"Negli ultimi giorni io e la consulta, della quale sono il presidente, siamo stati accusati di essere fascisti, di essere legati al movimento politico CasaPound, di voler strumentalizzare la consulta per chissà quale mistico scopo politico. Confermo e ribadisco la mia non appartenenza al movimento politico in questione e a qualunque altro partito. Scontato ma doveroso ribadire anche la mia contrarietà in merito alle affissioni che ci sono state fuori la sede del PD e che riportano evidenti simbologie riconducibili ad un'area politica".
Rompe il silenzio il presidente della Consulta giovanile Ludovico Caldarelli dopo la decisione di riunire il consiglio direttivo nella sede di CasaPound.
"Ditemi se riunire il direttivo della consulta presso la sede ufficiale di una delle associazioni che ne fanno parte ufficialmente sia un reato", si difende il presidente; "ringrazio ancora l'associazione che, in mancanza di una sede ufficiale compatibile con gli orari di tutti i consiglieri, ha aperto le porte per riunire il primo consiglio direttivo! Lo riunirei di nuovo nella stessa sede? Si. Lo riunirei in qualunque altra sede di associazioni rappresentate in consulta? Assolutamente si! L'importante per me e per il resto del direttivo è, e sarà sempre quello di lavorare per il bene della città e dei cittadini che rappresentiamo, non siamo qui per creare teatrini politici sulla base del nulla solamente per mancanza di contenuti".
Nessuna irregolarità è stata commessa, ribadisce Caldarelli: "chi vorrà continuare a sostenere il contrario farà meglio a trovarsi un hobby più costruttivo, per il bene di tutti noi e sopratutto per quello dei cittadini".