Anche L’Aquila è scesa in piazza per esprimere preoccupazione, indignazione e rabbia per quanto sta avvenendo in Palestina dove una serie di atti politicamente gravi ha generato una crescente spirale di violenza fino ad arrivare all’intervento militare di Israele che, di fatto, rappresenta un ennesimo atto contro un popolo a cui, dal 1948 a d oggi, è stata sottratto con violenza il diritto di abitare, attraversare e governare la propria terra.
Tantissime persone, convocate da ANPI, AQUILASMUS ESN, ARCI PROVINCIALE, ARCI GAY AQ, CIRCOLO QUERENCIA, ASSUR, CGIL, Collettivo GLOBULI ROSSI, L’AQUILA UNITED, LINK, MGS, PD, Partito della Rifondazione Comunista, RETE 8 MARZO, Sinistra Italiana, 3.32, UDS, UDU si sono ritrovate in Piazza Duomo per denunciare i crimini perpetrati nella striscia di Gaza dall'esercito israeliano.
D'altra parte, l’evacuazione delle famiglie palestinesi da Sheik Jarrah ha il tono ed i modi della pulizia etnica, mostra chiaramente l’intento discriminatorio di Israele e sta ottenendo il solo risultato di alimentare un clima di violenza e odio all’interno delle due comunità piuttosto che procedere alla costruzione di percorsi di pace e di perseguire quella forse possibile convivenza a cui si oppongono, come un manifesto, le azioni israeliane che, passando per l’evacuazione, l’esproprio e la costituzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme est, ne vanificano ogni tentativo.
Per questo Associazioni, forze politiche e sindacali aquilane, in un ampio fronte di dissenso, hanno voluto raccogliere l’appello della Comunità Palestinese in Italia organizzando un presidio, nel pieno rispetto della normativa anti-covid, per chiedere che cessi immediatamente il massacro del popolo palestinese, l’espansione coloniale israeliana, l’occupazione illegale della Palestina e per affermare, soprattutto, la necessità di interventi del Governo italiano, della Comunità internazionale e dell’ONU, per la promozione di forti azioni diplomatiche di pace e di rispetto del diritto internazionale che portino alla rimozione delle cause della violenza e al riconoscimento dello Stato palestinese come misura necessaria per l’avvio di relazioni paritetiche tra i due Stati.