“La soppressione del Corpo Forestale dello Stato - e la sua frammentazione tra Arma dei carabinieri, Vigili del fuoco, Polizia di Stato, Corpo della guardia di finanza e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - non ha prodotto l’esito immaginato” afferma il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, che si unisce all’appello lanciato negli ultimi giorni da diversi sindaci italiani – tra cui quello dell’Aquila, Pierluigi Biondi – a ripristinare la storica Forestale.
La nota di Pietrucci
“In un recente sondaggio sul web oltre il 95% dei Forestali ha bocciato la soppressione del Corpo e il trasferimento in altri Enti dello Stato. E quasi all'unanimità hanno chiesto il ripristino del Corpo. Il sondaggio è stato lanciato dalla FeRFA - la Federazione per la Rinascita della Forestale Ambientale - l’associazione nata per contrastare gli effetti della riforma che sciolse il CFS e distribuì il personale in quattro Corpi e sei Ministeri”.
“Il Nuovo Sindacato Carabinieri, nel diffondere i risultati, ha giudicato un grande successo la partecipazione di 2.154 persone su circa 7.400 Forestali, considerato che il sondaggio - aperto solo a chi ha un profilo su Google, per sole 24 ore e senza pubblicità preventiva – si è svolto a ridosso del 21 marzo, la “Giornata internazionale delle Foreste””.
“Il dettaglio delle risposte verrà divulgato in occasione dell'imminente audizione della FeRFA alle Commissioni parlamentari I e IV della Camera dei Deputati che si riuniranno congiuntamente. La storica e consolidata contrarietà dei Forestali alla “Riforma Madia” è stata rianimata e sfidata dalle dichiarazioni rese in Parlamento dal Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Teo Luzi che aveva scommesso sulla soddisfazione dei Forestali “militarizzati” nell’Arma dei Carabinieri”.
“Ma il sondaggio non è servito solo a testimoniare l’insoddisfazione del personale ex Forestale verso la nuova amministrazione in cui opera. Né a smentire le sensazioni tranquillizzanti dei vertici dell’Arma”.
“Il sondaggio coincide con un diffuso senso comune dei cittadini italiani e conferma – purtroppo – l’errore a suo tempo commesso e l’esigenza di porvi subito rimedio. In Parlamento sono in discussione diverse proposte di legge di ripristino del Corpo Forestale dello Stato sostenute da più forze politiche, oltre che da tanti consiglieri regionali e comunali di tutta Italia”.
“La soppressione del Corpo Forestale dello Stato - e la sua frammentazione tra Arma dei carabinieri, Vigili del fuoco, Polizia di Stato, Corpo della guardia di finanza e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - non ha prodotto l’esito immaginato. A fronte di un risparmio del tutto marginale (considerata l’esiguità del vecchio CFS) il risultato si è rivelato dannoso. D’altra parte in nessuna nazione a controllare i boschi, le montagne, l’ambiente naturale e il paesaggio ci sono i militari, e l’Italia è l’unico Paese al mondo a essersi privato di un proprio Corpo forestale”.
“Eppure già nel 2017 il trend era chiaro: rispetto all'estate 2012 la superficie di bosco bruciata è aumentata del 50 % (da 74.543 ettari a 113.567) mentre le ore di volo degli elicotteri AB412 assegnati ai Carabinieri sono crollate da 716 a 140 (da 179 a 47 ore in media per ciascun mezzo). E non è andato meglio tra i Vigili del fuoco: nonostante l’incremento di flotta, nelle campagne antincendio boschivo del 2017, 2018 e 2019 - come denunciato da Alessandro Cerofolini, portavoce della FeRFA - non si è visto un proporzionale aumento dei mezzi utilizzati o del personale”.
“L’esperienza dimostra che c’è bisogno della professionalità dei Forestali. Bisogna ricomporre le competenze, ridurre i costi, riunificare competenze preziose, accrescere il monitoraggio ambientale. Come purtroppo dimostrano gli incendi e il dissesto che colpiscono troppo spesso L’Aquila e l’Abruzzo, la manutenzione del territorio è decisiva”.
“E’ una sfida complessa che richiede la presenza dell’uomo in montagna, la cura dei boschi, la pulizia dei canali, l’utilizzo intelligente del legnatico, l’attenzione per strade e sentieri, le bonifiche lunghe e complesse dopo gli incendi o le esondazioni. Troppi disastri segnano l’Italia e il clima che cambia ci obbliga a fare di più, non di meno per il territorio. I reati ambientali sono quanto di più odioso possa avvenire. Conoscere la natura, presidiarla, difenderla: con un nuovo Corpo Forestale saremo tutti più sicuri”.