Ancora polemiche, a due giorni dal pronunciamento dell'Ufficio centrale Regionale della Corte d'Appello che ha ufficializzato la composizione dell'assise consiliare.
Ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire. Nella proiezione pubblicata da NewsTown il 29 maggio scorso, a far di conto con le difficili regole di una legge elettorale cervellotica, risultavano 10 seggi assegnati al Partito Democratico e non 11 come poi ufficializzato dall'Ufficio Centrale.
Il nodo è intorno ai voti espressi in provincia di Teramo: a NewsTown, risultava eletto in maggioranza il candidato di Regione Facile, Alessio Monaco, e non Antonio Innaurato del Pd. Ed in effetti - a quanto pare - ci sarebbe stato un errore nell'attribuzione dei voti alla lista civica d'appoggio a Luciano D'Alfonso: ben 8 mila preferenze in meno nella circoscrizione teramana (571 voti invece di 8571), per un totale di 29 mila voti in Abruzzo invece dei 37mila effettivi.
Dunque, Alessio Monaco ha fatto immediatamente ricorso al Tar: fosse accolto, come pensiamo, otterebbe un seggio in maggioranza per la provincia di Teramo. Si tornerebbe - così - alla prima proiezione pubblicata da NewsTown: dentro Monaco, fuori Innaurato con 10 seggi al Partito Democratico e 2 a Regione Facile.
Staremo a vedere. Intanto, il consigliere di Forza Italia eletto nella circoscrizione aquilana - Emilio Iampieri - con una nota diramata nel pomeriggio di ieri, ha svelato di aver presentato un esposto ai carabinieri perché sarebbero stati conteggiati meno voti di quelli che in realtà avrebbe effettivamente ottenuto. "I dati ufficiali relativi al numero complessivo delle preferenze sembrano non corrispondere a quelli reali, che, per quanto mi riguarda, mi risultano essere decisamente più consistenti", si legge nella nota. "Ho troppo rispetto del voto degli elettori per non sentirmi in dovere di chiedere altrettanto rispetto per ogni singolo voto che mi è stato liberamente dato e farò tutto quanto è nelle mie facoltà per tutelare l’espressione elettorale".
Iampieri ha scelto la giustizia ordinaria per fare chiarezza sulle preferenze realmente ottenute. Non cambierà nulla, comunque, essendo stato comunque eletto.