Scossone in seno alla maggioranza di centrodestra all'Emiciclo: il sottosegretario con deleghe a Lavori pubblici e Infrastrutture, Umberto d'Annuntiis, ha rotto con Forza Italia passando a Fratelli d'Italia, il partito del governatore Marco Marsilio.
Una mossa attesa da tempo - D'Annuntiis, e il gruppo forzista teramano, non hanno mandato giù la decisione di nominare in giunta Daniele D'Amario al posto dell'uscente Mauro Febbo, mortificando le ambizioni dell'ex sindaco di Atri Gabriele Astolfi - eppure destinata a provocare un terremoto in Regione.
Forza Italia, infatti, è sul piede di guerra e non intende accettare passivamente la forzatura imposta dai meloniani che, in questo modo, hanno accresciuto il loro peso in Consiglio provando a ridimensionare il gruppo azzurro che, guidato da Febbo, defenestrato nei mesi scorsi per volere della Lega, stava dando parecchi grattacapi al governatore Marsilio, e se ne è avuta una dimostrazione plastica nelle recenti commissioni Bilancio fatte saltare dai forzisti per il braccio di ferro sulla nomina del componente della Regione nel cda del Teatro Marrucino di Chieti.
In sostanza, l'ex assessore regionale spinge per la nomina dell’ex presidente Paolo Roccioletti; Fratelli d’Italia, invece, vorrebbe Massimo Longaretti, assessore al Comune di Picciano, fedelissimo del capogruppo Testa, con la Lega che tiene in caldo il nome di Massimo Magri, direttore artistico del conservatorio “L.D’Annunzio” di Pescara.
Di fatto, gli azzurri intendono far valere l'accordo raggiunto a seguito delle elezioni e, dunque, chiederanno di tenere la poltrona del sottosegretario indicando un altro profilo; e su questa richiesta, troveranno il sostegno della Lega: non è un caso che ieri si sia tenuto un vertice tra il segretario regionale azzurro Nazario Pagano e il segretario regionale del Carroccio Luigi D'Eramo, ampiamente pubblicizzato. Anche a seguito della nascita dell'esecutivo Draghi, i rapporti tra i due partiti che sostengono la maggioranza di governo si sono ricomposti e, anzi, sta nascendo un vero e proprio asse in contrapposizione a Fratelli d'Italia e al governatore Marsilio, accusato di eccessivo accentramento e di scarsa capacità di sintesi.
D'altra parte, Forza Italia ha bisogno di un sostegno considerato che, col passaggio di D'Annuntiis in Fratelli d'Italia, il 'peso' politico azzurro risulta chiaramente sovradimensionato, esprimendo gli azzurri un assessore, Daniele D'Amario, e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, in verità vicinissimo al governatore Marco Marsilio ma deciso a non rompere con i forzisti per avere chance di candidatura alle prossime elezioni politiche.
Se la Lega dovesse davvero mettersi di traverso, stante i rapporti di forza - il Carroccio può contare su 10 consiglieri regionali e 4 assessori - non ci sarebbe altra strada che un rimpasto della Giunta, a valle della definizione delle nomine che stanno dilaniando la maggioranza: oltre al membro del Cda del Marrucino, va indicato il difensore civico, carica ambita dal meloniano Giandonato Morra e dal leghista Begnino D'Orazio che, ora, potrà contare anche sul sostegno azzurro.
Una guerra di nervi, quella tra Lega e Fratelli d'Italia, che si protrae da settimane, e che si è manifestata con lo scontro a distanza sul 'Decreto Sostegni' approvato dal Consiglio dei Ministri, provvedimento rivendicato dal Carroccio e bollato come 'mancetta' dai meloniani. Uno scontro che rischia di investire anche L'Aquila, nella lunga corsa verso le amministrative della primavera 2022.
Come anticipato da NewsTown, il passo indietro 'forzato' dell'oramai ex assessore Vittorio Fabrizi per far posto a Vito Colonna non è piaciuto affatto ai forzisti che, nelle ultime settimane, hanno lanciato messaggi piuttosto chiari al sindaco Pierluigi Biondi intralciando i lavori delle commissioni chiamate a discutere la delibera sulla costituzione della Fondazione 'Ferrante d'Aragona', salvo poi approvare il provvedimento in Consiglio.
Tuttavia, non si è trattato di un semplice mal di pancia passeggero.
Stando ai ben informati, infatti, i rapporti tra Biondi e il capogruppo azzurro Giorgio De Matteis sarebbero ai minimi termini, tanto che si sussurra che Forza Italia potrebbe sfilarsi da una eventuale coalizione che dovesse riproporre la candidatura del primo cittadino. Un segnale è arrivato nei giorni scorsi: per rivendicare lo sblocco delle risorse per gli impianti sportivi cittadini stanziate nel post terremoto dalla legge 41 del 2011, la così detta 'Legge De Matteis', sono stati diffusi due distinti comunicati, a distanza di qualche minuto l'uno dall'altro; il primo, firmato dal sindaco Biondi e dall'assessore con delega allo sport Colonna; il secondo, sottoscritto dallo stesso De Matteis che non ha mai citato il primo cittadino.
E' chiaro che lo scontro maturato all'Emiciclo rende ancor più tesi i rapporti tra Forza Italia e Fratelli d'Italia, con gli azzurri che potrebbero lavorare - e per alcuni lo starebbero già facendo - alla costruzione di un campo alternativo, centrista e moderato; se si aggiunge però che i rapporti tra la Lega e il sindaco dell'Aquila sono pubblicamente logori, sebbene si sia arrivati ad una indigesta - per tutti - tregua armata col reintegro degli assessori del Carroccio defenestrati in estate, e se davvero dovesse consolidarsi un asse in Regione tra i leghisti e i forzisti, sull'onda degli accadimenti politici romani, è chiaro che quel progetto alternativo a Biondi e a Fratelli d'Italia potrebbe assumere anche un altro volto, con la Lega che potrebbe contribuire alla definizione di un'altra via di centrodestra verso le amministrative.