Il centrodestra scavalca il Consiglio regionale e invia la delibera con il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera direttamente al ministero della Salute.
La denuncia viene dal consigliere regionale di opposizione Americo Di Benedetto, che, in una nota, parla di "una violenza politica preclusiva dell’esercizio dei diritti del consiglio di gravità inaudita".
La potestà legislativa programmatoria in materia sanitaria, in conseguenza del Commissariamento durato fino al 2016, "venne espropriata dalla competenza del Consiglio regionale per evidenti motivi straordinari. La stessa straordinarietà derogatoria il governo regionale ha provato ad attribuirla al contesto pandemico che stiamo vivendo, ma, recentemente, su precisa istanza delle forze di centro-sinistra, il Collegio regionale per le garanzie statutarie si è pronunciato ritenendo che l'urgenza che motiva l'approvazione di atti di indirizzo e programmazione della rete Covid da parte della Giunta non possa estendersi al Piano sanitario e alla riorganizzazione della Rete ospedaliera, per i quali quindi si sarebbe dovuti tornare al pieno coinvolgimento del Consiglio regionale e non del solo organo esecutivo" sottolinea Di Benedetto.
Un iter che avrebbe previsto il passaggio istruttorio del documento nelle competenti Commissioni e in Consiglio "al fine di licenziare una norma da sottoporre a condizione sospensiva (il parere del Ministro della Salute) la cui verifica, anche modificativa della norma sospesa, avrebbe determinato, di fatto e in diritto, l’approvazione definitiva della legge di riordino. E invece - l'affondo del consigliere regionale di 'Legnini presidente - dalla maggioranza regionale di centro-destra l’ennesimo colpo ad affetto! Si è deciso, arbitrariamente, di superare il normale confronto in Commissione inviando direttamente al Ministero il documento approvato con DGR n. 463/C del 26.07.2021, di fatto evitando il legittimo e previsto corso dell’attività consiliare, tra cui l’imprescindibile azione emendativa - utile a migliorare la qualità e l’efficacia del testo specie su un tema così delicato e di evidente importanza com’è la reingegnerizzazione della governance sanitaria- la cui proponibilità non è stata esclusa ma che, ad ogni buon conto, visto il ribaltamento procedurale, per patto di maggioranza non verrà mai accettata".
Non si può che stigmatizzare questo comportamento, "un’incomprensibile ingerenza del governo regionale che, peraltro, avviene successivamente a diverse interlocuzioni informali che le forze di opposizione hanno avuto con l’Assessore regionale Verì, con il Direttore regionale del Dipartimento Sanità D’Amario e con il Direttore dell'Agenzia Sanitaria Regionale Cosenza, in commissioni all’uopo convocate, presentando loro persino valida documentazione utile al confronto ma sulla quale non si è mai ricevuto nessun riscontro né risposta".
Una "violenza politica preclusiva dell’esercizio dei diritti del Consiglio regionale di gravità inaudita, ennesimo esempio di come viene amministrata la Regione Abruzzo dal punto di vista sanitario (e non solo!). Occorrerebbe tutelare realmente la democrazia nelle sedi istituzionali, e ancor più la dignità della sanità, non per ultima quella della città dell’Aquila e del nosocomio aquilano, troppo spesso vilipesa negli ultimi tempi da scelte discutibili e provvedimenti assunti dinanzi alle quali il sottoscritto non potrà che continuare ad avere un atteggiamento fermo e di determinata contrapposizione".