"La magistratura marsicana vada avanti, velocemente e senza sconti per nessuno. E se troverà colpevoli esponenti del mio partito con sentenza definitiva, li punisca severamente. Provengo dalla scuola di Almirante, che invocava il ‘doppio della pena’ per crimini commessi da uomini della destra, che tradirebbero due volte il loro mandato, disonorando la comunità di cui fanno parte".
Rompe il silenzio Fratelli d'Italia, dopo giorni di imbarazzo per l'arresto ai domiciliari del sindaco di Celano, Settimio Santilli, esponente del partito che esprime il governatore Marco Marsilio nonché il sindaco della città capoluogo di Regione, Pierluigi Biondi, che tra l'altro è coordinatore provinciale dei meloniani.
Marsilio, in una nota, non nasconde "lo stupore e il dolore di vedere agli arresti un uomo come il sindaco Santilli, di cui ho apprezzato le capacità, le qualità umane e di amministratore. Sono stato più volte nella sua città, dove ho visto i risultati di 5 anni di buona amministrazione: palestre, scuole, centri sociali e sportivi ristrutturati, ricostruiti e collaudati. Una rara capacità di sconfiggere la burocrazia e le lungaggini procedurali per arrivare al risultato, largamente apprezzato da una popolazione che gli ha tributato il 63% dei voti pochi mesi fa, rieleggendolo con grandi consensi. Se venisse trovato colpevole dei reati ascrittigli, come detto sopra, ne rimarrei sorpreso, deluso, tradito. Sono invece fiducioso che Settimio saprà dimostrare la propria innocenza e la correttezza del proprio operato".
Il governatore spera che altrettanto possa fare l'oramai ex vice sindaco Filippo Piccone, esponente di spicco del centrodestra regionale, finito in carcere: "Voglio dire sin d’ora che se fossero vere le accuse, soprattutto quelle più infamanti, la sua condotta sarebbe imperdonabile", ribadisce Marsilio. "Fino a sentenza definitiva, tuttavia, ritengo che nessuno debba essere demonizzato e processato in anticipo, tenendo fede al precetto costituzionale della presunzione di innocenza. Vanno respinte in particolare le strumentalizzazioni di cui si sta rendendo protagonista il Partito democratico, che si erge a difensore della legalità e della moralità. Non ho visto questo partito andare in piazza a Pescara quando arrestavano i suoi ex assessori. Per la verità – e a dimostrazione di dove risieda un vero e coerente atteggiamento garantista – a Pescara nessun partito avversario del Pd si è messo in piazza a dare lezioni. Eviti di farlo anche il Pd, sia più umile e allo stesso tempo prudente. La corruzione è una malapianta che cerca di insinuarsi in tutte le comunità umane e politiche. E’ compito di tutte le classi dirigenti vigilare e collaborare per respingere gli attacchi del malaffare".
La replica del Pd: "Marsilio prende cantonate"
"È altamente probabile che le dichiarazioni del Presidente Marsilio sull’inchiesta 'Acqua fresca' siano state rese senza aver letto con un minimo di attenzione l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari. Gli consigliamo di farlo e poi di rileggere le sue parole".
Lo dichiarano Michele Fina e Francesco Piacente, segretari rispettivamente regionale e della provincia dell'Aquila del Partito Democratico.
Per Fina e Piacente "Marsilio parla di buona amministrazione capace di 'sconfiggere la burocrazia e le lungaggini procedurali per arrivare al risultato'. Ma se le accuse fossero confermate, questa capacità sarebbe stata fuorilegge e condotta in favore di amici e sodali. Anche a fini politici ed elettorali. La quale cosa renderebbe le ultime elezioni amministrative (e forse non solo le ultime), delle quali Marsilio si vanta, gravemente inquinate. Anche per quanto riguarda il Pd, Marsilio prende una cantonata. Perché a Celano non ci sono solo esponenti politici agli arresti (cosa che comunque suggerirebbe una sospensione dal partito, come è costume nelle nostre procedure di garanzia, compreso nelle vicende pescaresi) e conseguenti polemiche politiche. A Celano c’è chi negli anni (già da prima che Marsilio diventasse abruzzese) ha combattuto con coraggio un sistema di favori che ha creato un impero politico. Oggi il principale protagonista di queste denunce, Calvino Cotturone, è vittima di minacce e a rischio di ritorsioni. Se Marsilio fosse capace di sentirsi per un solo momento il primo cittadino d’Abruzzo, farebbe anche solo una telefonata al consigliere Cotturone per esprimergli gratitudine e vicinanza, al di là di ogni appartenenza".