"Chiusa la crisi tra la Lega ed il resto della maggioranza in Comune, il deputato Luigi D’Eramo, dopo aver deposto - badate bene, deposto ma non ancora sotterrato - l’ascia di guerra, ha dichiarato, con una enfasi degna di ben altra causa, che l’attuale Sindaco sarà l’unico candidato per l’intero centrodestra aquilano alle prossime elezioni comunali (si svolgeranno, come è ormai arcinoto, nella primavera del 2022). Sembrava una resa incondizionata da parte dei ribelli compagni di maggioranza amministrativa, invece, a mio giudizio, non è proprio così".
A dirlo è il capogruppo di Articolo 1, Giustino Masciocco.
Che spiega il senso del suo ragionamento: "Dopo tale annuncio, Biondi avrebbe dovuto essere felice della ricandidatura, ma non mi è sembrato così entusiasta, perché, secondo me, tale felicità, dovrebbe presupporre il fatto di dover credere fino in fondo alla sincerità della Lega, a volte spalleggiata anche da Forza Italia (che non lesina prese di posizioni durissime nei confronti di assessori/e molto vicini al primo cittadino) nella critica dell’attività amministrativa. Sia ben chiaro, nessuno mette in dubbio la lealtà dei partiti di centrodestra al governo cittadino, ma penso che, nella testa di Biondi, potrebbero risuonare con allarme, le seguenti domande: mi candido o non mi candido? Mi fregano o non mi fregano? I cittadini mi voteranno o non mi voteranno? Vado alla Camera o al Senato?".
Per non saper né leggere né scrivere, nel dubbio - l'affondo di Masciocco - "l’attuale Sindaco ha aumentato la propria presa (le norme glielo consentono) su tutti i comparti dell’amministrazione; oramai, gli assessori sono relegati in fondo ai comunicati e ai margini delle conferenze stampa: è stato stoppato qualsiasi tipo di loro attivismo comunicativo. Credo che questo comportamento potrebbe essere utile a far emergere l’uomo solo al comando che, a dispetto di tutti i traditori, di tutte le spie, di tutte le persone che hanno voluto lasciare il Comune, anche a causa del clima lavorativo che si respira, continua, indefesso e solitario, a pensare - solo lui, però - di fare del bene alla Città. Personalmente ritengo che in questo modo, si rischia una pericolosa bulimia di potere che potrebbe portare, rapidamente, al declino politico amministrativo di Palazzo Margherita (Fibbioni non mi viene). Si pensa di copiare, sbagliando, il “ghe pensi mi” di berlusconiana memoria".
In fondo, il post scriptum di Masciocco: "peccato che, per essere eletti alla Presidenza della Repubblica Italiana, bisogna aver compiuto il 50° anno di età. Ma se a Mattarella dovessero prolungare di 3 anni il mandato? Pensaci Sindaco, è un’altra opportunità di carriera politica".