La notizia è destinata a fare parecchio rumore.
A quanto si è appreso, nel fine settimana è previsto un vertice tra le forze di centrodestra che sostengono la giunta Marsilio: sul tavolo, la riforma della legge elettorale regionale.
Si discute da anni della necessità di rivedere la legge regionale n. 9 del 2 aprile 2013 che norma l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta; ebbene, l'attuale maggioranza pare avere intenzione di accelerare i tempi per arrivare a definizione della nuova legge prima delle regionali del 2024.
Attualmente, in Abruzzo vige un sistema elettorale proporzionale su base circoscrizionale, corretto con l'applicazione di un premio di maggioranza; a tal fine, il territorio della regione è ripartito in quattro circoscrizioni elettorali che corrispondono sostanzialmente ai territori delle attuali province. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni è effettuata dividendo il numero degli abitanti della Regione per il numero dei seggi della quota circoscrizionale, pari a 29 - si aggiungono quelli attribuiti di diritto al Presidente eletto e al candidato Presidente che ha ottenuto il numero di voti validi immediatamente inferiore - che vengono assegnati in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione.
Alle liste collegate al candidato proclamato eletto alla carica di Presidente vengono riconosciuti almeno il 60 per cento dei seggi del Consiglio, assicurando alle minoranze una percentuale di seggi non inferiore al 35 per cento. E' prevista una soglia di sbarramento al 2% per le liste collegate ad una coalizione e del 4% per le liste che corrono fuori dalle coalizioni.
E' possibile esprimere una o due preferenze, un uomo e una donna candidati con la stessa lista. Non è consentito il voto disgiunto.
In che modo le forze di centrodestra starebbero pensando di modificare la legge elettorale?
Sostanzialmente, l'idea è di cancellare le quattro circoscrizioni elettorali: collegio unico, insomma, con la possibilità di esprimere 3 preferenze. I seggi verrebbero, dunque, ripartiti proporzionalmente tra le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento (resterebbero inalterate) premiando i candidati che hanno ottenuto più preferenze in assoluto, ferma l'applicazione del premio di maggioranza alla coalizione vincente che otterrebbe almeno il 60 per cento dei seggi.
In questo modo, spiegano a NewsTown fonti interne al centrodestra, riacquisirebbero centralità i partiti; non solo: si eviterebbe il meccanismo di ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni che, di fatto, crea la stortura di candidati consiglieri che pur avendo ottenuto un gran numero di voti non vengono eletti essendo scattati seggi in altre circoscrizioni che, magari, premiano candidati che hanno ottenuto meno preferenze. Inoltre, verrebbe superato il meccanismo per cui, di fatto, i consiglieri - essendo stati eletti in un determinato territorio, e dovendosi ricandidare in quel territorio - si comportano come consiglieri circoscrizionali più che regionali.
Verrebbero eletti, a farla breve, i candidati capaci di stringere relazioni dentro e fuori i partiti, ottenendo così il maggior numero di voti su tutto il territorio regionale, con i seggi che, ovviamente, sarebbero proporzionalmente assegnati alle liste in base alla percentuale raggiunta, stante l'applicazione del premio di maggioranza.
D'altra parte, però, è vero anche che questo meccanismo rischia di premiare i candidati consiglieri che fanno politica in territori più abitati; in altre parole, le aree interne potrebbero ritrovarsi sottorappresentate.
Staremo a vedere.