Il 25 gennaio scorso, la Giunta comunale aveva approvato una delibera per esercitare il diritto di prelazione per l'acquisto dal ministero dei Beni e le attività culturali dell'antica rameria del Vera.
Il Dicastero aveva trasmesso al Comune la "comunicazione di avvenuta denuncia dell’atto di trasferimento, a titolo oneroso, del complesso immobiliare sito a Tempera in via delle Mole"; la rameria, appunto, ristrutturata nel post sisma con fondi pubblici. Di fatto, la privata proprietà dell'immobile aveva stipulato un contratto di vendita, per 260mila euro, con una società: tuttavia, la legge prevede, in questi casi, che l'atto resti congelato fino alla verifica dell'eventuale interesse di un ente pubblico, a fronte dello stesso prezzo, ad acquisire l'immobile esercitando un diritto di prelazione.
Per questo, il Mibact aveva informato l'amministrazione comunale che si era attivata, dando il via libera alla delibera per l'acquisto del complesso. Poco meno di un mese dopo, alla fine di febbraio, il Consiglio aveva ratificato il provvedimento.
Nell’illustrare la delibera, l’assessore Vittorio Fabrizi aveva sottolineato come si trattasse di un edificio strategico per l’amministrazione comunale, con una superficie di circa 1400 metri quadrati posta al confine della riserva regionale Sorgenti del Fiume Vera (il cui Ente gestore è il Comune dell’Aquila): "non può essere considerato al di fuori della Riserva - aveva chiarito Fabrizi - per il notevole interesse culturale e per il richiamo che, una volta recuperato, avrebbe relativamente alla fruizione della Riserva stessa, in quanto la sua naturale destinazione è quella di polo museale di archeologia industriale".
D'altra parte, nelle previsioni del Piano di assetto naturalistico della Riserva, sovraordinato al Piano regolatore, era contemplata l’acquisizione prioritaria di tale edificio al patrimonio del Comune con la realizzazione del Museo della rameria, "unico museo che trova facilmente posto all’interno del territorio della Riserva e che sottolinea la specifica vocazione dell’area, non solo dal punto di vista naturalistico ma anche da quello antropologico".
Associazioni e cittadini di Tempera avevano voluto esprimere pubblicamente la loro gratitudine nei confronti dell'amministrazione attiva.
Se non fosse che oggi hanno ricevuto un'amara sorpresa: il Comune non ha rispettato i termini previsti dalla prelazione e la rameria, dunque, è stata acquistata dai privati che avevano formulato l'offerta da 260mila euro.
"La sua naturale destinazione di polo museale di archeologia industriale, capace di ospitare un 'centro visite' a servizio della Riserva Regionale del Vera si trasformerà, probabilmente, come anticipato dai nuovi proprietari, in un eccellente B&B con annessa paninoteca e/o pizzeria. Una scelta molto meno nobile ma senz’altro più remunerativa a livello privato, visto il flusso abnorme ed incontrollato di persone che sta profanando le nostre sorgenti, nella completa indifferenza del comitato di gestione", denunciano le associazioni in una nota.
"I cittadini di Tempera sono stanchi di sopportare le continue aggressioni che il loro territorio sta subendo per inerzia ed incompetenza di un’amministrazione comunale che da troppo tempo rifiuta di ascoltarli", l'affondo. "Le ripetute richieste di incontro al sindaco Pierluigi Biondi, di cui l’ultima con mail del 15 luglio 2021 a nome di tutte le associazioni locali, sono a tutt’oggi ignorate. Ci chiediamo a questo punto, noi onesti cittadini, cosa possiamo fare per interrompere questo circolo vizioso, che sta dilapidando le migliori ricchezze di questo territorio, fino a cancellare la nostra identità. Qualcosa faremo", la promessa.