Lunedì, 09 Maggio 2022 17:26

Sanità, tavolo di monitoraggio certifica sostanziale equilibrio dei conti. Marsilio: "Risposta ad attacchi strumentali delle opposizioni"

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Il Tavolo di monitoraggio ministeriale ha certificato il sostanziale equilibrio economico-finanziario del sistema sanitario regionale, che chiude il 2021 con un disavanzo di 660 mila euro, in linea con alcune regioni virtuose. Anzi, se non ci fossero state le spese dovute all’emergenza covid-19 il bilancio si sarebbe chiuso con un attivo di circa 50 milioni di euro.

Hanno voluto ribadirlo, dati alla mano, il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio, l’assessora alla Salute Nicoletta Verì, il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza e il dirigente del servizio economico del dipartimento sanità Ebron D’Aristotile.

Nessun disavanzo di 107 milioni dunque, come avevano denunciato le opposizioni in Consiglio regionale, e nessun rischio di commissariamento della sanita regionale. "E’ il terzo anno consecutivo che i ministeri certificano il pareggio dei nostri bilanci ed è la migliore risposta ai tanti attacchi strumentali che ciclicamente arrivano dalle opposizioni, che favoleggiano di inesistenti 107 milioni di perdite e di spesa sanitaria fuori controllo. La verità è che i conti della sanità sono in ordine, anche dopo 2 anni di pandemia. E lo sono grazie ad un lavoro iniziato immediatamente dopo il nostro insediamento, quando abbiamo assegnato un dirigente esperto alla Gsa, il cuore della gestione sanitaria, che fino a quel momento era stato un ufficio dimenticato, senza neppure una titolarità" ha sottolineato, con toni piuttosto accesi, il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio.

"Se non avessimo dovuto procedere al ripiano dei 155 milioni di euro per le maggiori spese sostenute per far fronte al Covid, nel 2021 il bilancio del sistema sanitario regionale non si sarebbe chiuso semplicemente in pareggio, ma avrebbe registrato un avanzo di oltre 50 milioni di euro", ha aggiunto l’assessora alla Salute Nicoletta Verì.

In questi anni, è stato rivendicato, il governo regionale ha messo in campo una serie di iniziative per centrare l’equilibrio economico-finanziario strutturale del sistema sanitario; "azioni – ha aggiunto Verì - volte ad efficientare i costi delle Asl. In quest’ottica è stato implementato un sistema di controllo a livello regionale con l’istituzione dei tavoli di monitoraggio aziendali a frequenza bimestrale o trimestrale in cui, in caso di prefigurazione di risultati negativi a fine anno, i direttori generali aziendali devono presentare un piano di rientro dei propri costi e illustrare le manovre che intendono applicare. Sono stati affidati compiti specifici agli Audit aziendali per verificare la congruità dei Fondi relativi ad accantonamenti per contenziosi e c’è un monitoraggio costante per verificare l’utilizzo delle risorse dedicate alla riduzione delle liste di attesa. Iniziative finalizzate non ad apportare tagli lineari ai costi della sanità, ma a una gestione del servizio sanitario regionale più responsabile e pronta a dare risposte immediate ai bisogni dei cittadini".

Nel dettaglio, degli oltre 155 milioni di euro destinati (nel 2021) alla gestione dell’emergenza Covid, 73 sono stati utilizzati per le assunzioni di personale a tempo indeterminato e determinato, 31 per i tamponi, 22 per la campagna vaccinale, 19 per l’acquisto di servizi esterni (prestazioni aggiuntive dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e dagli erogatori privati. "A fronte di questi costi – ha concluso il presidente Marsilio – i contributi aggiuntivi stanziati direttamente dal ministero ammontano a 31 milioni e mezzo di euro. E’ evidente, quindi, che solo grazie al potenziamento della governance regionale e all’apporto e sostegno delle Asl, siamo riusciti nella tempesta a condurre in porto la nave senza danni".

A stretto gira la replica del centrosinistra. "In Abruzzo va tutto bene dichiara Marsilio; eppure, da tre anni l’Abruzzo non ha piano e rete sanitaria; non può spendere le risorse in cassa e in dote perché non ha fatto la necessaria programmazione; in tre anni migliaia di abruzzesi in più vanno fuori, aumentando la mobilità sanitaria passiva e quelli che restano sono costretti a liste di attesa tanto lunghe che molti rinunciano persino a curarsi: questi sono fatti certificati anche dal verbale dei tavoli di monitoraggio ministeriale che dice chiaramente che la Regione Abruzzo, in base ai documenti prodotti, ha un deficit strutturale in crescendo e strumenti per affrontarlo inefficaci a vincerlo. Un deficit che Marsilio oggi nega o dimentica, anche se è stato oggetto di più di una riunione voluta dallo stesso presidente, interna alla maggioranza e con la struttura regionale, per fronteggiare una cifra del disavanzo, i famosi 107 milioni, che è stata questa Regione a fare emergere, non altri", l'affondo dei gruppi consiliari del Pd, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto.

Che aggiungono: "Davvero singolare è l’interpretazione dei fatti che emerge dalla conferenza stampa, organizzata per autocertificare un pareggio che non traspare da conti che non siamo stati noi ad aver messo sotto la lente e dall’analisi ministeriale che, forse, chi governa non ha letto con la dovuta cura. Nessuno di noi sulla sanità ha fatto il professore; abbiamo sì, in questi anni, preteso risposte e chiarezza sul diritto alle cure, alla prevenzione, a ospedali e strumentazioni che funzionino, a lavoratori della sanità che siano assunti per il lavoro che hanno fatto, perché non abbiamo visto alcun tipo di politica attiva, oltre ad annunci e propaganda. Questo abbiamo fatto sulla sanità come opposizione, presentando carte e riscontri ogni volta e avendo però il merito di aver portato l’Abruzzo fuori dal commissariamento quando eravamo classe dirigente. E questo lo abbiamo fatto rispettando la legge e non attraverso politiche e azioni clientelari che il presidente Marsilio cerca di addebitarci, essendo stato però il suo governo ad essersi occupato, fino ad oggi, principalmente di poltrone e incarichi. E soprattutto senza la mole di risorse che questo governo regionale ha avuto per programmare: solo in questo triennio, 300 milioni di fondi correnti, più le risorse del PNRR e i 500 milioni per l’edilizia sanitaria che la maggioranza ha deciso coscientemente di ibernare".

"Abbiamo anche lasciato un comparto in salute, con risorse da impiegare, che sono ancora bloccate perché la programmazione non c’è stata e non c’è e gli atti, quelli “certificati”, portano ancora la data del 2018 quando a governare non era il centrodestra", hanno ribadito i gruppi consiliari di centrosinistra. E In merito alla risoluzione ultima contro la precarizzazione "a cui hanno orgogliosamente votato contro, perché presentata da quelli che il presidente oggi ha definito “i professori abruzzesi del Pd”, al nord, la stessa risoluzione, che chiedeva solo di farsi portavoce della situazione presso la Conferenza Stato-Regioni-Province autonome e stare al fianco degli infermieri, l’hanno presentata altri professori, quelli della Lega e di Fratelli d’Italia. Bizzarro eh? Ma di questa conferenza stampa ciò che di certo non dimenticheremo è la presunzione di ritenersi la verità certificata".

Ultima modifica il Lunedì, 09 Maggio 2022 18:57

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