"I risultati di questa tornata elettorale per le amministrative confermano la tenuta della Lega in tutta la regione. Nei piccoli comuni sotto i quindicimila abitanti sono stati eletti 40 amministratori locali appartenenti al partito: a loro, un grande in bocca al lupo per il difficile lavoro che li attende. Nelle principali città al voto, invece, la Lega si è confermata quasi ovunque prima lista nel centrodestra, come a Roseto, Sulmona ed in particolare a Lanciano, dove siamo primo partito in città con l'11,7%".
A dirlo è il segretario della Lega Abruzzo Luigi D'Eramo che prova, così, a mettere a tacere i malumori che attraversano la coalizione di centrodestra, dai livelli nazionali a quelli locali. "Adesso, tutti gli sforzi sono puntati al turno del ballottaggio - assicura D'Eramo - dove migliaia di cittadini abruzzesi avranno l'occasione di scrivere il futuro della propria città scegliendo di votare per un centrodestra che sui territori si è dimostrato compatto e capace di offrire una proposta politica seria".
Se non fosse che anche Fratelli d'Italia rivendica di essere il partito più votato del centrodestra in Abruzzo. "Le partite nei comuni abruzzesi a doppio turno sono ancora tutte aperte" sottolinea il coordinatore regionale del partito della Meloni, Etel Sigismondi. Che aggiunge: "Fratelli d’Italia è il partito più votato del centrodestra, a testimonianza di una continua crescita non soltanto rispetto ai risultati delle scorse elezioni amministrative, ma anche rispetto al dato elettorale delle regionali e delle europee. Risultati importanti per FdI – aggiunge Sigismondi – frutto del grande lavoro svolto in questi anni da parte della classe dirigente, che ringrazio, come ringrazio i candidati, che si sono spesi in questa campagna elettorale e continueranno a dare battaglia per vincere al ballottaggio".
Insomma, la corsa alla leadership è già iniziata e l'Abruzzo, in questo senso, è un territorio fondamentale per i meloniani, considerato che a guidare la regione è Marco Marsilio. "In alcuni Comuni, come Vasto e Francavilla, il centrosinistra era convinto di vincere al primo turno, cosa che non si è verificata a dimostrazione che c'è aria di rinnovamento e di discontinuità e il centrodestra lavorerà per dar voce a questa voglia di cambiamento. Lo stesso faremo a Lanciano, dove abbiamo addirittura sfiorato la vittoria al primo turno. Particolare soddisfazione voglio esprimerla – ha concluso Sigismondi – per l’elezione di molti sindaci di area centrodestra nei comuni sotto i 15mila abitanti, segno che il nostro radicamento nel tessuto regionale, anche grazie al buon governo portato avanti dal Presidente Marsilio e dalla sua amministrazione, sta dando ottimi frutti".
Appunto.
Ma non finisce qui. Anche Forza Italia si sente "risorsa indispensabile al centrodestra per raggiungere il ballottaggio nelle cinque maggiori città dove prima governava il centrosinistra. Nella difficilissima sfida di Lanciano, abbiamo sfiorato la vittoria al primo turno, mentre a Vasto e Francavilla al Mare, tutte governate dal centrosinistra, la partita è aperta", le parole del coordinatore regionale Nazario Pagano. "A Roseto, William Di Marco è riuscito ad ottenere un difficilissimo accesso al ballottaggio, superando uno storico avversario radicato nel territorio come Tommaso Ginoble. L’unico risultato deludente è stato quello di Sulmona, dove non andremo al ballottaggio e questo ci spiace e ci preoccupa. Nei comuni più piccoli è indubbio che il centrodestra abbia prevalso sugli avversari politici, soprattutto in Provincia di Pescara e Chieti dove il centrosinistra è stato battuto ovunque".
Per ottenere una netta vittoria ai ballottaggi, prosegue il coordinatore di Forza Italia, e qui viene la parte interessante del ragionamento, "il centrodestra deve però pensare, ora più che mai, in termini di coalizione, mettendosi subito al lavoro. In Abruzzo come nel resto del Paese, infatti, il segnale politico che arriva da questo primo turno di elezioni amministrative è piuttosto chiaro: senza l'area moderata e liberale di Forza Italia, il centrodestra trova difficoltà a raggiungere una decisa affermazione nelle urne. In questi giorni bisognerà quindi saper recuperare quel voto di opinione più moderato che il nostro partito ha saputo rappresentare per anni, fungendo da realtà federatrice dell’intero centrodestra".
Eccola, la rivendicazione; anche in Abruzzo, come altrove, l'ala moderata della coalizione che, fino a qualche tempo fa, si ritrovava con numeri importanti intorno al partito di Berlusconi, inizia a criticare la deriva sovranista imposta da Salvini e Meloni che ha condannato ad una sostanziale irrilevanza, almeno fino ad oggi, il campo moderato allontanando un elettorato che pure si era mostrato decisivo per le sorti del centrodestra 'classicamente' inteso.
In questo senso, suonano ancora più esplicite le parole del senatore di 'Coraggio Italia' Gaetano Quagliariello che ieri, all'Aquila, ha inaugurato la nuova sede della Fondazione Magna Carta. "Scorgo per la prima volta, dopo tanto tempo, dei segnali di risveglio di un'area moderata e centrista. Credo che il voto ottenuto da Carlo Calenda a Roma sia, oggettivamente, impressionante; credo, altresì, che il 5,7% strappato dal mio partito alle regionali in Calabria, dove ci presentavamo per la prima volta, sia un segno che va in questa direzione così come quel voto, non malvagio, ottenuto dagli esponenti moderati di Forza Italia. Si deve aprire un dialogo, e vale anche in Abruzzo; o questa parte politica viene rappresentanta nella coalizione di centrodestra oppure ne deve prendere atto: una coalizione non è soltanto una somma algebrica, quando è una somma algebrica perde. E' questo il terreno che si apre, da subito: credo, per esempio, che il centrodestra a Sulmona debba appoggiare con decisione Andrea Gerosolimo".
Parole piuttosto chiare; un messaggio alla Lega, innanzitutto, che non pare propensa a sostenere l'ex assessore regionale al ballottaggio. D'altra parte, fu proprio il Carroccio a volere la cacciata di Marianna Scoccia dalla maggioranza di centrodestra in Regione.
Tuttavia, Quagliariello è convinto che senza i moderati il centrodestra, semplicemente, non è. "E' il motivo per il quale ho continuato a stare in movimenti che rappresentano quest'aria, cercando di dargli un segno di novità anche quando è stato duro, anche quando si è mangiato pane e cicoria. Penso che oggi, però, c'è qualcosa in più: chi ha scelto di partecipare al governo Draghi non può non essersi accorto che il Paese vuole ripartire, è lontano da esigenze ideologiche, non vuole toni arrabbiati, ha bisogno di concretezza e di buon senso. E questo non lo si può lasciare alla sinistra. Letta dice che l'Italia è tornata bipolare ma il bipolarimo se l'è costruito lui: da una parte sinistra e moderati, dall'altra la destra. Troppo facile. A questo gioco i centristi non debbono stare: debbono rivendicare, piuttosto, una autonomia e capire se il posto dei moderati è ancora nella coalizione di centrodestra".