“Il risultato delle elezioni amministrative è molto positivo; diciamo che balza agli occhi la necessità di schieramenti larghi che uniscano la sinistra, il Pd, il civismo e i 5 stelle. In Abruzzo, l’analisi è simile: i risultati sono positivi per il centrosinistra e sono molto negativi per le destre; andiamo ai ballottaggi in 4 delle 5 città principali e ci andiamo in vantaggio in 3 su 4. Credo che il 17 ottobre avremo delle belle sorprese”.
A dirlo è Fabio Ranieri, segretario regionale di Articolo Uno che commenta, così, i risultati delle elezioni amministrative di domenica e lunedì.
“Scelta di candidati all’altezza delle sfide che pone il governo di una città, coalizioni larghe su progetti chiari, inclusività sono la bussola che ci deve guidare anche in vista delle prossime elezioni, a partire, ovviamente, da quelle dell’Aquila”, sottolinea Ranieri.
Sulla stessa lunghezza d’onda Enrico Perilli, della segreteria regionale di Sinistra Italiana. “Il risultato del centrosinistra è andato oltre le più rosee previsioni; ciò dimostra che laddove c’è una coalizione che lavora bene, è solida e coesa – come accade a Bologna, per esempio, ma vale anche per Napoli che, oltre alla sindacatura De Magistris, ha una lunga tradizione progressista – i risultati arrivano. E’ di tutta evidenza, inoltre, che se il centrosinistra alimenta un’alleanza politica larga con i 5 stelle è competitivo, che si vinca o che perda. In questo senso, la sinistra ha fatto la sua parte: certo, non è ancora sufficiente e bisognerà lavorare in modo sistematico nei prossimi anni”.
Sull’Abruzzo, Perilli è più cauto: “a Roseto si è perso perché ci si è presentati spaccati, ed è un peccato perché si poteva vincere; a Francavilla, purtroppo, il problema non è chi vince ma come si governa e su questo andrebbe aperta una riflessione. Per Sulmona, dove si è raggiunto un risultato importantissimo di coalizione, c’è da attendere: fluttuano 3mila voti della destra che potrebbero andare a Gerosolimo”.
Perilli, d’altra parte, sottolinea il livello di astensionismo, “altissimo nelle grandi città; credo proprio si tratti di una astensione attiva: da una parte, in alcuni grandi centri come Roma, i problemi paiono ai cittadini oramai irrisolvibili; dall’altra, la sensazione è che una coalizione valga l’altra considerato pure il governo tecnico che sta guidando il paese”.
Detto ciò, per L’Aquila “c’è bisogno di una coalizione giallorossa larga, che vada dalla sinistra al centro, che parli di qualità della vita, decoro urbano, ecologia, che guardi in faccia le fragilità, senza infingimenti”.
Sinistra Italiana e Articolo Uno ci stanno già lavorando, col ciclo di iniziative di ‘L’Aquila coraggiosa’. “Vedo due ostacoli, su questo cammino: Americo Di Benedetto pare sia deciso ad andare da solo, in un percorso di autonomia alla Calenda, non ritrovandosi più, evidentemente, in questa coalizione; se così sarà, bisognerà rispettare la sua scelta. Non possiamo collocarlo dove non vuole collocarsi. Bisognerà farsene una ragione: continuare a fare appelli all’unità rischia di diventare sterile. Il secondo ostacolo è il Pd, che deve uscire dalle sabbie mobili in cui è precipitato; vanno sciolti i nodi e, se potranno essere utili, noi siamo pronti a partecipare alle primarie che, però, dovranno raccontare un confronto vero tra idee e proposte politiche. Significa che ogni partito dovrà presentare un solo candidato, per essere chiari. Le primarie non possono trasformarsi in una conta per risolvere problemi interni, altrimenti diventano una corsa a chi porta più gente a votare. Fatte così, non risolvono i problemi ma finiscono per acuirli”.
Su questo, la posizione di ‘L’Aquila coraggiosa’ è piuttosto chiara. “Bisogna, innanzitutto, farla finita di perdere tempo per qualche giochino tattico di alcuni esponenti del centrosinistra”, avverte Fabio Ranieri; “va costruita una coalizione, un progetto alternativo al centrodestra e va fatto in tempi brevi: in un’elezione amministrativa, quando ci si scontra con una maggioranza uscente bisogna avere tempo di mostrare ai cittadini che l’alternativa che si propone è migliore della proposta attuale. Se il progetto si costruisce all’ultimo momento si rischia di attirare al voto soltanto coloro che sono già schierati. Al contrario, credo che sull’Aquila ci sia uno spazio più ampio per dimostrare che questa amministrazione è stata un fallimento e che c’è una classe dirigente pronta a guidare la città per i prossimi cinque anni, decisivi per riaccelerare e reindirizzare sia la ricostruzione materiale che quella economica, sociale e culturale su cui si è molto indietro”.
Con ‘L’Aquila coraggiosa’ – prosegue Ranieri – “proporremo altre occasioni di dibattito nel mese di ottobre: dopo di che, ed è un appello che faccio, le forze politiche e civiche d’area, compresi i 5 stelle, debbono decidere velocemente se stare insieme, e me lo auguro, quale progetto amministrativo e politico proporre alla città e come scegliere il candidato sindaco. Se ci fossero figure che fanno unità, non avremmo problemi a sostenerle; sia chiaro, però: non è una discussione che riguarda solo il Pd, anzi. Se non si dovesse riuscire a fare sintesi, noi siamo pronti a cimentarci con le primarie, a patto che ogni forza politica proponga la propria sintesi sia rispetto agli uomini che sulla proposta per la città. Il minimo sindacale per le forze politiche è fare sintesi al proprio interno: non è possibile ripetere gli errori del passato per non affrontare discussioni interne, si rischierebbe di rovinare un progetto ancora tutto da costruire. Un progetto che deve essere all’attacco: prima lo mettiamo in campo, meglio è”.