"Sui conti della sanità, non ci convincono le chiacchiere di Marsilio e Verì".
Lo hanno ribadito stamane, in conferenza stampa, i consiglieri regionali del Pd Silvio Paolucci, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli e Dino Pepe, in Sala 'Ignazio Silone' all'Emiciclo col segretario regionale Michele Fina e il collega di opposizione Sandro Mariani.
La sanità abruzzese decresce e peggiora, a crescere sono solo i problemi e il deficit, ogni giorno più preoccupante a causa della mancanza di programmazione. "Hanno avuto 220 milioni di euro di fondi in più dal governo: nella passata legislatura furono appena 40 in 4 anni e mezzo", l'affondo di Paolucci. Eppure, "c'è un disavanzo a nove mesi di oltre 100 milioni e tendenziale, a fine anno, di oltre 130. I conti non tornano".
E non tornano perché "non c'è alcun atto di programmazione deliberato, licenziato, approvato dalla Giunta regionale: la sanità è una sorta di 'cavallo a briglie sciolte', qui nessuno governa". Tutti i provvedimenti sono fermi al 2018 - aggiungono i consiglieri regionali - "non c’è il piano sanitario, non c’è quello operativo, non c’è la rete ospedaliera, di fatto partorita solo sulla carta dopo richiami ministeriali. Inadempienze inconcepibili: lo ribadiamo, sebbene ci sia stato il covid, mai come in questi due anni sono state messe a disposizione della Regione risorse governative aggiuntive".
La situazione debitoria dell’intero comparto è allarmante - proseguono Paolucci, Pietrucci, Blasioli, Pepe e Mariani - e priva di ogni atto di programmazione volto a risolvere l’esposizione che hanno le Asl, e tantomeno a sanare i problemi di personale degli ospedali abruzzesi, alcuni talmente sotto organico da poter assicurare solo le urgenze, a favorire la ripresa delle decine di migliaia di prestazioni accantonate e ferme a causa del covid, a programmare concretamente le risorse del PNRR salute".
"Non ci convince, inoltre - ha aggiunto Paolucci - che Marsilio, anziché fare il presidente della Regione occupandosi di programmazione sanitaria, magari accelerando sulla vaccinazione o programmando hub e distretti in cui somministrare le dosi al maggior numero di cittadini possibile, se ne vada in giro per l'Italia a rappresentare il suo partito, unico presidente di Regione contro il super green pass e, per questa posizione assunta, viene convocato nei vari studi televisivi. Faccia invece il presidente della Regione e si occupi di programmazione della sanità e della salute degli abruzzesi".
"Abbiamo messo insieme i numeri di questa situazione, unendo le forze della segreteria regionale Pd e del gruppo consiliare, per spronare chi è alla guida dell’Abruzzo a governare, sostituendo la propaganda con l’azione amministrativa che in questi tre anni è mancata", le parole di Fina. "Il lavoro dei nostri consiglieri regionali dimostra, numeri alla mano, la profonda inadeguatezza e mancanza di programmazione di questa amministrazione regionale, a cominciare dalle politiche per la sanità. Nel frattempo, il presidente Marsilio è l’unico tra i presidenti di Regione a fare polemica contro il Green Pass e il governo, come sottolineato con fastidio anche da Mariastella Gelmini, ministra di un partito che in Abruzzo sostiene Marsilio. Come al solito la propaganda viene per lui prima dell’amministrazione. Non lo diciamo solo noi ma la grande maggioranza delle abruzzesi e degli abruzzesi. Ad esempio, ci giunge la notizia che nel sondaggio commissionato a Tecnè dal centrodestra nella città dell’Aquila ci sia stata una domanda anche sul gradimento degli aquilani rispetto alla sua amministrazione. Chiediamo se è vero e se possono pubblicare il risultato".
I conti. "La Giunta D’Alfonso ha governato la sanità, pur ereditando una situazione non facile", è stato rivendicato stamane: "ha ripianato i debiti pregressi, al punto da fare uscire l’Abruzzo dal commissariamento in meno di due anni di governance, ma, soprattutto, ha agito mettendo in campo atti e strumenti di programmazione, a differenza di quanto fatto finora da Marsilio e dalla sua Giunta. Dopo ormai 3 anni, non solo non abbiamo strumenti di programmazione sanitaria pluriennali, ma non c’è neanche uno straccio di provvedimento capace di orientare l’azione politica sul fronte sanitario, né scelte tangibili sulla rete ospedaliera, su quella territoriale, sui distretti sanitari, sull’emergenza nelle zone interne, sul recupero delle prestazioni non erogate, sulla prevenzione della cittadinanza che avrebbe dovuto essere prioritaria dopo il covid. Una delle Consiliature più improduttive della storia amministrativa abruzzese, nonostante le maggiori risorse avute rispetto ai predecessori".
Lo stallo degli atti di programmazione. Gli ultimi atti della programmazione recano la firma del precedente Governo regionale: il Piano di Riqualificazione 2016-2018 (DCA 55/2016), approvato nel 2016 che ha cessato i suoi effetti nel 2018; la rete ospedaliera del giugno 2016 (DCA 79/2016); la programmazione relativi ai fondi dell’edilizia sanitaria del settembre 2018 (DGR 742/2018).
"Da allora più nulla, solo propaganda. Siamo all’inizio del gennaio 2022 e non ancora approviamo il Piano Operativo 2019/2021 quando dovremmo discutere ed approvare il Piano 2022/2024, sulla rete ospedaliera e sull’edilizia sanitaria hanno fermato tutto con una mobilità passiva che esplode".
Un trend in discesa nonostante gli enormi maggiori fondi in più stanziati dallo Stato. Sono stati circa 40 i milioni aggiuntivi a disposizione del governo regionale D’Alfonso nel periodo 2015-2018. Se nel 2015 lo stato trasferiva alla Regione 2.336 milioni, a termine della legislatura il Fondo della Sanità Abruzzo è stato di 2.377 milioni; sono, invece, oltre 200 i milioni avuti dal governo regionale Marsilio in meno di tre anni: 120 milioni sul Fondo ordinario, a cui si sommano altri 80 dei fondi Covid nel solo 2020, a cui si aggiungeranno ulteriori risorse a valere sul 2021, oltre ad ulteriori 40 milioni per il 2022.
Insomma, 6 volte più di quanto ha avuto a disposizione il centrosinistra. "Solo il fondo sanitario è arrivato nel 2021 a 2.497 milioni a cui bisogna aggiungere il fondo covid di 80 milioni e gli ulteriori che verranno presto stanziati dal Governo. un deficit di oltre 100 milioni di euro, nonostante gli ingenti trasferimenti ricevuti, è un ulteriore indicatore di come ormai quanto alla governace, la sanità abruzzese a gestione Marsilio sia un 'cavallo che corre a briglie sciolte'".
Sui Lea, con Marsilio comincia la discesa. "Mancanze che fanno precipitare l’Abruzzo in tutte le classifiche di settore nazionali e che si ripercuotono anche sui Livelli Essenziali di Assistenza", denuncia il Pd abruzzese.
"Il 2019 è l’unico anno in cui il livello scende dopo 10 anni di crescita. Nei numeri c’è purtroppo il rischio che il livello dei Lea erogati scenderà ancora, come stiamo lamentando da mesi: un trend di cui c’è poco da andare fieri e altrettanto poco da stare tranquilli".
Il Covid è una questione seria – concludono i consiglieri - "ma in Abruzzo viene utilizzata per fare politica nazionale e per coprire i debiti accumulati dalla gestione della sanità del centrodestra e derivanti dalla mancanza di un’azione di governo. Senza una programmazione dell’offerta delle prestazioni sanitarie sia sulla rete ospedaliera, sia su quella della prevenzione e territoriale, questi sono i risultati, col rischio di avere un giro di vite anche sui servizi e sulle spese farmacologiche, nonché sulla mobilità sanitaria passiva, con l’avvio di una migrazione molto consistente degli abruzzesi verso strutture fuori regione, perché sul territorio non ci sono risposte alla domanda di cure espressa dalla comunità. Si rischia, in sintesi, di avere una sanità costretta a un presente contingentato come quello già vissuto durante il commissariamento".