Le linee di mandato presentate dal Sindaco Biondi sono vuote, di respiro corto, senza una visione programmatoria strategica, in cui si annunciano come prioritari progetti rimasti “in cantiere”per 5 anni che, oltretutto, difettano di una precisa definizione temporale nell’attuazione.
E’ quanto denunciano i Consiglieri comunali de “Il Passo Possibile” Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Massimo Scimia, Alessandro Tomassoni a margine della seduta di ieri del Consiglio comunale, ancora una volta ospitata dal Consiglio Regionale permanendo l’inutilizzabilità della sala consiliare a Palazzo Margherita dal giorno dell’inaugurazione di ben 5 mesi fa (!). Come sarà la città nel 2027 ed oltre, non è dato saperlo.
Pur invocando nella sua relazione spirito collaborativo tra maggioranza e opposizione, il Sindaco in realtà continua a tenere fuori le minoranze dal dibattito sul futuro della nostra città - oltre a tutti i portatori d’interesse economici e sociali - in perfetta continuità con quanto accaduto per la gestione dei fondi del PNRR, esautorando colpevolmente il ruolo primario del consiglio comunale e preferendo l'unilaterale approvazione delle schede delle operazioni finanziarie di progetti che non si sa se e quando vedranno la luce.
Come non rimarcare, poi, la latitanza sulle tante criticità che investono la città e sulle quali si preferisce non intervenire. Nel programma non si parla mai di LAVORO, non c’è traccia di misure per incentivare l’occupazione giovanile, lasciando di fatto inascoltato il grido di dolore dei nostri giovani che chiedono opportunità ma anche dei tanti over 50 che dovrebbero sostenere i propri figli e che invece rischiano di uscire dal mercato del lavoro e di non rientrarci più. Pensiamo,poi, a come si difetti totalmente nella gestione della VIVIBILITÀ IN CENTRO STORICO, in tutte le sue evidenti criticità: non si e riusciti a contemperare i le esigenze dei vari portatori d interesse (residenti, giovani, commercianti, turisti, forze dell’ordine), minimizzando colpevolmente i crescenti episodi di disagio sociale che hanno portato all’accentuarsi del fenomeno della movida violenta ( Il Passo Possibile, sottoscritta da tutta la minoranza, ha avanzato la richiesta di convocazione di III commissione consiliare per iniziare una fase di ascolto sul problema).
Sempre sul centro storico, l'accessibilità sconta la cronica mancanza di parcheggi (non c’è un Piano parcheggi), l’inefficiente pedonalizzazione (senza preliminare studio dei flussi e della qualità urbana) e ztl insufficiente (non basta la mera apposizione di cartellonistica senza successivi controlli), cui si aggiunge l’impellente necessità di maggior pulizia e decoro, dove gli interventi preposti dovrebbero essere la normalità operativa di chi se ne occupa e non stimolati “a chiamata”dal cittadino scontento.
Ed ancora sulla Sanità, sulla cultura, sullo Sport, ancora lontani dall’essere trattati come temi importanti da chi amministra la città. Il drammatico abbassamento dei livelli di programmazione e gestione della SANITÀ CITTADINA si mostra tutto nella grave carenza dei servizi essenziali offerti agli utenti nel San Salvatore - ridotto da eccellenza quasi ad Ospedale di prossimità - a partire dalle lunghe attese al Pronto soccorso così come al Cup, i tempi lunghi per sottoporsi a visite specialistiche, anche urgenti, la cronica mancanza di medici e personale sanitario, con posti da primario ancora vacanti e personale sotto organico in tutti i settori. Si sconta persino un grave difetto di approvvigionamento dei materiali per gli interventi chirurgici…. Non una parola sul Distretto sanitario della città, su un eventuale ritorno dello stesso a Collemaggio o sul potenziamento del presidio territoriale a Bazzano/Paganica (sulla realizzazione della postazione del 118 a Bazzano, faticosamente conquistata, la Regione farà qualcosa?).
Eppure "L'Aquila era e resterà uno dei punti di forza del sistema sanitario regionale" (!), si legge nel programma del Sindaco… La CULTURA non è solo Perdonanza (che, per arrivare davvero all’attenzione del mondo, secondo noi deve costituirsi in Fondazione culturale !) e grandi eventi, ma anche recuperare e restituire alla comunità cittadina i luoghi identitari una volta preposti allo svago (su tutti, del Teatro comunale che si sa?), come pure sostenere più e meglio le associazioni, i singoli artisti, i collettivi e le compagnie più piccole che meritano attenzione dopo periodi critici di inoperatività.
Sullo SPORT siamo ancora molto indietro, al di là di sporadiche manifestazioni nell’intento di “essere la città di qualcosa…”: in realtà, molti degli interventi di riqualificazione degli impianti sportivi sono al palo, con incompiute che probabilmente non vedranno mai la luce (un esempio su tutte il Palajapan), altre da tempo immemore in via di ultimazione (?) come il Palazzetto dello sport di Viale Ovidio, tante altre già esistenti e costrette alla chiusura di cui nessuno si accollerà gli oneri gestionali e manutentivi nemmeno con specifiche convenzioni (su tutte l’annosa vicenda di Verdeaqua come pure quella del Palazzetto di Piazza d'Armi). Valorizzazione del patrimonio: sul futuro dei MAP e dei Progetto CASE nessuna linea di indirizzo, troppo poco sentirsi appagati dal riuso legato alla scuola nazionale di formazione dei Vigili del Fuoco, laddove si parla, infatti, di un solo insediamento su diciannove...
Nell’ipotesi avanzata per la realizzazione di un Front Office unico a Villa Gioia, vista la presenza di parcheggi e collegamenti, non si deve però correre il rischio che faccia la fine delle Delegazioni che, a detta del precedente programma 2017-22 , si sarebbero dovute trasformare in "veri e propri Uffici per le Relazioni con il Pubblico” (URP), in grado di offrire una gamma di servizi ampia e a 360 gradi ai cittadini delle frazioni e della città-territorio".
Nulla è stato fatto. Come non più di poche righe sulla ricostruzione dei centri storici delle frazioni che, come fu nel precedente programma, doveva caratterizzarsi per "tempi rapidi e certi". In ultimo, non una parola sul Ponte Belvedere, forse perché ormai viene dato per completato, come pure sul collegamento a fune con Monteluco. Non vogliamo che l’Aquila sia una “città vetrina”, in cui per molte cose si nasconde la polvere sotto il tappeto: merita, piuttosto, di essere amministrata, con maggior sensibilità e spirito di servizio e con una collaborazione reale anche delle forze di opposizione, di certo non politicizzata ed utilizzata impropriamente per il solo interesse di guadagnarsi posti al sole o per tornaconti personali - concludono i Consiglieri comunali de “Il Passo Possibile”