Domenica, 25 Aprile 2021 18:35

25 aprile: L'Aquila di nuovo mortificata nel giorno che celebra la Liberazione

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Adesso, basta.

Sono quattro anni che L'Aquila viene mortificata nella giornata del 25 aprile, la giornata che celebra la liberazione dal nazifascismo e la resistenza su cui trova fondamento e nutrimento il nostro vivere democratico. 

Oggi, si è arrivati al punto di non ritorno. 

Per la prima volta da quando indossa la fascia tricolore, il simbolo della Costituzione antifascista su cui ha giurato, il sindaco dell'Aquila ha partecipato alla celebrazione che si è svolta all'interno della caserma Pasquali-Campomizzi, posando un mazzo di fiori nel luogo in cui vennero trucidati i Nove Martiri giovinetti. 

Il primo cittadino ha ritenuto di non dover presenziare, però, alla posa delle pietre d'inciampo dedicate a Annina e Luigi Santomarrone, traditi da fascisti locali in cambio di denaro e deportati nei campi di concentramento di Dachau e Ravensbruck, dove trovarono la morte, per aver dato riparo cristiano ad un prigioniero di guerra inglese. A rappresentare il Comune dell'Aquila c'era il vicesindaco Raffaele Daniele che ha indossato la fascia tricolore anche stamane, alla Villa Comunale, alla cerimonia di memoria e ricordo che si celebra ogni anno davanti al Monumento dei Caduti.

Non c'erano rappresentanti dell'amministrazione comunale, invece, alla posa della corona di fiori sotto la targa che ricorda i Nove Martiri nella piazza che porta il loro nome. C'erano, però, i familiari dei giovinetti aquilani che quest'anno, per la prima volta - eccezion fatta per l'anno passato, in pieno lockdown - non hanno potuto partecipare alla cerimonia all'interno della caserma Pasquali-Campomizzi. Eppure si erano mossi per tempo, avevano tentato di trovare una interlocuzione con il sindaco per presenziare ad una celebrazione che, da sempre, è un momento di commosso raccoglimento per i parenti di quei nostri ragazzi trucidati il 23 settembre 1943. 

Non è stata invitata neanche la sorella di Anteo Alleva che pure ci teneva a portare un fiore laddove suo fratello trovò la morte a 17 anni; i parenti erano in Piazza IX Martiri, stamane. E c'era anche Arnaldo Ettorre, 95 anni, ex Combattente del Gruppo Patrioti della 'Maiella', arruolatosi in seguito alla Liberazione dell'Aquila nel giugno del 1944, con matricola 1425.

Per questo, è davvero sconcertante leggere il comunicato stampa firmato dal portavoce di Fratelli d'Italia, Michele Malafoglia. E viene il dubbio che si sia trattato di un tentativo maldestro di mettere a tacere le critiche che si poteva presumere sarebbero piovute sull'amministrazione, e sul sindaco Biondi, alla notizia del trattamento riservato ai familiari dei Nove Martiri giovinetti. Tuttavia, le parole di Malafoglia sono davvero irricevibili, e suonano offensive per l'intera città nel giorno in cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato come "rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra" e che dovrebbero guidarci oggi "verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese".

E' proprio strumentalizzando l'emergenza sanitaria che Malafoglia ha attaccato le associazioni antifasciste che si sono ritrovate in piazza stamane, "con la scusante di celebrare il 25 aprile" ha messo nero su bianco il portavoce di Fratelli d'Italia, come se festeggiare la Liberazione ricordando il sacrificio di nove giovinetti aquilani vigliaccamente fucilati sia una scusante per "banchettare nell'area", come ha aggiunto. 

Una frase vergognosa.

"Decine di persone, giovani e non - ha scritto Malafoglia - con la scusante di celebrare il 25 aprile non solo hanno dato vita ad assembramenti incontrollati ma hanno banchettato nell'area e addirittura sotto la lapide posta in memoria di giovani uccisi per inseguire quella libertà che oggi viene calpestata senza alcun pudore da comportamenti irresponsabili". Sotto quella lapide, stamane, c'erano anche i parenti dei Nove Martiri, impossibilitati a ricordarli in altro modo; c'erano cittadine e cittadini che hanno reso omaggio al loro sacrificio, c'era un partigiano 95enne che ha combattuto per dare a ciascuno la libertà di esprimere la propria opinione.

Purtroppo, non c'era alcun rappresentante del governo cittadino: ed è questo che offende la memoria dei nostri martiri. 

D'altra parte, non c'è stato alcun assembramento incontrollato, anzi: le iniziative di stamane sono state autorizzate dalla Questura, in Piazza c'erano agenti di Polizia e della Municipale che hanno vigilato per l'intera mattinata sul rispetto delle norme anti-covid. Non ci risulta ci siano state contestazioni.

E' poi davvero incomprensibile il riferimento di Malafoglia ai "ristoranti chiusi da un anno", ai "bar e alle attività commerciali" che "vanno avanti tra enormi sacrifici"; il portavoce di Fratelli d'Italia ha trovato persino il modo di fare riferimento alla polemica di questi giorni sul coprifuoco: "gli italiani sono costretti a fare i conti con scelte come quelle dei coprifuoco di cui si stenta a capirne la logica", ha scritto, mentre "c'è chi di tutto questo continua a non curarsi". Dunque, ha aggiunto un pizzico di populismo qualunquista per dare un degno finale al suo intervento: "È la solita morale di certa sinistra caviale e champagne, per cui alcune cose sono sbagliate se le fanno gli altri: quando tocca a loro essere colti con le mani nella marmellata c'è sempre una giustificazione". E la giustificazione è aver voluto celebrare la Liberazione, evidentemente, per fare 'bisboccia' in piazza infrangendo le regole, con il benestare di Questura e forze dell'ordine, evidentemente.

Questo è il 25 aprile per Malafoglia: un'occasione per infrangere le regole organizzando una festicciola in piazza.

Non sentivamo davvero il bisogno di questa polemica, non sentivamo davvero il bisogno di questa ennesima offesa all'Aquila democratica e civile. E ci auguriamo che il sindaco della città capoluogo di Regione prenda immediatamente le distanze dall'intervento del portavoce del suo partito.

Oggi, si è davvero toccato il fondo.

"Solo chi rappresenta un partito che già dal simbolo richiama il fascismo può oltraggiare la memoria dei Nove Martiri e della Resistenza con una polemica meschina e falsa sul presidio organizzato nell’omonima, gloriosa Piazzetta cittadina, in onore e in memoria dei giovani uccisi nel ‘43 dai nazifascisti", scrivono le organizzazioni che hanno dato vita alle celebrazioni. "Tutto si è svolto tranquillamente e regolarmente, in piena sicurezza e sotto il controllo della questura, delle forze dell'ordine e della polizia municipale. Stamattina, nel 76° anniversario della Liberazione, nella piazzetta sono risuonate poesie, parole e canti di libertà, di pace e di lotta partigiana per esaltare il coraggio, l’esempio e il sacrificio estremo dei nove ragazzi da cui è nata L’Aquila democratica. Se in un giorno come oggi si vuole trovare un simbolo di vergogna lo si cerchi in Comune tra chi ha oltraggiato i familiari dei Nove Martiri a cui è stato impedito persino di partecipare alla cerimonia alla Caserma Pasquali dove furono fucilati. I fascisti di ieri e di oggi fanno veramente pena. E noi orgogliosamente continueremo a batterci, scegliendo di stare dalla parte giusta: dalla parte dell’antifascismo, della libertà, della giustizia e della dignità delle persone".

 

Ultima modifica il Lunedì, 26 Aprile 2021 08:15

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