Sabato, 18 Maggio 2013 14:03

L'Aquila può aspettare, le priorità del governo Letta sono altre

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E' partito verso le 10 il corteo della Fiom-Cgil da piazza della Repubblica, al quale stanno partecipando oltre 100 mila persone: lavoratori, metalmeccanici, esodati e molti giovani. In piazza c’è Sel, ci sono alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, c’è Stefano Rodotà con la costituente per i beni comuni che il 4 maggio ha fatto tappa a L’Aquila per la prima assemblea. Il Pd, invece, non c'è: “un’assenza”, ha detto Maurizio Landini, “che parla da sola”.

“Il tema è il lavoro, tutto il resto sono chiacchiere. Che l'Imu sia una tassa fatta male non c'è dubbio, ma non va cancellata per tutti: va mantenuta per le grandi proprietà", ha spiegato il segretario Fiom, prima della partenza del corteo, commentando le decisioni del governo Letta. "Io vedo altre priorità come non aumentare l'Iva e detassare il lavoro dipendente, come costruire un piano di investimenti e tassare i grandi patrimoni e le rendite finanziarie. Su questo non ho sentito una discussione sufficiente di questo governo".

Altra priorità, ha voluto sottolinearlo nei giorni scorsi il ministro dei Beni culturali, a margine del Consiglio cultura a Bruxelles, sarebbe la ricostruzione dell’Aquila: “credo che debba essere l'intero governo ad affrontare il problema", ha detto Massimo Bray, "che non e' solo una questione di tutela e ricostruzione di alcuni monumenti, ma è anche un problema di ridare la città ai cittadini''.

Evidentemente, l’esecutivo guidato da Enrico Letta e Angelino Alfano non la pensa affatto così. L’Aquila è sparita dall’agenda di un governo paralizzato dal ricatto delle larghe intese.

I provvedimenti presi ieri da palazzo Chigi, ha detto Landini, "non ci fanno uscire dall'emergenza, non ci fanno guardare al futuro". E' così. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sul congelamento della rata Imu di giugno sulla prima casa, sugli alloggi popolari e per i terreni agricoli e i fabbricati rurali fino al 16 settembre. Se entro il 31 agosto non verrà adottata una riforma complessiva della tassazione si tornerà a pagare. Sul rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga, invece, "c’è un miliardo tondo", ha annunciato il premier Enrico Letta. Le coperture, ha aggiunto, "hanno a che fare in un caso con la copertura presa dalla voce di bilancio in parte dai fondi produttività che non venivano utilizzati e con un impegno scritto a rimettere le risorse". Insomma, i soldi per la Cig vengono per lo più dal mondo del lavoro. Una sorta di autofinanziamento.

In altre parole i problemi restano, sono solo rimandati. L’obiettivo, per ora, è non aprire crepe nella tela tessuta nelle settimane passate. Lo sottolinea Berlusconi: "la sinistra era sicura di vincere e invece deve fare i conti con il nostro programma. L'imu è il nostro primo successo, già a giugno non dovremo più pagarla". Si dimentica, il leader del centro destra, di dire che per ora si tratta di una sospensione in attesa di una riforma complessiva della materia. Si dimentica di ricordare che, per eliminare la tassa sulla casa e così compiere l’ennesima operazione elettorale, le aziende chiudono, il lavoro scompare, una città muore nell'attesa di 85 milioni. La stessa città che aveva promesso di salvare nelle sue passerelle tra le macerie. Strani incroci del destino.

Ci ha pensato Giovanni Legnini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a ricordarlo: se non si fosse almeno sospesa l’Imu il governo sarebbe caduto, ha detto, e ci sono poi 1 milione di persone che rischiano di ritrovarsi in mezzo alla strada tra qualche settimana. Senza cassa integrazione. Bisognerebbe chiedersi cosa intende fare il Governo per dare lavoro a chi lo ha perso o lo sta perdendo. Si naviga a vista, però. Le manovre adottate sono necessarie a garantirsi, poi si vedrà. E per L’Aquila, “non c’è da drammatizzare, abbiamo un pochino di tempo. I soldi vanno trovati, ma non domani mattina".

Ci si chiede quando, se è vero che oramai sono passati quattro anni dal terremoto. Se è vero che, qualora i cantieri non partissero prima dell’estate, ne avremmo perso un altro. Con buona pace del crono programma annunciato con soddisfazione dal Sindaco e dall’allora ministro Barca che, stamane, racconta di come vorrebbe ricostruire il Pd sulle pagine dell’Huffington Post.

Le priorità sono altre, inutile girarci intorno. L’Aquila non lo è più da tempo. Non lo dimostrano solo le decisioni del governo Letta. Lo testimonia la poca attenzione che oramai c’è intorno alla ricostruzione della città: basta sfogliare i quotidiani nazionali, navigare tra le pagine dei principali siti di informazione per accorgersi che del capoluogo d’Abruzzo non parla più nessuno. Non è forse una notizia che il Sindaco della città abbia deciso di togliere il tricolore dagli uffici pubblici? Che il Prefetto abbia firmato un decreto minacciando di sospenderlo? Che la protesta è nata dalla certezza che soldi non ce ne sono e non ce ne saranno anche se la ricostruzione non è mai partita? Evidentemente no.

L’ultima speranza è legata al decreto in discussione al Senato la prossima settimana, che dovrebbe essere convertito in legge entro la fine di giugno: si tratta del decreto sulle emergenze ambientali firmato dal governo Monti ad Aprile che reca nel titolo la questione della ricostruzione del cratere. Nel corso di una conferenza stampa, la senatrice Stefania Pezzopane ha presentato stamane gli emendamenti che intende proporre: "abbiamo un governo di larghe intese che ha tanti problemi, la speranza è che si riesca comunque a fare squadra. Il decreto Monti conteneva due articoli, il numero 7 e il numero 8, che trattavano della velocizzazione della ricostruzione dell’Aquila e del cratere. In particolare, per quel che riguarda l’assistenza alla popolazione e la questione rifiuti. Mi sono inserita tra questi articoli per tentare di dare soddisfazione alle richieste del territorio”.

La questione più importante, naturalmente, è lo stanziamento degli 85 milioni per accendere la prima rata del mutuo con Cassa depositi e prestiti da 1miliardo e 400 milioni: “siamo riusciti a trovare il modo per accendere il mutuo. In commissione l’emendamento si può votare. Sappiamo che non ci sono più risorse, speriamo almeno si apra il dibattito. Vedremo se altri partiti presenteranno delle proposte, in una battaglia comune per L'Aquila".

Ultima modifica il Lunedì, 20 Maggio 2013 00:29

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