"Alla luce della decisione della Presidenza del Senato di stralciare, in contrasto a quanto unanimemente deciso dalle commissioni parlamentari, l’emendamento per la proroga dell’attività dei quattro Tribunali abruzzesi di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto, questa organizzazione sindacale esprime viva preoccupazione per la futura imminente chiusura (22 settembre 2022) di importantissimi presidi di giustizia e legalità".
Si legge in una nota firmata dal segretario generale della Cgil della provincia dell'Aquila Francesco Marrelli e dal segretario della Fp provinciale Anthony Pasqualone che ricostruiscono l’excursus che ha portato alla chiusura dei Tribunali abruzzesi: "la Legge n. 148/2011, che prevedeva la soppressione di alcuni Tribunali nazionali - legge legata all’allora “spending review” come se la giustizia, così come la sanità, possano essere materie soggette a diktat economici piuttosto che alle esigenze delle cittadine e dei cittadini che per tali servizi pagano le tasse - avrebbe dovuto ridefinire l’assetto territoriale degli uffici giudiziari, eventualmente 'trasferendo territori dall’attuale circondario a circondari limitrofi'; si sarebbe dovuto procedere tenendo conto di 'criteri oggettivi ed omogenei' tra i quali, tra gli altri, 'l’estensione del territorio, specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, presenza di criminalità organizzata'. Appare di tutta evidenza come nessuno di tali criteri sia stato adottato per decidere la soppressione dei quattro Tribunali abruzzesi e, in effetti, l’unico criterio adottato sia stato quello di uno sbandierato, mai provato da nessun tecnico ministeriale, eventuale risparmio".
Per prendere ad esempio il Tribunale di Sulmona, sottolineano Marrelli e Pasqualone, nemmeno uno dei criteri precedentemente elencati è stato tenuto in considerazione, "sia relativamente al territorio ed alle infrastrutture dello stesso che alla presenza di uno degli Istituti penitenziari più importante a livello nazionale".
La volontà espressa dai componenti delle commissioni parlamentari finalizzata al mantenimento dei Tribunali così detti 'minori', andava a rafforzare una sinergica attività dei territori, con presidi di legalità e giustizia e garantiva una opportunità a beneficio del tessuto sociale ed economico del territorio Peligno e Marsicano. La Cgil "ribadisce la propria netta contrarietà alla chiusura dei Tribunali abruzzesi, ed è impegnata, su questo fronte di lotta, insieme a lavoratrici e lavoratori del comparto"; il sindacato "evidenzia l'inderogabile necessità di unità di intenti tra tutti i soggetti istituzionali, mediante il coinvolgimento di amministratrici ed amministratori locali, di cittadine e cittadini e di parlamentari, finalizzando l’azione politica non solo all’ottenimento di proroghe, ma a definitive soluzioni di mantenimento dei presidi Pubblici nel territorio che restituiscano e garantiscano una continuità del servizio Pubblico".
Dunque, Marrelli e Pasqualone invitano tutte le istituzioni, forze politiche e tutta la comunità "a sentirsi coinvolti nelle prossime battaglie che si dovranno mettere in campo per scongiurare le chiusure in maniera definitiva, attraverso un vero riordino dei circondari dei Tribunali abruzzesi, necessario all’efficientamento del servizio della giustizia. Continueremo la nostra incessante battaglia, a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto Giustizia e sosterremo ogni utile iniziativa a salvaguardia del lavoro, degli Uffici Giudiziari Abruzzesi, dei presidi di prossimità, nella giusta ottica di valorizzare tutte le articolazioni giudiziarie e la loro relativa missione costituzionale".