Domenica, 12 Settembre 2021 15:46

L'Aquila, verso le elezioni politiche: si preannuncia una corsa a tre. Intanto, 'scoppia' il caso Pietrucci

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Si attendeva l'avvio della campagna elettorale, verso le politiche della primavera 2022; tuttavia, non si poteva prevedere che la lunga corsa si aprisse con uno scossone interno che rischia di terremotare il Partito democratico. 

"I panni sporchi si lavano in famiglia", recita un vecchio adagio che pare abbia origine medievale; evidentemente, i dem la pensano diversamente se è vero che, sui giornali, è emerso, violentissimo, lo scontro tra il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e il segretario regionale Michele Fina che, fino ad oggi, era rimasto sotterraneo. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l'elezione di Gianni Anastasio a coordinatore dei sindaci del cratere in quota centrosinistra; Pietrucci non ha nascosto di ritenere il sindaco di Pizzoli in palese conflitto d'interessi, considerato che, oltre a vestire la fascia tricolore del popoloso comune dell'aquilano,  lavora privatamente come ingegnere ed è responsabile tecnico dei comuni di Villa Sant'Angelo e Montereale, qui 'dipendente' di Massimiliano Giorgi che, al tavolo di coordinamento, sarà il suo vice per indicazione del centrodestra. 

Non è un mistero, però, che l'avversione di Pietrucci verso Anastasio abbia, anche, intuitive ragioni politiche: il timore è che il sindaco di Pizzoli possa ritentare la 'corsa' ad uno scranno in Regione, stavolta da una posizione di forza, e così ponendosi come alternativa ad un terzo mandato del consigliere aquilano dem. D'altra parte, Emilio Nusca prima e Francesco Di Paolo poi hanno tentato il salto da coordinatore a consigliere regionale: Di Paolo, tra l'altro, con la sua discesa in campo nel 2019 ha messo a serio rischio la rielezione di Pietrucci che, come ricorderete, è rientrato in Consiglio da primo dei non eletti con la nomina di Giovanni Legnini a commissario straordinario per la ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017. 

Da giorni si parlava di una presa di posizione pubblica di Pietrucci che, stando ai bene informati, era pronto a rompere col Pd: se non fosse che sul quotidiano online 'Il Germe' è stato pubblicato un articolo che ha svelato come il consigliere regionale sia 'in debito' col partito. Poco dopo, è arrivata la conferma dei democratici con una nota inviata alla stampa dal tesoriere Pino Venditti: "Il suo debito nei confronti del Partito democratico regionale è al 30 agosto 2021 di oltre 23mila euro", ha confermato il dirigente, "ed è grave che, nonostante i ripetuti inviti e tentativi di dialogo, il consigliere regionale non faccia fronte agli impegni di contributo".

Lo statuto del partito prevede che gli eletti sostengano economicamente la struttura gestionale con quote mensili che, nel caso della regione, ammontano a circa mille euro. "Gli impegni sono regolarmente assolti dagli altri esponenti del partito, tra cui i colleghi di Pietrucci e i parlamentari", ha aggiunto Venditti che poi si è lasciato andare ad una vera e propria stoccata: "Gli oltre 23mila euro dovuti da Pietrucci al Pd sono risorse sottratte all'attività politica e alla passione dei militanti, sofferenza per le casse nel far fronte alle spese e ai compensi, spesso minimi, di collaboratori e dipendenti, quando l'impegno non è volontario. Risorse dovute da candidati che ottengono l'elezione anche grazie alle infrastrutture e al servizio di una comunità, e che quella comunità rappresentano, oltre al proprio territorio".

Pietrucci ha inteso replicare con altrettanta durezza: "L'ultimo versamento l'ho fatto a gennaio, poi ho smesso perché il partito andava in una direzione del tutto contraria ai miei principi". D'altra parte, ha aggiunto il consigliere regionale, "ho versato contributi importanti al circolo aquilano e, dunque, se dovessimo fare i conti scopriremmo che ho contribuito più di altri". E ancora: "Non capisco il motivo per cui, in passato, non si è mai comunicata pubblicamente l'inadempienza di parlamentari e consiglieri regionali: con alcuni si è arrivati persino alle lettere degli avvocati. E' chiaro che siamo dinanzi ad un accoltellamento politico, con l'intenzione di farmi fuori dal partito perché troppo scomodo". Dunque, l'affondo: "Sono vittima dei metodi cainisti della segreteria regionale che sta distruggendo il partito, portandolo a percentuali ben al di sotto del 10%, come accaduto ad Avezzano".

Uno scontro violentissimo, e inedito, se è vero che Pietrucci minaccia azioni legali; uno scontro che ha il sapore della resa dei conti: è chiaro che, a questo punto, il consigliere regionale è 'fuori' dal partito, con ripercussioni difficili da prevedere. 

Ciò accade, tra l'altro, nel momento in cui si stanno definendo i possibili scenari verso le elezioni di primavra all'Aquila. 

In queste settimane, si è parlato di un possibile appoggio esterno di Pietrucci ad Americo Di Benedetto, con una lista costruita ad hoc: come anticipato da NewsTown, il consigliere regionale e comunale sarà di nuovo in campo, come candidato sindaco di una coalizione civica, moderata e liberista. L'assemblea del Passo Possibile, riunita settimana scorsa, ha chiesto formalmente a Di Benedetto di riprovarci, e di farlo in prima persona: l'annuncio è atteso nei prossimi giorni. Tuttavia, è difficile immaginare che Di Benedetto possa aprire a Pietrucci, considerato che l'intenzione, ribadita, è di costruire un campo alternativo al Pd e alla coalizione civico-progressista così come classicamente intesa. 

Di Benedetto è convinto, e l'ha spiegato anche ai nostri microfoni nei mesi scorsi, che sia più facile portare il centrodestra al ballottaggio se si contrappongono alla maggioranza uscente una candidatura moderata e una progressista, piuttosto che tentare la strada della larga coalizione, per poi fare sintesi al secondo turno; d'altra parte, sebbene ci siano altri nomi in campo, non è affatto peregrino pensare che la corsa possa essere a tre, con l'oramai quasi certa ricandidatura del sindaco uscente, Pierluigi Biondi, la discesa in campo di Di Benedetto e una candidatura del campo progressista.

E qui si innesta lo strappo di Pietrucci che rischia di mettere in seria difficoltà un partito, il Pd aquilano, già in imbarazzo nel fare sintesi tra i suoi esponenti con velleità di candidatura, in particolare Stefano Palumbo - che si è messo a disposizione pubblicamente - e Stefania Pezzopane, l'altro nome sul tavolo. Che partita giocherà il consigliere regionale? 

Intanto, Articolo Uno e Sinistra Italiana hanno lanciato 'L'Aquila coraggiosa', 40 giorni di incontri e eventi per "dare voce a chi si batte per una città migliore" [qui, l'approfondimento]: nell'ambito delle iniziative, venerdì 17 settembre, alle 19 a Piazza d'Arti, ci sarà il primo confronto pubblico tra le forze d'area progressista, un momento di discussione per provare a definire i confini di una coalizione aperta a movimenti e associazioni. E non si può escludere che possano essere le primarie a fare sintesi tra le diverse proposte, a patto che siano primarie vere, espressione del confronto tra le idee, e non lo strumento per risolvere problemi interni di scelta tra l'uno o l'altro candidato, così da evitare ciò che accadde nel 2017.

 

Pietrucci: "Ho subito un attacco vile per la battaglia politica sul coordinamento dei sindaci del cratere"

"Sarebbe bastato un briciolo di correttezza, intelligenza e senso di responsabilità per confrontarsi civilmente anche se aspramente all’interno del partito, evitando un attacco a freddo, ingiustificato e pubblico che finisce non solo per danneggiare la mia reputazione – che difenderò strenuamente fino in fondo – ma anche per creare confusione e sconcerto in tante compagne, compagni e persone per bene che continuano, bontà loro, a sperare nel PD e nel mondo progressista. Invece, alle mie legittime e ragionevoli critiche sulla gestione e l’esito della nomina del Coordinamento dei Sindaci del Cratere sismico 2009, si è preferito rispondere con un comunicato stampa del Tesoriere regionale che – alterando i dati – mi accusa ingiustamente di mancati versamenti".

Si legge nella replica del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci al tesoriere regionale del Pd.

"Mi sento offeso e amareggiato, perché la realtà è completamente diversa. Nella precedente legislatura ho versato mensilmente al PD regionale 740,00 € corrispondente alla misura del 10% della indennità percepita, oltre all’ulteriore importo mensile di 400,00 € come contributo al pagamento del canone di locazione della sede aquilana del Partito. In questi anni, insomma, in varie forme e modalità ho sostenuto il Partito Democratico più di quanto mi è stato e mi viene chiesto. Conteggiando l’insieme dei contributi e delle “liberalità” (come si chiamano oggi le antiche “sottoscrizioni” al Partito) ho dimostrato di aver messo a disposizione del PD oltre 33.600 euro (a fronte dei 23.000 di cui parla il Tesoriere). Si tratta di erogazioni al PD Regionale, contributi per le Feste dell’Unità, sottoscrizioni straordinarie e, soprattutto, versamenti mensili per assicurare l’affitto della Sede di via Paganica, storica Federazione provinciale che, dopo la ristrutturazione post sisma, non ha avuto il minimo sostegno finanziario né dal PD regionale, né da quello provinciale trasferitosi ad Avezzano dopo il 2009. Non solo non mi sono sottratto, dunque, ma mi sono preoccupato di ciò che altri hanno gravissimamente trascurato. E qualche mese fa, in una lettera al Tesoriere regionale rimasta senza risposta, avevo ricostruito questa situazione, ribadito la mia correttezza e confermato la disponibilità a versare 1.000 euro al mese (una cifra ben superiore al 10% previsto) da suddividere tra il PD regionale e quello cittadino dell’Aquila".

Il silenzio e l’indifferenza verso la mia proposta, aggiunge Pietrucci, "e dunque la pretesa del PD regionale di trattenere a sé l’intera somma senza investirla sulla sede e sull’attività politica del partito aquilano mi hanno confermato nell’impossibilità a procedere. Non mi presto, dunque, a una battaglia politica fatta scorrettamente con le veline passate alla stampa, con la delegittimazione della critica, con le offese personali. Per la mia onorabilità e per il rispetto che devo a chi mi ha votato, mi stima e mi sostiene".

Ultima modifica il Lunedì, 13 Settembre 2021 18:57

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