Mercoledì, 08 Ottobre 2014 13:12

Collemaggio, primo incontro partecipativo. Pelini: "Necessaria sinergia tra Enti"

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Si è svolto all'Auditorium del castello il primo incontro pubblico "propedeutico al percorso partecipativo" sulla riqualificazione dell'area dell'ex ospedale psichiatrico di Collemaggio.

Hanno partecipato l'assessore con delega alla partecipazione Fabio Pelini, la soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici dell'Aquila, Maria Alessandra Vittorini, la rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi e per la Asl l'ingegner Mario Tursini dell'ufficio tecnico. Assente, insieme alla Regione, ancora una volta il manager della Asl1 Giancarlo Silveri.

I rappresentanti istituzionali hanno parlato dal palco, con un intervento ciascuno a tempo aperto. Una moderatrice gestiva i turni di parola, un'altra figura scriveva su una lontana lavagna i contenuti degli interventi istituzionali. L'immagine dell'area presa da google map era proiettata su un grande schermo. Poi, solo nella parte finale, è stata data la parola anche al pubblico con una durata di massimo cinque minuti ad intervento.

"Arriveremo ad una mappa creativa delle vocazioni dell'area - ha spiegato l'assessore con delega alla Partecipazione, Fabio Pelini - poi procederemo alle manifestazioni di interesse attraverso l'istituto dei patti di collaborazione fra i cittadini e l'amministrazione comunale" e che prevede la gestione dell'area pubblica da parte dei cittadini. "Il tutto culminerà in un concorso di idee per la progettazione. La prima sinergia necessaria, tuttavia, deve essere quella fra gli enti coinvolti: Comune, Regione, Asl, Università e Beni culturali".

Rispetto però all'incontro precedente sul tema, promosso dal comitato 3e32 a Collemaggio - in cui le varie istituzioni si erano iniziate a parlare - quello propedeutico alla partecipazione è sembrato piuttosto una discussione storico-analitica dell'area, e poco più. Come ribadito anche dalla rettrice Paola Inverardi "sarebbe opportuno invece formulare delle proposte precise in base alla funzione che si vuole dare all'area e a una sostenibilità economica possibile". Il rischio infatti è che il processo partecipativo sull'area proceda divenendo poco più di un'assemblea, mentre per "partecipazione" si dovrebbe intendere partecipazione alle decisioni da prendere. Il prossimo incontro, non più propedeutico, si svolgerà tra tre mesi (così ha deciso il Comune), si vedrà allora su quali basi.

Tornando a quello appena svolto, la soprintendente Vittorini, ripercorrendo la storia dell'area, ha ribadito l'esistenza di un vincolo di interesse storico culturale posto dal 2011 attraverso un iter iniziato dalla Asl già nel 2004 e che si applica automaticamente ai beni pubblici reputati di interesse culturale che hanno più di 70anni.

Tra i primi interventi del pubblico quello del Comitato 3e32: "Non possiamo aspettare dieci anni per vedere riqualificata l'area. Chiediamo di partire nel più breve tempo possibile con dei lavori nella parte ad Est, dove si trova lo spazio autogestito di CaseMatte. In quest'area pilota in due anni si potrebbe attuare il progetto già esistente e finanziato dell'albergo in Via dei Matti numero zero nella palazzina denominata 'Villa Edoarda', mentre la palazzina dove fino al terremoto del 2009 c'era l'Utap chiediamo sia destinata alle associazioni che ne hanno bisogno per realizzare i loro laboratori artistici e artigianali".

Una sorta di 'asse centrale' di Collemaggio insomma, che funga da distretto della ricostruzione sociale e del benessere di comunità venendo incontro al bisogno di spazi associativi e d'aggregazione presente fortemente in città, e in stretta pertinenza con la destinazione socio sanitaria e culturale che anche il Comune vorrebbe dare all'area strategica.

Alla proposta pragmatiche del 3e32 (che peraltro ha esortato il Comune ad entrare a Collemaggio già da ora almeno per fare anche lì la raccolta differenziata), si è aggiunta quella del professor Massimo Casacchia, direttore presso il San Salvatore del Dipartimento di Salute mentale servizio psichiatrico di diagnosi e cura, che ha voluto ricordare la necessità di realizzare nell'immediato anche il "museo della mente", progetto - anche questo - esistente già prima del 2009. "E' importante realizzarlo come successo già a Roma e Reggio Emilia come risarcimento e memoria verso chi lì dentro ha subito cose terribili, la discriminazione e la morte. Per farlo siamo disposti a collaborare con tutti - ha concluso il professore - anche con il comitato 3e32 che ha sprigionato energie sull'area finora impensabili".

In tal senso, anche l'ingegner Tursini ha dato la disponibilità da parte della Asl a riprendere i vecchi progetti esistenti per il museo e l'albergo in Via dei Matti, per cui potrebbero essere disponibili ancora 150mila euro del cofinanziamento che l'azienda aveva dato al progetto esecutivo nel 2008.

Il Comitato 3e32 invece - insieme alla sua anima della struttura autogestita di CaseMatte, insediata a Collemaggio ormai da cinque anni - ha voluto con veemenza ricordare alla Asl le condizioni reali in cui si trovano le palazzine ed il parco: rifiuti ospedalieri lasciati da un decennio dentro palazzine aperte, alberi che cadono col vento e così via. Insomma si spera che non sia stato messo un vincolo a questo stato di cose che presupporrebbe la crescita esponenziale di un degrado già arrivato a livelli insopportabili per il vivere civile di una città.

Al netto delle chiacchiere infatti, Collemaggio sembra oggi un territorio di nessuno in cui - oltrepassati il confine dei cancelli - non vigono più i principi di civiltà legati alla città ma regnano distruzione, abbandono e incuria da parte di una proprietà che non è più interessata all'area di ben 19 ettari ed è in guerra contro i suoi stessi beni.

Solo così può spiegarsi il processo a CaseMatte, l'unico spazio vissuto e curato all'interno dell'ex Op, che ha il merito di aver tenuto alto l'interesse della città sull'area innescando peraltro questa serie di incontri che si stanno svolgendo e a cui sta partecipando anche la Asl (anche se significativamente senza direttore). Se l'area è rimasta aperta e attraversata negli anni da migliaia di persone lo si deve alle centinaia di iniziative culturali e politiche all'avanguardia, tenute dal comitato 3e32.

Ma proprio per questo, il 31 ottobre - su tutt'altro piano - la "discussione" (o meglio la sua sconfitta) tornerà in tribunale dove l'azienda del direttore Silveri, costituendosi parte civile, sta chiedendo agli attivisti del 3e32 ben 50mila euro per "danni al patrimonio e all'immagine".

Forse, per tornare a discutere allora, sarebbe il caso che la Regione trovasse prima una soluzione politica al rinnovo delle nomine con la sostituzione dell'attuale Manager. Sempre che sia sua intenzione.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Ottobre 2014 14:14

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