La prima settimana di entrata in vigore della delibera sulla pedonalizzazione del centro storico ha mostrato, plasticamente, gli effetti della mancata pianificazione, di una gestione priva di visione che, di fatto, è stata incapace di restituire una vocazione al cuore pulsante della città.
Ed oggi, sono tutti scontenti: insoddisfatti i cittadini che vorrebbero un centro storico davvero pedonale, così come si dovrebbe in una città d'arte, e che recriminano sulla 'timidezza' del provvedimento adottato, sebbene si tratti almeno di un primo passo; insoddisfatti i commercianti, i professionisti e i residenti che, pur favorevoli alla pedonalizzazione, denunciano la mancanza di servizi, l'assenza di interventi, sul breve, medio e lungo periodo, che avrebbero dovuto accompagnare il percorso di chiusura di alcune aree del centro storico alle automobili.
D'altra parte, nel corso della settimana la città è 'soffocata' dalla mancata regolamentazione dei mezzi della ricostruzione, camion, camioncini, automobili private di operai, tecnici dei cantieri e imprenditori che rendono invivibile il centro storico penalizzando le attività commerciali e i residenti; alla sera, dalle 19, con l'area pedonale che, come noto, si estende dall'inizio di corso Federico II a piazza Duomo, abbracciando anche via Indipendenza, piazza S. Biagio, piazza S. Marco e via Simeonibus, l'assenza di parcheggi finisce per incidere negativamente sulla vivibilità dei residenti, sui cittadini che vorrebbero godere di una serata tra i vicoli e le piazze della città, sui commercianti. Le automobili, infatti, vengono lasciate ovunque, ammucchiate tutt'intorno all'area pedonale, e 'fioccano' le multe a coloro che hanno già violato le regole.
A fare il resto è la mancata visione della classe dirigente cittadina, la mancata condivisione di una vocazione per il centro che non ha consentito di governare la rinascita del cuore della città lasciando proliferare bar, pub e ristoranti senza che si prevedesse altro; il risultato è che, in centro storico - oltre gli eventi - c'è davvero poco da fare se non sedersi ad un tavolo per consumare. Con i problemi legati alla 'movida' molesta che ne conseguono.
Ed in questo primo fine settimana di chiusura dal mattino, tra l'altro, fino a sera si è vista davvero poco gente - lo hanno denunciato i commercianti, che parlano di un calo di fatturato rispetto a sabato scorso del 70% - e sebbene si tratti del primo week end di luglio, con i cittadini che, magari, hanno preferito una gita fuori porta o sono partiti per le vacanze, è di certo l'ennesima stortura di una gestione non condivisa e mal gestita.
Una situazione che sta alimentando tensioni e malumori.
Nei giorni scorsi, un centinaio tra commercianti, residenti e professionisti del centro storico hanno inviato una lettera aperta al sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi; una dura presa di posizione avverso la delibera della Giunta comunale che ha istituito la pedonalizzazione, in cui si è denunciato, tra l'altro, il mancato ascolto delle proposte che pure erano state avanzate all'amministrazione. "Auspichiamo una totale pedonalizzazione del centro storico - si legge nella lettera - perché questo significherebbe aver realizzato le infrastrutture necessarie a permettere questo cambiamento proprio come è avvenuto in tutte le città che hanno centrato una sana vivibilità del centro storico".
Pedonalizzare il centro storico necessitava di programmazione e di azioni nel breve e nel medio e lungo termine, è stato ribadito. "La pedonalizzazione doveva essere l’ovvia conclusione di una strutturalità d'interventi messi in campo dall’amministrazione comunale", l'affondo; "si è passati invece dal Fare Centro come misura centrale della ripresa a una chiusura senza logica, soprattutto se vista con le criticità croniche proprie del centro storico. Il luogo della Sua azione - hanno scritto commercianti, residenti e professionisti a Biondi - avrebbe dovuto essere il consiglio comunale del 2019 sulla ripresa del centro storico che aveva prodotto unanimemente una programmazione precisa e specifica su quanto si doveva realizzare. Quanti obiettivi di quelli messi allora in agenda sono stati centrati in questi due anni? In questi due anni da quel consiglio, quattro dalla Sua elezione, si sarebbero dovute avere risposte chiare su parcheggi, regolamentazione dei mezzi della ricostruzione, utilizzo del terminal per gli operai edili, sicurezza, videosorveglianza".
Una lettera che non è piaciuta affatto al sindaco, a quanto si è appreso.
D'altra parte, lunedì 5 luglio è stato convocato un Consiglio comunale straordinario sul centro storico, con la maggioranza che arriva spaccata al confronto - Lega e Forza Italia sono su posizioni diverse rispetto al sindaco e all'assessore alla viabilità - e il rischio di una protesta fuori dall'aula che si vorrebbe in ogni modo evitare.
In queste ore si sarebbe tentata un'interlocuzione, in alcuni casi 'poco ortodossa', con l'obiettivo, tra l'altro, di rompere il fronte dei commercianti o, almeno, di isolarli rispetto a residenti e professionisti.
Nella giornata di ieri, la Questura ha addirittura convocato un commerciante di via Garibaldi 'colpevole' di aver inviato dei messaggi ai colleghi dando appuntamento all'Emiciclo, laddove si terrà la seduta straordinaria del Consiglio; evidentemente, l'invito alla partecipazione attiva è stato interpretato come un tentativo di organizzare una manifestazione non autorizzata. Non era affatto così, e il commerciante ha avuto modo di chiarire il suo intento, e cioé stimolare i colleghi a presenziare ai lavori dell'assise; tuttavia, ciò che sta accadendo restituisce l'immagine di una città arrabbiata, divisa, incapace di condividere un'idea di futuro, di costruire insieme una dimensione comunitaria matura.
Davvero preoccupante, e le responsabilità sono chiare.