Negli ultimi due anni, la Giunta comunale ha rinnovato la flotta dei mezzi dell'Ama, l'azienda partecipata del trasporto pubblico locale, abbassando l'età media del parco bus.
In particolare, sono stati acquistati dieci bus elettrici (e altri dieci dovrebbero arrivare).
Come noto, Ama aveva chiuso in rosso gli esercizi 2016, 2017 e 2018, accumulando perdite per 2 milioni di euro ed erodendo praticamente tutto il proprio capitale sociale. L'acquisto di nuovi mezzi, spiegò il sindaco Pierluigi Biondi annunciando l'annuncio dei bus, "si inserisce nel più ampio piano di risanamento della partecipata", avviato con il trasferimento di 900.000 euro per compensare il mancato trasferimento da parte della Regione sull'adeguamento del contratto collettivo nazionale dei dipendenti, e con lo stanziamento di un contributo di 4 milioni, comprendente la ricapitalizzazione approvata dal Consiglio nazionale e l'adeguamento al contratto di servizio, spalmati su un triennio per aggiustare i bilanci dell'azienda.
"L'acquisto di mezzi nuovi consente di efficientare la flotta Ama e quindi il servizio. Permette inoltre risparmi sulle spese di manutenzione e sul carburante in particolare per quanto riguarda i mezzi elettrici" affermò il primo cittadino.
Ebbene, per l'acquisto dei bus sono stati investiti circa 4 milioni e mezzo di euro; ognuno di essi costa 450mila euro più Iva. Tuttavia, sulle strade cittadine ne circolano soltanto 3 al giorno: gli altri 7 restano fermi.
A denunciarlo è il capogruppo del Pd Stefano Palumbo, che spiega: "Ognuno di noi da per scontato che i 10 (+10) autobus elettrici acquistati dal comune dell'Aquila vengano utilizzati quotidianamente per trasportare persone da una parte all'altra della città. E invece no: sapete perché? Perché l'impianto elettrico dell'AMA non consente di ricaricarne più di 3 al giorno e l'azienda non è nelle condizioni finanziarie di realizzare una nuova centrale elettrica o (meglio sarebbe) un parco fotovoltaico".
Dunque degli attuali 10 autobus, ogni giorno 7 (a breve saranno 17) restano fermi in deposito. "Trovo invece inaccettabile il costo milionario sostenuto con fondi pubblici per promuovere con selfie, post e comunicati stampa una mobilità sostenibile nei fatti inesistente", l'affondo di Palumbo. "Innegabile l'abilità dei nostri attori ma il loro cachet sembra davvero esagerato".