"Un Consiglio comuale aperto, da convocare in tempi brevi, invitando le forze sociali, sindacali, le categorie produttive, le Università così da provare a definire una strategia e mettere nero su bianco alcuni obiettivi da cogliere con i fondi del Pnrr; ci sono questioni strategiche che vanno affrontate attraverso una discussione pubblica".
A proporlo è il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo, che ha inteso così sfidare l'amministrazione attiva che, fino ad oggi, "non ha messo in campo alcuna azione concreta, tantomeno ha alimentato un dibattito consapevole in città, sulle opportunità che il nostro territorio potrebbe cogliere".
Con una premessa: "sono mesi che il dibattito politico cittadino è assorbito quasi completamente da questioni di posizionamento in vista delle prossime elezioni", sottolinea Palumbo; "essendo direttamente interessato, la conferenza stampa di stamane è anche l'occasione per chiarire che, prima ancora delle enunciazioni da campagna elettorale, c'è da esercitare pienamente il ruolo che ognuno di noi ricopre. Una premessa che potrebbe sembrare formale ma è sostanziale".
Lunedì scorso, in Consiglio comunale si doveva discutere il Dup, il documento unico di programmazione; la maggioranza ha poi ritirato il documento, nell'imbarazzo generale, non avendolo portato preventivamente in Commissione. Ebbene, "sono 280 pagine - svela Palumbo - di cui appena 5 sul Pnrr: ci si è limitati, di fatto, a riproporre le schede sintetiche relativamente alle ragioni e ai principi ispiratori del piano d'investimenti, senza che fosse declinata un'idea su come possano essere calati a terra nel nostro Comune".
Eppure, parliamo di un Piano da 199,5 miliardi, cui va aggiunto il fondo complementare nazionale di 30,6 miliardi, di cui 1,8 miliardi sono destinati in via esclusiva ai crateri 2009 e 2016/2017 che possono accedere, comunque, anche al restante pacchetto di risorse; sul cratere 2009, poi, vanno calati anche il così detti programma Restart, il 4% dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico: 50 milioni vanno ancora programmati a valere sulla vecchia programmazione, altri 110 milioni arriveranno in funzione dei 2 miliardi e 700 milioni stanziati dal governo Conte bis per rifinanziare la ricostruzione.
"Fondi - tiene a specificare Palumbo, e qui sta il punto politico - di cui siamo beneficiari grazie ad una precisa linea politica che il Pd, nel rapporto con l'Europa, riuscì ad imporre una volta entrato nel governo Conte bis col Movimento Cinque stelle; si partiva da una situazione totalmente ribaltata: ricorderete che Fratelli d'Italia e la Lega, che era al governo col Conte 1, erano per affermare una linea politica opposta, sovranista, quella dell'Ital-Exit. Se si fossero ritrovati ad affrontare la pandemia, probabilmente oggi non staremmo qui a discutere di come spendere i fondi del Pnrr ma avremmo vissuto prima l'emergenza e poi la fase di rilancio fuori dall'Europa".
Per condizioni fortuite, oggi al governo della Regione Abruzzo e del Comune dell'Aquila siedono esponenti di Fratelli d'Italia, Marsilio e Biondi: "una posizione comodissima, la loro, dirigenti dell'unico partito fuori dal Governo con la possibilità di criticare ogni giorno l'azione dell'esecutivo mentre beneficiano, sui territori, del lavoro che altri partiti hanno fatto e che, oggi, inizia a maturare i suoi frutti. E Biondi, tra l'altro, lo sta facendo senza sentire il bisogno di aprire una discussione con le altre forze politiche e con la città".
Una scelta culturale, così la definisce Palumbo: "ricordo che in corrispondenza di un Consiglio comunale convocato per discutere di sanità, quando contestammo a Marsilio la mancata programmazione dei fondi straordinari trasferiti dal Governo per la gestione dell'emergenza, il governatore rispose serenamente che non c'era tempo di programmare ma andavano date risposte immediate alla cittadinanza. Sappiamo bene come è andata a finire: hanno realizzato un covid hospital da 13 milioni di euro a Pescara che doveva diventare un hub regionale: tuttavia, l'ospedale a tutto è servito tranne che a fungere da riferimento regionale. Col picco di contagi all'Aquila, ce la siamo dovuta cavare da soli. Ma potrei parlare del tavolo regionale di concertazione istituito dall'allora vice presidente della Regione Giovanni Lolli per la programmazione dei fondi Restart e che, dall'insediamento del centrodestra a Palazzo Silone, non si riunisce più".
Venendo al Comune, che manchi qualsiasi capacità programmatoria - prosegue Palumbo - "è dimostrato dalla mancata approvazione del piano regolatore generale, che è rimasto chiuso in un cassetto, e dalla mancata elaborazione di un piano strategico per il rilancio della città; d'altra parte, il Consiglio comunale è stato ridotto ad un organo di ratifica degli atti amministrativi, le scelte che si ritengono importanti si discutono altrove".
Palumbo entra nel merito delle 5 pagine dedicate al Pnrr nel Documento unico di programmazione: "si parla di digitalizzazione e innovazione, e la realtà ci dice che siamo in ritardissimo a portare la fibra ottica nelle frazioni e abbiamo problemi, legati ai sottoservizi, persino in centro storico; per ciò che attiene gli investimenti sulla rivoluzione verde, una delle fonti di finanziamento indicate nel Pnrr è quella sulla riduzione delle perdite d'acqua potabile dalle reti idriche e sappiamo che all'Aquila le reti sono un colabrodo: mi pare che anche questa discussione non si stia affatto affrontando. Non si discute di infrastrutture, figurarsi, e sulle scuole perdiamo fondi: ho denunciato una decina di giorni fa dei 6,7 milioni persi dalla Provincia; si parla di inclusione e sociale e qui, al posto del Dopo di Noi, realizziamo parcheggi provvisori. Questa è la realtà".
Il capogruppo del Partito democratico cita poi un bando, tra gli altri: "il 29 settembre, l'Agenzia per la Coesione territoriale ha pubblicato un bando che stanzia, in riferimento ai fondi del Pnrr, 350 milioni di euro per interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell'innovazione; beneficiarie sono le regioni del sud, tra cui l'Abruzzo. Una cifra enorme. Credo che L'Aquila, in virtù del lavoro fatto in passato - anche personalmente, da assessore con delega all'Innovazione - e che indicava una visione sulla città della conoscenza, della ricerca e della formazione con investimenti a valere sui fondi Restart (si pensi alla sperimentazione 5g grazie alla quale è arrivato all'Aquila il Centro di trasferimento tecnologico, ma si pensi anche all'anello ottico per la fibra messo in campo dall'Università. L'Aquila), abbia il capitale umano e la disponibilità di patrimonio immobiliare per cogliere un'occasione importantissima. Anche qui, è una discussione che va affrontata collegialmente - i tempi sono stretti, i progetti vanno presentati entro metà novembre - per mettere in campo una progettualità sull'infrastruttura culturale ma anche immobiliare".
Si torna, così, all'assenza di un piano regolatore generale e di un piano strategico. "Vorrei capire qual è l'idea di città della maggioranza, dove si vorrebbe realizzare un investimento del genere: vanno fatte scelte di fondo. Una delibera recente accennava alla volontà, ancora interlocutoria, di acqusisire dalla Asl alcune palazzine dell'ex ospedale psichiatrico per realizzare il progetto del Parco della Luna, finanziato addirittura da D'Alfonso con i fondi del Masterplan Abruzzo. Ebbene: il Comune potrebbe pensare di acquisire l'intera area di Collemaggio per realizzarvi un polo di attrazione culturale e scientifico".
Servono, però, scelte strategiche, oggi più che mai: di qui, la richiesta di un Consiglio comunale aperto.