"Forse gli uomini sono riusciti nel loro intento di non farci eleggere. Ma il problema è anche delle donne, che non votano per altre donne".
Marinella Sclocco, unica presenza femminile nella giunta D'Alfonso, commenta così la schiacciante predominanza degli uomini nel nuovo Consiglio regionale. Oltre a lei, infatti, l'unica donna eletta lo scorso 25 maggio è stata la candidata presidente del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi. 2 donne su 31 consiglieri. Un record negativo.
Tra le deleghe assegnate alla Sclocco c'è proprio quella alle pari opportunità: "Insieme alle altre donne, perché da sola non ce la farò, cercherò di proporre delle buone pratiche. Al di là della doppia rappresentanza di genere nella legge elettorale, bisogna lavorare perché le donne vengano sostenute nella loro quotidianità. Il problema è culturale. Il lavoro vero si deve fare al di fuori di questo palazzo".
La Sclocco sarà anche assessore alle politiche sociali. Tra le questioni più urgenti che la Regione dovrà affrontare nei prossimi giorni ci sono la programmazione dei fondi FSE 2014-2020, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali scaduti e l'esecutività del programma "Garanzia giovani": "Da domani" ha affermato la Sclocco "partirà il tavolo di programmazione dei Fondi Sociali Europei 2014-2020: per otto giorni di seguito ascolterò associazioni di categoria, sindacati, imprenditori, terzo settore per capire cosa vuola proporre l'Abruzzo all'Europa. Abbiamo 114 milioni di euro da spendere per occupazione e inclusione sociale".
"Domani" ha proseguito la Sclocco "è in programma anche un tavolo Cicas per discutere del rifinanziamento della cassa in deroga, scaduta oggi. Ci sono delle buone notizie, anche se si tratta di soluzioni tampone. Sul programma "Garanzia giovani", invece, è fondamentale non far passare un messaggio sbagliato a livello nazionale, visto che la comunicazione di questo progetto è delegata allo Stato. Questo, purtroppo, non è un programma che in sé assicura l'occupazione ma è piuttosto un percorso di occupabilità, che è un'altra cosa. Bisogna essere chiari per non dare adito a false speranze o a false illusioni. Abbiamo 31 milioni di euro da spendere per i giovani dai 15 ai 29 anni che sono fuori da percorsi di lavoro e formazione, i cosiddetti Neet, ma non diamo certezze sulla possibilità che questi ragazzi possano trovare un'occupazione. Certo matureranno competenze importanti che potranno spendere sul mercato del lavoro".