testimonianza di civiltà. Questo passaggio è in attesa di realizzazione, ma auspico si concretizzerà grazie all’impegno di tanti consiglieri comunali che hanno accolto e fatto propria la nostra proposta. Si è affrontato il tema delle dipendenze, impressionante il numero di persone – tantissime giovani – che vivono una condizione verso la quale è necessario porre attenzione massima e che richiede di ragionare su ulteriori strumenti di salvaguardia - ; e poi, in pandemia, abbiamo affrontato, grazie alla partecipazione di tanti medici, donne e uomini, il tema del covid, ragionando, tra l’altro, di quali fossero i giusti comportamenti sociali da seguire per difendersi dalla malattia e rendere più forte la rete di sicurezza sanitaria. Abbiamo zappato aiuole e presentato libri di autori e autrici che affrontano nelle loro opere i temi per quali ci siamo impegnate/i e battute/i. Temi legati ai diritti, alla dignità che mai deve essere calpestata, mai deve essere negata.
Sì, sono stati anni intensi. Un impegno costante per l’affermarsi della cultura del rispetto, a tutela dei diritti delle donne, perché mai il loro impegno professionale, familiare, sociale, politico, venga svilito e non rispettato. Questo e tanto altro il lavoro svolto. Esperienza per la quale sento di dovere un grazie, sentito e profondo, alle donne e agli uomini che hanno fatto sì che tanto impegno trovasse realizzazione e quindi concretezza. Grazie alle amministratrici e agli amministratori, di ogni luogo, di ogni parte politica che hanno accolto le battaglie di civiltà portate avanti dal giorno della mia elezione a portavoce delle democratiche della provincia dell’Aquila; ma soprattutto grazie alle persone, che ho avuto l’opportunità d’incontrare in ogni piazza, in ogni luogo che ha accolto le nostre proposte e il nostro impegno contro la barbarie, in difesa della civiltà. Infine, un grazie a tre donne. Grazie a Gina e a Sabrina, al loro coraggio; alla forza e alla determinazione di due donne che la ferocia di violenze ignobili e vigliacche non sono riuscite a spezzare: incontrarvi, conoscervi, lottare al vostro fianco non è stato solo un atto determinato dal ruolo che sono stata chiamata a ricoprire, ma un onore. Grazie, infine, a Stefania Pezzopane, amica e compagna di partito, donna determinata, capace e sensibile, deputata della Repubblica, che sempre ci è stata d’incoraggiamento e di supporto in questo lungo impegno.
Lascio la guida, concluso il mio mandato, di un luogo libero, accogliente, democratico, un Luogo nel quale è stato un onore fare Politica, alla nuova coordinatrice provinciale, Teresa Nannarone e alle componenti il nuovo coordinamento. A loro il mio abbraccio e l’augurio di buon lavoro.