L’Aquila città universitaria, ad oggi, non dispone di una casa dello studente né di nessuna altro tipo di servizio di residenza per le studentesse degli studenti.
Questo è ciò che si può evincere dal sito dell’Azienda per il Diritto allo Studio (adsu), nel quale è presente il bando per le borse di studio, pubblicato il 3 agosto, ma non vi è nessun bando riguardo i posti letto messi a disposizione fino allo scorso anno all’interno della Campomizzi.
Ricordiamo che in passato il bando è stato pubblicato entro il 15 luglio, e prevedeva circa 300 posti, dimezzati poi a causa del covid.
Quella della Campomizzi è una vicenda che di certo non viene sollevata oggi per la prima volta, è stata già sollevata, ribaltata e rigirata più volte.
Il primo articolo del nostro giornale in cui viene affrontata questa situazione risale al 2013 (CLICCARE PER CREDERE).
In questi anni sono state molte le parole dette, gli interventi, le proteste e le giustificazioni addotte.
L’impasse in cui ci si trova oggi riguarda, come abbiamo già più volte scritto, la Regione Abruzzo e il Ministero della difesa.
Infatti quest’ultimo essendo proprietario dell’immobile richiede indietro lo stabile ma la Regione, non avendo a disposizione nessun altro luogo per la collocazione della residenza universitaria, chiede una proroga della cessazione del rapporto.
La proroga che si richiede ad oggi riguarda periodo fino a luglio 2023, infatti l’affidamento scade a febbraio 2023 ma per le esigenze dettate dalla durata dell’anno accademico non è possibile smettere di erogare il servizio a febbraio ovvero nel mentre dell'attività univeristaria.
Ad onor del vero ricordiamo che l’Adsu ha tentato anche di individuare una sede alternativa, ad esempio con il lancio del bando per la ricerca di un immobile risalente al 22 marzo 2022, ma tutti i tentativi sono andati in fumo.
In tutto ciò non vi sono particolari prese di posizione in difesa di questo servizio, se non da parte dei consiglieri di minoranza del cda dell’Adsu, i quali anche volendo non hanno la possibilità di cambiare le cose.
L’Adsu in questa situazione ha deciso di non indire il bando, non essendo nelle condizioni di poter garantire il servizio per l’intero anno, sappiamo però che ci sarà una riunione il 24 agosto, tra la regione e l’Ater nella quale si dovrebbe stabilire un cronoprogramma con il quale le parti si impegnino a individuare al più presto degli immobili, di proprietà dell’Ater, all’interno dei quali collocare la mensa e la residenza dal prossimo anno, in modo tale da poter garantire che la Campomizzi verrà liberata a luglio 2023.
Questo sarebbe l’unico strumento per poter ottenere la tanta attesa proroga da parte del Ministero della difesa.
A lungo termine la sede della residenza sarà l’ex scuola Carducci, come dimostra l'avvenuta permuta tra l’area in cui sorgeva la Casa dello studente in via XX Settembre e la scuola in viale Duca degli Abruzzi, ma parliamo di un progetto che richiederà uno svariato numero di anni e non possiamo per metterci di “stoppare” l’università fino a quel giorno.
Qui è in ballo l’identità della nostra città.
Bisogna decidere se L’Aquila è ostile o meno agli studenti universitari, se si vuole accogliere oppure no, se siamo in grado di garantire servizi nel nostro territorio.
Sta di fatto che il bando non c’è e chi sta pensando di venire a studiare qui non ha la possibilità di godere di quel diritto costituzionale garantito dall’articolo 34 che recita “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.”
Dunque BANDO alle ciance, è ora di risolvere questa situazione.
Ce lo dobbiamo, ce lo devono.