Un brutto pasticcio. L'ufficio Centrale Circoscrizionale di Teramo per le elezioni regionali ha corretto i dati riguardanti i voti espressi per 'Regione Facile' e rispedito i plichi alla Corte d'Appello dell'Aquila. In sostanza, i voti ottenuti dalla lista civica - nella provincia teramana - sono 8mila e 2 in più di quelli inizialmente comunicati. La 'svista' ha falsato i totali ottenuti dalla lista civica a livello regionale e, così, il numero di voti assegnati a Luciano D'Alfonso, modificando i quozienti elettorali e i seggi da attribuire alle liste a sostegno del Presidente eletto.
Dunque, in seno alla maggioranza, sarebbero stati erroneamente assegnati 11 seggi al Partito Democratico e soltanto 1 a Regione Facile. E quindi, tra qualche ora la Corte d'Appello potrebbe emendare il precedente provvedimento proclamando la nuova assegnazione dei seggi che non andrebbe a modificare, comunque, gli equilibri tra maggioranza e opposizione: infatti, 17 seggi resterebbero al centrosinistra, 12 alle opposizioni. Ai 29 consiglieri, naturalmente, vanno aggiunti il presidente Luciano D'Alfonso e l'uscente Gianni Chiodi.
Piuttosto, verrebbe modificata la composizione della maggioranza: un seggio in meno al Partito Democratico, e sarebbe fuori Antonio Innaurato, un seggio in più a 'Regione Facile', dentro Alessio Monaco. Come da proiezione pubblicata da NewsTown il 29 maggio.
Semplice? Mica tanto. In molti si dicono scettici sulla possibilità giuridica di modificare un provvedimento emanato.
Inoltre, nei verbali di Teramo ci sarebbe anche un altro errore: la lista 'Valore Abruzzo' ha lamentato come siano state indicate 139 preferenze invece delle 2.183 che risultano sul sito della Regione Abruzzo. Errore corretto, che non dovrebbe influire sull’assegnazione dei seggi perché 'Valore Abruzzo' non ha raggiunto il quorum stabilito. Il condizionale è d'obbligo.
Altri dubbi non lasciano tranquilli i 'presunti' eletti in maggioranza. Perché? Proviamo a spiegarlo. Senza perdersi in tecnicismi inutili: la legge elettorale prevede che si divida il totale dei voti ottenuti dalla coalizione che ha sostenuto Luciano D'Alfonso per il numero di seggi che spettano al centrosinistra aumentato di una unità (18, dunque). Ora, come detto il totale elettorale si è modificato: non più 282.216 ma 290.218. Vanno aggiunti, infatti, gli 8mila e 2 voti recuperati da 'Regione Facile'. Non cambierebbe nulla per quel che riguarda la spartizione dei seggi.
I guai però non finiscono mai: c'è un altro dubbio, che si annida intorno alla necessità di conteggiare o meno, nel totale dei voti ottenuti dalla coalizione per D'Alfonso, anche le preferenze delle liste che non hanno superato il quorum. Qualora si dovessero contare anche le preferenze delle liste che non hanno superato lo sbarramento, nel computo totale influirebbe anche l'errore compiuto a Teramo con le preferenze espresse per 'Valore Abruzzo'.
Insomma, il dubbio è: la cifra elettorale della maggioranza è il totale dei voti delle liste della coalizione o solo delle liste che hanno preso i seggi? Fatti i calcoli e ripetuta la simulazione, con la prima delle ipotesi l'assegnazione dei seggi non cambierebbe. Ma - ed è il ma più preoccupante - potrebbero invece cambiare alcuni volti tra i 10 eletti nel Partito Democratico
Dovrà pronunciarsi la Corte d'Appello. Intanto, i giorni passano e la vergognosa confusione resta.