Lunedì, 12 Aprile 2021 13:03

Consiglio comunale approva all'unanimità dei presenti la mozione per il collegamento ferroviario L'Aquila-Roma. Biondi e Marsilio assenti

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Con 24 voti favorevoli, l'unanimità dei presenti, il Consiglio comunale dell'Aquila - riunito stamane in seduta straordinaria - ha approvato la mozione per il collegamento ferroviario veloce L'Aquila-Roma che, di fatto, recepisce l'idea progettuale presentata in questi mesi dal comitato spontaneo 'L'Aquila collegamenti veloci' su elaborazione di due ingegneri aquilani, Fabio Fiori e Antonio Cicone.

Il provvedimento scaturisce dall'attuale orientamento del governo nazionale di realizzare un piano di infrastrutture ferroviarie strategiche, ed in particolare la tratta ad alta velocità Pescara-Roma, senza che venga minimamente menzionato un eventuale collegamento con la città dell'Aquila; "ritenuto indispensabile, in questa fase progettuale, anche l'inserimento del collegamento ferroviario diretto Roma-L'Aquila-Teramo-costa Adriatica - leggiamo dal documento - al fine di uno sviluppo armonico della regione e di una facilità d'avvicinamento tra il capoluogo d'Abruzzo e la capitale d'Italia, considerato il dibattito in città e le proposte formulate dal tavolo tecnico, il Consiglio comunale impegna:

  • il presidente del Consiglio comunale dell'Aquila ad attivarsi affinché altri consigli delle province dell'Aquila e di Teramo condividano provvedimenti simili;
  • il sindaco dell'Aquila affinché si faccia parte attiva, ad ogni livello politico e istituzionale, al fine di ottenere l'inserimento della idea progettuale, essenziale per lo sviluppo del territorio, nel programma delle opere pubbliche strategiche e per evitare, così, l'ulteriore marginalizzazione sociale ed economica della città capoluogo di Regione;
  • il sindaco dell'Aquila a sottoporre all'attenzione della Giunta regionale e della Conferenza Stato-Regioni lo studio di prefattibilità tecnico-economica sulla linea ferroviaria veloce Roma-L'Aquila-Pescara;
  • il sindaco dell'Aquila a sottoporre all'attenzione della Giunta regionale e della Conferenza Stato-Regioni, nel quadro pluriennale 2021-2027, l'attuazione dell'iniziativa military mobility potenziando a fini militari e logistici le linee esistenti Pescara-L'Aquila-Rieti onde raccordarle sull'Adriatico al porto di Ortona e sul Tirreno ai porti di Civitavecchia e Fiumicino.

Al Consiglio comunale, riunito in seduta mista - in presenza nella Sala Ipogea dell'Emiciclo e, per chi l'ha preferito, su piattaforma digitale - hanno partecipato il deputato Luigi D'Eramo (Lega), i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci (Pd), Americo Di Benedetto (Legnini presidente, nonché consigliere comunale del Passo Possibile), il vice presidente vicario del Consiglio regionale Roberto Santangelo (Azione Politica, nonché consigliere comunale di L'Aquila futura) e i rappresentanti del comitato spontaneo "L'Aquila collegamenti ferroviari veloci" che ha illustrato l'idea progettuale per voce della presidente Roberta Gargano.

Hanno fatto parecchio 'rumore' le assenze, non giustificate dal presidente Roberto Tinari, del sindaco Pierluigi Biondi (era collegata su piattaforma l'assessora alla mobilità Carla Mannetti che non ha però preso parola; alcuni assessori sono giunti in aula a Consiglio iniziato), del presidente della Regione Marco Marsilio e dei membri della sua Giunta.

"L’assenza del sindaco alla seduta è un atto gravissimo oltre che reiterato, se pensiamo che si verificò anche durante il consiglio straordinario organizzato e svolto a Roma sullo spostamento del terminal da Tiburtina a Termini per i bus provenienti dall’Aquila", l'affondo del capogruppo di Italia viva Paolo Romano. "Ciliegina sulla torta la decisione dei capigruppo di maggioranza di inserire alle 10:30, una conferenza stampa sui risultati del bilancio, questione già ampiamente dibattuta nei giorni scorsi: una mancanza di rispetto nei riguardi degli ospiti presenti che hanno dovuto attendere un'ora e mezza per l’inizio dei lavori consiliari così come dei consiglieri regionali, provinciali e comunali presenti. Spero sia chiaro che le assenze di oggi hanno tappato la bocca sulla questione ad ogni cittadino aquilano che si vede non rappresentato nelle istanze e nei diritti da chi dice di essere alla guida di questa città". 

Va detto che, ad oggi, è davvero difficile da credersi che si realizzerà il potenziamento della linea Pescara-Roma così come previsto dal progetto di prefattibilità acquisito dalla Regione e che marginalizza, di fatto, le aree interne dell'aquilano e del teramano; l'opera è assolutamente impattante dal punto di vista economico - si prevede un impegno di spesa di quasi 7 miliardi - e ambientale. D'altra parte, mancano le coperture e i tempi di realizzazione sarebbero lunghissimi. 

Ne discende che la maggioranza di centrodestra alla guida della Regione non ha ancora maturato un piano credibile, e sostenibile, di potenziamento della rete ferroviaria regionale che dovrebbe includere tutti i territori, dentro un progetto di sviluppo capace di coglierne ed esaltarne le potenzialità. Stando alle infrastrutture, ci sono dei nodi fondamentali ancora da sciogliere e dentro cui si dovrebbe calare, poi, una vera progettualità: il primo, l'inserimento della Regione dentro le reti Ten-t - le reti transeuropee dei trasporti, quell'insieme di infrastrutture di trasporto integrate previste per sostenere il mercato unico, garantire la libera circolazione delle merci e delle persone e rafforzare la crescita, l'occupazione e la competitività dell'Unione europea - che sembrano girare intorno all'Abruzzo; la seconda, la battaglia per inserire la nostra regione, attraverso il porto di Ortona collegato a Civitavecchia, 'dentro' il corridoio che da Barcellona a Ploce collegherebbe Lisbona a Kiev, una infrastruttura strategica nel collegamento tra est e ovest. 

E' chiaro che se l'Abruzzo, con Ortona, dovesse vincere questa sfida fondamentale per lo sviluppo economico della regione, prevalendo sulle Marche che vorrebbero, invece, collegare Ancona con Civitavecchia, allora cambierebbe il destino delle infrastrutture di trasporto, col collegamento ferroviario Roma-Pescara che assumerebbe una rilevanza strategica dentro cui calare l'ipotesi di collegamento tra L'Aquila e Roma. 

Tuttavia, sulle sfide di carattere europeo l'Abruzzo è ancora molto indietro, quanto meno in termini di elaborazione di una strategia di ampio respiro. E in questo quadro, parlare di interventi da miliardi di euro pare avere davvero poco senso. 

Vale lo stesso discorso per la classe dirigente della città capoluogo di Regione: è vero, L'Aquila avrebbe bisogno di infrastrutture di collegamento più efficienti; viene da chiedersi, però: dentro quale strategia di sviluppo sta il collegamento ferroviario con Roma? Quale idea di città, quale ipotesi di crescita in termini economici e sociali potrebbe giustificare un intervento di quasi 2 miliardi per collegare una città di 60mila abitanti alla capitale?

E' questa la domanda che bisognerebbe porsi. 

L'Aquila deve disegnare un'idea di città, e di territorio, che guardi ai prossimi trent'anni: è dentro questa idea che vanno calate, poi, le infrastrutture su cui 'battagliare' per ottenere la dovuta copertura economica; un investimento da 2 miliardi di euro si giustifica dentro una più ampia progettualità che ha a che fare, certo, con i collegamenti transnazionali ma che attiene alle capacità del territorio di mettere in campo politiche che perseguano degli obiettivi chiari di sviluppo. 

Il silenzio della Giunta comunale e del governo regionale dicono molto più di tante parole.

Ecco cosa prevede il progetto di prefattibilità per il potenziamento della linea ferroviaria Pescara-Roma

Il progetto di prefattibilità per il potenziamento della linea ferroviaria Roma-Pescara, da poco acquisito dalla Giunta regionale, prevede la riduzione dei tempi di percorrenza ad un'ora e 59 minuti rispetto alle attuali 3 ore e 20 minuti.

L'ingegner Colaneri, direttore commerciale di Rfi e membro del gruppo di lavoro, ha chiarito che la progettualità si declina con una velocizzazione del tratto tra Roma e Avezzano che scenderebbe a 50 minuti, tempi competitivi con la mobilità su gomma; una velocizzazione del tratto tra Pescara e Sulmona, con percorrenza di 40 minuti e treni ogni mezz'ora.

Di fatto, la nuova linea partirebbe dallo 'sfiocco' dell'alta velocità Roma-Napoli, utilizzando un'infrastruttura esistente che consentirebbe di entrare a Roma, fino ad Avezzano; da qui si snoderebbe verso Sulmona che verrebbe collegata a Pescara con doppio binario completo.

L'ipotesi è articolata in diversi lotti.

Il lotto 0 da 630 milioni prevede la progettazione definitiva dell'intero intervento, la realizzazione del terzo binario tra Pescara centrale e Pescara Porta Nuova e, da qui, il primo tratto di raddoppio fino a San Giovanni Teatino escluso; col lotto 0, tra l'altro, si prevede la realizzazione della bretella per il collegamento diretto tra la linea Pescara-Roma e quella Sulmona-L'Aquila e il raddoppio dei binari tra Lunghezza e Guidonia, i cui lavori sono già in corso.

Poi sono previsti altri tre lotti: il primo, per la realizzazione della nuova linea Roma-Avezzano, 'sfioccando' dall'alta velocità Roma-Napoli, che servirebbe i comuni di Mandela, Carsoli, Tagliacozzo e fino ad Avezzano appunto, con un doppio binario che consentirebbe il collegamento in 50 minuti; il secondo lotto, invece, prevede il raddoppio totale tra Pescara e Sulmona, con la percorrenza portata, come detto, a 40 minuti e treni in transito ogni mezz'ora; il terzo, infine - il più impegnativo dal punto di vista progettuale e finanziario - andrebbe ad operare sul collegamento tra Avezzano e Sulmona, a binario semplice che consentirebbe percorrenze fino ad una velocità massima di 200 km orari.

Si tratta di lotti attivabili per fasi funzionali: significa che, anche avendo finanziamenti parziali, nel corso degli anni si potrebbe beneficiare di risultati intermedi.

Il tempo di realizzazione previsto, per l'intero intervento, è di 7 anni e mezzo, per un importo lavoro pari a 6 miliardi e 500 milioni. 

Al momento, l'opera è stata inserita tra le priorità del PNRR; il parlamento ha voluto la nomina di un Commissario che ne garantisca la rapida esecuzione. Ora si tratta di vedere se alle premesse positive seguiranno i fatti. E i fatti, ad oggi, dicono che nel PNRR entrerà la parte del progetto per il quale lo Stato può garantire il completamento e la spendita dei fondi entro il 2026: sono alcuni lotti, disseminati in varie parti del tracciato, che ‘cubano’ 620 milioni. 

Il Recovery, quindi, copre circa il 10% dell’intervento. Il resto deve essere stanziato con altri fondi, a cominciare da quelli ordinari del Bilancio dello Stato, per finanziare il Contratto di Programma con RFI. 

Mancano 6 miliardi: ecco il motivo per cui la maxi opera è di difficile realizzazione, e non si può escludere che resti su carta, con l'intervento su alcuni tratti che potrebbe essere garantito con i fondi del Recovery entro il 2026. Non solo. Oltre che economicamente, i lavori sono altamente impattanti dal punto di vista ambientale, con la realizzazione di decine di km di gallerie e un traforo di 13 km che 'bucherebbe' il Morrone a monte delle sorgenti del Giardino. E' davvero difficile da credere che l'opera otterrà le autorizzazioni ambientali previste. 

Ecco cosa prevede l'idea progettuale del comitato 'L'Aquila collegamenti veloci'

Il Tavolo di confronto, comitato nato tra cittadini, chiede a gran voce che la questione della realizzazione di linee ferroviarie, che dovranno anche mettere in collegamento i porti di Ortona e Civitavecchia, preveda il miglioramento della ferrovia passante per L'Aquila, che è potenzialmente collegabile a Roma e a Pescara con pendenze al di sotto del limite dell'1,5% necessario per il passaggio delle merci tra l'est e l'ovest europeo.

Questo passaggio potrebbe avvenire con la realizzazione di una nuova linea ferroviaria che colleghi L'Aquila a Passo Corese, località laziale divenuta hub logistico fondamentale per lo smistamento delle merci destinate al centro-sud dell'Italia con possibilità esponenziali di crescita e con il potenziamento, per altro già previsto nel piano economico di RFI, con Sulmona e Pescara.

In particolare, l'ipotesi progettuale elaborata da Fabio Fiori e Antonio Cicone punta, da un lato, a modernizzare i tracciati già esistenti (Pescara – L’Aquila e L’Aquila - Scoppito) e in parte a realizzare ex novo una tratta che colleghi Scoppito e Fara Sabina (in particolare Passo Corese, dove è in corso di realizzazione di un nuovo polo logistico, il più grande scalo merci del Centro Italia). A completare l'opera, infine, contribuirebbe il collegamento tra Fara Sabina (Passo Corese) e Civitavecchia.

Il progetto, inoltre, prevede anche la realizzazione di una bretella Rieti-Rocca Sinibalda che, immettendosi direttamente sul nuovo tratto Passo Corese-Scoppito, permetterebbe ai passeggeri provenienti dal comune dell’entroterra laziale di arrivare a Roma senza passare più per Terni e Orte.

Una soluzione migliore, a detta degli ingegneri autori dello studio, rispetto a quella contenuta nel vecchio progetto della ferrovia Rieti-Passo Corese, inserito nell’ormai lontanissima legge Obiettivo. Una proposta ferma da anni nei cassetti del Cipe: “Quel tracciato" dice uno dei due ingegneri "costeggiando la Salaria e collegando solo Rieti a Passo Corese, sarebbe limitativo. La nostra proposta, invece, guarda a più territori, sarebbe un progetto sinergico che vedrebbe impegnate insieme Regione Lazio e Regione Abruzzo insieme”.

I costi del progetto – che in sintesi prevede la costruzione di una nuova linea veloce a doppio binario tra Scoppito e Passo Corese, con tanto di viadotti e gallerie, e, contestualmente, il potenziamento e l’adeguamento delle linee già esistenti, ossia la Rieti-L’Aquila-Sulmona e la Roma-Avezzano-Pescara - si aggirerebbero intorno al miliardo e mezzo di euro, che salirebbero a due includendo anche il tratto Rieti-Rocca Sinibalda.

Ultima modifica il Lunedì, 12 Aprile 2021 21:35

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