Il Comune dell'Aquila ha restituito poco meno di 134 mila euro dei 173 mila che erano stati destinati all'Ente dal Dipartimento per le politiche della famiglia per il finanziamento straordinario di "interventi per il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività dei minori di età compresa tra zero e sedici anni, per i mesi da giugno a settembre 2020".
Risorse che l'amministrazione attiva, il settore Politiche sociali in particolare, non è stata evidentemente in grado di programmare e spendere.
Si evince da una determinazione dirigenziale, la numero 3138 del 5 agosto scorso.
Ricorderete che con deliberazione di Giunta n. 330 del 26 giugno 2020, l'amministrazione aveva avviato l'iter per l'assegnazione di contributi in favore di organizzazioni ed enti del terzo settore che intendessero realizzare iniziative concernenti attività nei centri estivi; erano stati stanziati 120mila euro dal bilancio comunale, con l'impegno ad istruire una specifica programmazione a fronte di eventuali, ulteriori fondi governativi o regionali.
Nello specifico, il provvedimento prevedeva il finanziamento delle attività fino al 60% della spesa complessiva del progetto per il quale si richiedeva il finanziamento, per un massimo di 8mila euro assegnabili.
Con determina dirigenziale 2757/2020 si è provveduto ad approvare l'apposito avviso pubblico con lo schema di domanda per l’assegnazione dei contributi economici; alla scadenza sono pervenute 12 richieste di altrettanti enti e associazioni, ne sono state accolte 7. Con determina dirigenziale n. 4652/2020, dunque, si è provveduto ad assegnare e liquidare gli importi spettanti ai beneficiari in misura del 50% a titolo di anticipo, nonché ad approvare i relativi elenchi degli ammessi e dei sospesi. Con successiva determinazione dirigenziale n. 848 dell'8 marzo 2021 si è poi liquidato il saldo spettante agli ammessi, fino al massimo del 60% della spesa come stabilito dall’Avviso pubblico, e all’approvazione dell’elenco dei non ammessi per mancanza di requisiti.
Nello specifico, sono stati assegnati poco più di 30 mila euro sui 120 mila stanziati.
Ora, non è chiaro per quale motivo, se è vero che erano maturate delle economie, ma, a seguito di colloqui intercorsi con il Funzionario del Dipartimento per le politiche della famiglia, una parte dei 173 mila euro riconosciuti al Comune, e che avrebbero dovuto essere programmati, stando almeno alla delibera del giugno 2020, con specifici provvedimenti, sono stati utilizzati per la copertura delle spese rendicontate ammissibili sostenute dalle Associazioni, e nel limite del 95% del costo del progetto.
Parliamo di 35mila e 265 euro complessivi a tre dei sette beneficiari; altri 3.522 euro sono andati invece ad altre due associazioni tra quelle ammesse a finanziamento.
Come detto, i restanti 134 mila euro sono stati restituiti al Dipartimento per le politiche della famiglia con provvedimento del 5 agosto scorso, un mese dopo la data che era stata indicata dal Ministero per la restituzione (il 6 luglio).
Dinanzi alle accuse, venute dai banchi delle opposizioni e, in particolare, dal capogruppo di Italia viva Paolo Romano, di non aver saputo programmare e spendere le risorse, per il 2021 l'amministrazione ha proceduto in modo diverso, istruendo - stavolta sì - una apposita delibera per la programmazione dei 178mila garantiti dal Governo.
I fondi sono stati ripartiti su due linee di azione: 100mila euro sono destinati al rimborso dei costi sostenuti per le iscrizioni dei bambini presso i centri estivi, secondo una percentuale variabile con il reddito Isee del nucleo familiare: verrà rimborsato il 100% del costo sostenuto se il nucleo familiare ha un reddito isee compreso tra 0 e 10mila euro, il 75% per isee tra 10mila e 20mila euro ed il 50% per isee compresi tra 20mila e 30mila euro. Gli ulteriori 78mila euro sono destinati, invece, alle associazioni o enti del terzo settore che vorranno realizzare dei centri estivi educativi all'interno di tre parchi comunali, o di strutture al chiuso per quanto riguarda la fascia di età 0-3 anni, a costo zero per le famiglie: anche in questo caso si procederà con un avviso pubblico in base al quale verranno ristorati al 100% i costi sostenuti dalle associazioni che realizzeranno il centro estivo secondo una scheda progettuale redatta dal servizio sociale dell'ente e parimenti approvata nella giunta comunale. I tre parchi interessati sono la villa comunale di Paganica, il parco Unicef in Via Strinella ed il parco comunale in Viale Caduti di via Fani.
Con altro provvedimento, il Comune ha messo in campo i 137mila euro del piano sociale comunale destinati al rimborso delle spese sostenute dalle associazioni che svolgono centri estivi nell'estate 2021, al netto delle quote di iscrizione ricevute, con possibilità di copertura fino al 95% per un massimo di 8mila euro.
Sperando che quest'anno i fondi possano essere spesi: è piuttosto paradossale, in effetti, che si siano generate economie sulle politiche sociali in un contesto pandemico.
"I comuni camminano quando godono di due fattori fondamentali: le risorse finanziarie per i servizi e la capacità delle risorse politiche di dare una visione a quei servizi nel breve e nel medio-lungo termine", l'affondo di Paolo Romano. "È evidente che a L’Aquila manca il secondo requisito. Oggi infatti si chiude il bando 2021 per i Centri estivi pari a 178mila euro di fondi ministeriali. I finanziamenti dell’anno scorso, arrivati dal ministro Bonetti, sono andati quasi totalmente indietro, dunque persi, quelli di quest’anno passeranno invece per le forche caudine di un avviso pubblico che inspiegabilmente mette più paletti che agevolazioni, più disagi nelle domande che facilitazioni nel prendere le risorse opportune da parte dei centri estivi".
"Basti vedere la clausola che vuole tanti operatori all’interno dei progetti da presentare e la scelta sperequativa di scegliere solo tre parchi pubblici, piuttosto che tutti i parchi cittadini", sottolinea Romano.
"Il Governo ha puntato molto sui centri estivi per far fronte all’emergenza COVID, si è tentato di dare un maggiore aiuto alle famiglie, in particolare quelle in difficoltà economica, ai bambini, già duramente colpiti dall’isolamento della pandemia e dall’insegnamento a distanza, unitamente alla capacità di consegnare alle città visione e una prospettive rinnovate da conservare anche a emergenza rientrata; purtroppo questa amministrazione comunale ha gettato tutto elle ortiche perché manca di incisività nella gestione delle politiche sociali, uno dei settori più delicati del Comune.