Il capogruppo di L'Aquila Nuova in Consiglio Comunale, Paolo Romano interviene sulla possibilità di utilizzare i progetti utili alla colletività (Puc), coinvolgendo i percettori del reddito di cittadinanza.
Sono soddisfatto dell’apertura che Fratelli d’Italia, per bocca del consigliere Livio Vittorini, ha avuto sull’inserimento dei percettori di Reddito di Cittadinanza nei Progetti utili alla collettività (PUC): denota consapevolezza delle potenzialità dello strumento. Fortunatamente anche questo centro destra comincia a comprendere come sul sociale si possa fare molto di più a partire dai percettori del reddito di cittadinanza.
Personalmente già da gennaio 2021 ricordai a Bignotti e Biondi questa opportunità che era in capo ai comuni e lo feci per le allora attività di contrasto al Covid anche tramite un protocollo con la ASL1 Avezzano - L’Aquila - Sulmona, specificando nel corposo documento inviato, l’infinità di ambiti per i quali si sarebbe potuto utilizzare il lavoro dei percettori di RdC, e cioè in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, secondo le modalità individuate quanto a caratteristiche e struttura dei progetti.
Bastava una semplice delibera di Giunta comunale. Con l’impegno profuso si arrivò nel mese di ottobre 2021 ad una manifestazione di interesse dell’Ente comunale per la redazione di un catalogo dei Progetti utili alla collettività (Puc) da proporre poi, come lavoro, ai percettori di Reddito di cittadinanza. Il tentativo non produsse gli effetti sperati, anzi: si dimostrò molto timido e incapace di creare una strutturalita all’intervento.
Approfitto quindi dell’intervento del consigliere Vittorini per lanciare insieme a lui la possibilità di una programmazione seria di questo strumento a cui però bisogna aggiungere anche un’azione concreta delle risorse legate al Fondo Povertà su cui insistono risorse non spese. Potrebbe essere utilizzato come modello, quello già adottato dall’assessore al Sociale del Comune di Pescara in quota Lega: tirocini finalizzati all’inclusione sociale per cittadini percettori di RdC con Isee inferiore ai 9mila euro annui, che hanno durata di 6 mesi, un impegno da un minimo di 21 ore a un massimo di 30 ore settimanali e un riconoscimento di una indennità di frequenza pari a 500 euro lordi mensili, con un utilizzo in primis nelle società partecipate dell’Ente che erogano servizi essenziali e che troppo spesso si trovano in assoluta carenza di personale.