Un’ora e venti minuti di conferenza stampa per presentare i progetti infrastrutturali che dovranno rilanciare l’Abruzzo restituendogli una precisa vocazione di sviluppo: “il nuovo Abruzzo è già realtà” l’evocativo titolo scelto per l’appuntamento.
Attorno al tavolo il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio, ha parlato soltanto lui, il vice presidente Emanuele Imprudente, il sottosegretario con delega alle Infrastrutture Umberto D’Annuntiis e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri; in platea, tra gli altri, gli assessori Guido Liris e Pietro Quaresimale.
Un’ora e venti minuti di conferenza stampa per disegnare una strategia economica proiettata sulla costa adriatica, con lo sviluppo dei porti di Pescara, Ortona e Vasto, e l’alta velocità ferroviaria lungo la dorsale su cui il paese investirà 5 miliardi di euro, dentro la logica di un allungamento delle reti Ten-T dall’Emilia Romagna e fino a ricollegarsi con la Puglia, con l’inclusione dell’Abruzzo nelle reti trans-europee dei trasporti. Una strategia che si innesta sulla Zes, la zona economica speciale, con Manoppello a fare da ‘cerniera’ per garantire un collegamento con la costa tirrenica attraverso la ferrovia veloce tra Pescara e Roma.
Qui sta il futuro dell’Abruzzo.
In un’ora e venti minuti di conferenza stampa non si è mai fatto cenno all’Aquila, e così alle aree interne sui due fronti del Gran Sasso, che, in sostanza, del nuovo Abruzzo restano, sostanzialmente, ai margini. E non si tratta di una recriminazione campanilistica, sia chiaro: il problema è che L’Aquila, intesa come area vasta, deve immaginare una sua vocazione dentro il disegno complessivo di rilancio economico della Regione e, per farlo, deve trovare in sé la forza di avviare una discussione larga, aperta e partecipata.
Per costruire un’idea di città che manca.
Non basterà, di certo, la scuola di formazione dei Vigili del fuoco o il centro di formazione della pubblica amministrazione, progetti importanti, sia chiaro, ma non sufficienti per dare al territorio una prospettiva economica di largo respiro.
E sia chiaro: è inutile inseguire progetti faraonici di collegamento ferroviario ad alta velocità con Roma; stamane, Marsilio è stato piuttosto chiaro: “magari piovessero i soldi. Sono d’accordo con le storiche lamentazioni di chi ritiene una stortura che il capoluogo non sia collegato alla Capitale su ferro. E’ un problema atavico. Tuttavia, voglio essere onesto: non si può pensare al potenziamento veloce del collegamento a scapito della rete esistente”.
In altre parole, l’investimento è sulla Pescara-Roma col passaggio su Avezzano e Sulmona che taglia fuori L’Aquila. “Abbiamo scommesso sulla rete che c’è”, ha ribadito Marsilio; “farla funzionare bene, rappresenterà un beneficio anche per L’Aquila. Come Regione, comunque, abbiamo inserito il collegamento con la capitale, passante da Passo Corese, tra le opere che consideriamo strategiche: sarei felicissimo se il governo accogliesse il progetto e decidesse di finanziarlo”.
Un’ipotesi davvero remota, a voler essere ottimisti, considerato che è con le risorse a disposizione per il rilancio del Paese post pandemia – Pnrr e fondo complementare che si intrecceranno con la nuova pianificazione ordinaria dei fondi strutturali europei – che si dovrà ridisegnare il volto dell’Italia. Pensare di trovare fonti altre di finanziamento significa avventurarsi in un esercizio di fantasia, e poco più.
Ci si dovrà accontentare, in sostanza, della bretella a Pratola Peligna per un collegamento su Pescara passante dalla stazione di Sulmona che diventerà, di fatto, cerniera anche per il collegamento su Roma, col progetto di trasformazione ad idrogeno – e non più con l’elettrificazione – della tratta Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona. E i tempi sono pure piuttosto lunghi: se tutto dovesse filare liscio, e fino ad oggi ci sono stati ritardi inspiegati, la bretella non verrà realizzata prima della seconda metà del 2023. Ad essere davvero ottimisti, ci teniamo a ribadirlo.
D’altra parte, Marsilio ha spiegato altrettanto chiaramente che è difficile ipotizzare una rete Ten-T che colleghi, trasversalmente, il Tirreno all’Adriatico; “è assai più facile che Bruxelles finanzi il completamento della rete già esistente sulla dorsale adriatica, col completamento del tratto dall’Emilia Romagna alla Puglia.
Più chiaro di così.
Venendo agli argomenti della conferenza stampa, il presidente della Giunta regionale ha spiegato di averla voluta convocare “perché vanno consolidandosi una serie di finanziamenti, di programmi, con diverse origini, alle quali vogliamo dare una cornice d’insieme, per dare conto del lavoro di coordinamento svolto dalla Regione con il ministro delle Infrastrutture Giovannini, la ministra per la Coesione e il Sud Carfagna, gli altri livelli del governo, le province e i Comuni”.
Marsilio ha tenuto a sottolineare la “logica di sistema” che sottende alla programmazione: “sembrano interventi scollegati, o casuali; in realtà, non c’è niente di casuale. Abbiamo deciso di investire con forza sulle infrastrutture e sui collegamenti, a partire da quelli tradizionali; l’Abruzzo ha sofferto per decenni di mancati investimenti su ferrovie, porti, autostrade: dobbiamo recuperare il divario che ha messo la nostra Regione in una condizione di marginalità e difficoltà nelle relazioni col resto del mondo. Poi faremo anche il resto, con la spinta della nuova programmazione europea e con i fondi speciali del Pnrr”.
Finalmente, “dopo lunghi e colpevoli ritardi, non dovuti alla Regione – ha tenuto a specificare Marsilio - sta partendo la Zes, la zona economica speciale, con un finanziamento di 62,9 milioni di euro che deve ora essere formalizzato attraverso un decreto interministeriale tra Giovannini e Carfagna; la bozza è già pronta, sottoposta alla nostra condivisione: siamo davvero soddisfatti, gli interventi per i quali avevamo presentato progetti sono stati accolti e inseriti nel decreto che, nelle prossime settimane, passerà al parere della conferenza Stato Regioni. Una volta autorizzati i finanziamenti potremo aprire i cantieri”.
Dei quasi 63 milioni, 10 andranno al potenziamento logistico dell’interporto di Manoppello che “sarà sempre più vocato allo scambio intermodale; d’altra parte, la linea adriatica è particolarmente vocata al settore cargo e l’interporto si trova a metà strada, pronto ad accogliere merci anche dal Tirreno. Una posizione strategica che apre prospettive molto interessanti che vogliamo cogliere”.
Altri 24,5 milioni sono destinati “al completamento della rete ferroviaria regionale, in particolare delle linea Fossacesia – Castel di Sangro, col potenziamento della piastra logistica Saletti e delle infrastrutture funzionali a servizio dell’insediamento industriale della Val di Sangro”.
19,8 milioni, invece, andranno al porto di Ortona “e parliamo esclusivamente dei fondi Zes: stanziamo 13 milioni per il dragaggio e la banchina di riva, 4,8 per l’ultimo miglio ferroviario a servizio del collegamento col Molo Nord, altri 2 milioni al collegamento dell’ultimo miglio stradale. Poi ci sono ulteriori 42,5 milioni a valere su altre fonti di finanziamento: 30 milioni per approfondire i fondali del molo Nord, 6 milioni per la demolizione e ricostruzione di strutture a servizio delle attività portuali, 4 milioni per il molo Martello”.
8,650 milioni finanzieranno il porto di Vasto: “realizzeremo una rotatoria stradale per il collegamento con la statale 16, potenziando e ampliando la banchina di levante. D’altra parte, avevamo già stanziato 12 milioni a valere sui fondi Cipess: arriviamo, dunque, ad uno stanziamento complessivo di 20 milioni. Aggiungo che, poche settimane fa, con Rfi abbiamo condiviso il progetto per portare anche a Vasto il treno in banchina”.
21 milioni e mezzo andranno al porto di Pescara, 500mila euro per l’elettrificazione della banchina commerciale e 21 milioni al completamento del molo lato sud, con il prolungamento della diga forane. Intanto, stanno iniziando i lavori sul molo nord. E ancora: 4 milioni di fondi Cipess serviranno a mettere in sicurezza l’imboccatura del porto di Giulianova.
Venendo al cratere ‘centro Italia’, e al miliardo e 780 milioni di fondo complementare dedicato, “una quota dei fondi – ha chiarito Marsilio – è stata destinata ad Anas per la progettazione della viabilità di collegamento: in questo capitolo troverà finanziamento il quinto lotto della Montereale-Amatrice”. Altri 21,5 milioni sono destinati a progetti di ripristino stradale sulle 5 aree interne delineate dalla Strategia nazionale delle aree interne.
Ultimo capitolo dedicato alla messa in sicurezza di A24 e A25: “in Legge di bilancio c’è un ulteriore miliardo che si aggiunge ai 3 già disponibili. Nelle prossime settimane il commissario Gentile svelerà il piano messo a punto, per un importo complessivo di 6 miliardi. Avere ad inizio dei lavori la copertura di 4 miliardi su 6 ci lascia molto tranquilli: consentirà di portare avanti i lavori per 4 o 5 anni, d’altra parte si prevede un universo temporale di un decennio. Ci sarà tutto il tempo per trovare gli ulteriori 2 miliardi che servono. Intanto, potremo aprire i cantieri: al termine dei lavori, le autostrade abruzzesi saranno le più sicure e innovative d’Europa”.