"Ciò che è accaduto a Pescara con la rimozione anzitempo del manager della Asl Armando Mancini, definita illegittima da ben due sentenze, sta per ripetersi a L’Aquila, dove la messa sotto accusa del manager Roberto Testa potrebbe finire con il commissariamento di tutta la struttura manageriale della Asl nominata dal centrodestra, e potrebbe verificarsi anche a Chieti, dove sotto la lente c’è da settimane l’attività del Direttore generale Thomas Schael".
A dirlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, che sottolinea come il centrodestra stia mettendo in discussione le sue stesse nomine, "senza tenere conto dei pronunciamenti che espongono il governo regionale a un nuovo e possibile atto illegittimo, spinto forse più dalla questione delle poltrone che dall'esigenza di verifica dell’operato sotto accusa, visto che tale prerogativa manca, ad esempio, sulla Asl di Pescara a guida Ciamponi dopo gli ultimi fatti di cronaca e che nel caso dell'Aquila, invece, accelera dopo la nomina a direttore sanitario di Alfonso Mascitelli, anch’egli 'dimissinato' dall’Asr e su cui forse la politica voleva imporre una sua indicazione, anche se le norme dicono ben altro".
E questo accade - l'affondo di Paolucci - in un momento critico per la ripresa post pandemia, "in cui la comunità attende che ripartano servizi di prevenzione e cura sul territorio, fermi da un anno e mezzo; rischia di verificarsi ciò che la rimozione dell’ex manager Mancini ha già comportato, sia giudizialmente che amministrativamente, per la Regione e la Asl di Pescara: un atto illegittimo che porteremo al vaglio della Corte dei Conti perché vengano accertate le responsabilità contabili della scelta. Ma se la Giunta comunque mette sotto accusa la dirigenza delle Asl di cui ha nominato i vertici, non si spiega perché, in queste settimane, non ci siano state attività di verifica sulla Asl di Pescara, cosa auspicabile alla luce dei fatti di cronaca che la riguardano e su cui faranno luce le autorità competenti".
A dire il vero, tale iniziativa dell’esecutivo sembra più un maldestro tentativo per celare la propria incapacità di programmare la sanità - aggiunge l'ex assessore alla Salute - "cercando di scaricare sui propri vertici Asl due anni e mezzo di mancate scelte; governance e deficit sanitario che derivano dall’assoluta latitanza di una guida efficace da parte del governo regionale sul comparto. D'altra parte la Regione nulla dice in relazione alla nota dell'8 maggio 2020 inoltrata dall'Azienda Sanitaria Aquilana proprio alla Regione Abruzzo circa le attività da mettere in campo sulla pandemia. In queste condizioni, l’Abruzzo oggi rischia un nuovo commissariamento, da cui era uscito nel 2016 grazie al lavoro della Giunta di centrosinistra. Un lavoro, il nostro, che era incentrato sul risanamento della sanità e non sulle poltrone e sul piazzamento o rimozione del manager di turno, gioco al massacro che sembra invece continuare a interessare molto il presidente Marsilio e buona parte della sua maggioranza".