Ad un anno dall'assalto alla sede nazionale della Cgil il popolo del lavoro scende in piazza con un corteo da piazza Repubblica a Piazza del Popolo. Tre pullman sono partiti dalla provincia dell'Aquila per prendere parte alla manifestazione.
Gli eventi dell'anno scorso colpirono gli animi di molti, l'aggressione a cui assistemmo tutti attoniti rappresentò un attacco a tutti i corpi intermedi, ai diritti e a coloro che si battono per difenderli, un attacco a quella democrazia ampia e declinata nel senso più alto che ci possa essere. Un attacco bieco che non è possibile dimenticare.
In quella piazza però non c'è solo il rancore per quanto accaduto, l'amerezza che sia potuto accadere e la voglia di rivalsa, ma c'è soprattutto il desiderio di rialzare il paese, di essere ascoltati, portare il lavoro e i diritti dei lavoratori al centro del dibattito pubblico. Infatti il corteo è stato intitolato "Italia, Europa ascoltate il lavoro".
Quello lanciato non è un banale richiamo all'attenzione, ma una vera e propria spinta propulsiva chiara e determinata verso una direzione precisa, infatti in Piazza del Popolo sono state portate dieci proposte.
La ricetta portata dalla CGIL prevede:l'aumento di stipendi e pensioni; il superamento della precarietà; l'introduzione del salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei contratti nazionali e una legge sulla rappresentanza; una "vera" riforma del fisco, "progressiva e redistributiva" (incidendo anche sugli extraprofitti), con il no alla flat tax; la sicurezza nei luoghi di lavoro; la necessità di garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il Reddito di cittadinanza; rendere il sistema pensionistico più flessibile superando la legge Fornero; fissare un tetto alle bollette; fare investimenti e un piano per l'autonomia energetica fondato sulle rinnovabili.
Alla manifestazione hanno partecipato i sindacati italiani e i rappresentanti dei sindacati europei, ma anche associazioni come l'ANPI e Friday For Foture.