Il lungo crepuscolo del Consiglio comunale.
Potremmo titolare così un libro che volesse raccontare l'andamento dei lavori della massima assise civica negli ultimi anni.
Ricorderete la stagione delle tensioni in maggioranza, con gli scontri tra il sindaco Pierluigi Biondi ed i partiti di centrodestra, prima la Lega e poi Forza Italia: per mesi abbiamo dovuto assistere a sedute del Consiglio comunale sciolte in anticipo per mancanza del numero legale. Poi è arrivato il covid-19, con le riunioni online che si sono protratte per mesi; col graduale ritorno alla normalità si è passati, con colpevole ritardo, alla modalità mista, con alcuni consiglieri (pochi) in aula e gli altri collegati su piattaforma digitale.
Se ne sono viste (e sentite) di tutti i colori, in questi lunghi mesi: connessioni 'ballerine', consiglieri che rispondevano al voto in ritardo, magari dopo aver ricevuto un sms, collegati dai luoghi più disparati e durante lo svolgimento di altre attività; appelli farraginosi, discussioni - di fatto - inibite, sindaco e assessori costantemente assenti, se non per illustrare le delibere all'ordine del giorno, per non parlare dei provvedimenti approvati dal Consiglio e mai messi in atto, di mozioni e ordini del giorno depositati e portati a discussione con mesi di ritardo.
Per dire: ancora oggi le commissioni si tengono su piattaforma digitale; non se ne comprende davvero il motivo. Se l'emergenza sanitaria aveva richiesto misure straordinarie, ora che il paese si è rimesso in moto, tra campagna di vaccinazione e green pass, si dovrebbe pretendere che i consiglieri comunali tornino a confrontarsi in presenza, a meno di giustificati motivi. Tanto più in una città che 'si è consentita' concerti all'aperto con più di 2mila persone, cavalcati da un'instancabile 'propaganda' sull'Aquila capace di resilienza che per prima torna 'alla vita'.
E d'altra parte, la Conferenza dei capigruppo aveva votato all’unanimità il ritorno in presenza da lunedì 11 ottobre per lo svolgimento delle commissioni (che da più di un anno sono solo in modalità remoto) e dei Consigli comunali (che prevedono ancora la modalità mista).
La verità è che l'assise civica, in questi anni, è stata sistematicamente scavalcata, privata delle proprie prerogative e chiamata, sostanzialmente, a ratificare decisioni prese dal sindaco e dalla giunta; gli interventi dei consiglieri di maggioranza si sono, col passare del tempo, ridotti sensibilmente, fino a limitarsi all'approvazione stanca dei provvedimenti e, più in generale, il dibattito che dovrebbe caratterizzare i lavori del Consiglio comunale si è 'spento', ravvivandosi soltanto su questioni ideologiche e mai su vicende che attengono al futuro della città, alle scelte strategiche che dovrebbero dettarne le prospettive di sviluppo.
Non è un caso che non si sia ancora discusso del Piano nazionale di rilancio e di resilienza che pure chiama ad un deciso protagonismo gli Enti locali. In realtà, le decisioni strategiche vengono assunte 'altrove', dal primo cittadino e dal suo 'cerchio magico', con i consiglieri di maggioranza che, più di una volta, si sono trovati a discutere, in Commissione come in Consiglio, provvedimenti che non avevano condiviso. Lo ha denunciato. da ultimo, il capogruppo di Forza Italia Giorgio De Matteis, nei giorni scorsi.
E che dire dei ripetuti scivoloni - c'è voluto più di un mese per capire se la delibera sul parcheggio a Porta Leoni fosse stata correttamente approvata - dei provvedimenti, pure importanti, presentati e poi ritirati - si pensi al Dup, il documento unico di programmazione che, nell'imbarazzo generale, è arrivato in aula senza il propedeutico passaggio in Commissione - delle delibere inserite all'ordine del giorno in assenza detli atti dovuti; è accaduto nell'ultima seduta col riconoscimento di un debito fuori bilancio e la proposta di transazione per la definizione di un giudizio tra il Comune e l’Asl 1: il voto è stato rinviato al prossimo Consiglio.
Se non fosse stato per il senso di responsabilità delle opposizioni, sarebbe persino mancato il numero legale nella seduta straordinaria sulla vertenza del contact center Inps che, in città, occupa 530 lavoratrici e lavoratori.
Con l'avvicinarsi delle elezioni, la speranza è che la massima assise civica possa riassumere il ruolo di indirizzo e controllo politico che gli spetta, recuperando la dimensione che merita un capoluogo di Regione. Ce lo auguriamo, davvero.