Martedì, 28 Ottobre 2014 23:21

Case e Map, Cialente vs comitati su pagamento utenze

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Qualche ora fa l'avevamo scritto: il progetto Case rischia di trasformarsi in una vera e propria polveriera per l'amministrazione Cialente. E infatti, la contrapposizione con i comitati che rappresentano gli assegnatari si è resa manifesta nel pomeriggio di ieri, in sede di V Commissione 'Garanzia e controllo'.

Riunita dal presidente Raffaele Daniele con, all'ordine del giorno, le problematiche legate al pagamento delle utenze, la seduta della Commissione - che prevedeva l'audizione dei comitati - si è trasformata in un botta e risposta concitato tra il sindaco Cialente e alcuni assegnatari. Sono volate parole grosse, nell'imbarazzo dei consiglieri comunali presenti, per lo più silenti, e del presidente Daniele che ha tentato invano di tessere i fili di una Commissione che gli è sfuggita completamente di mano.

Si è discusso delle misure inserite dal Partito Democratico nell'emendamento alla legge di conversione del decreto Sblocca Italia, approvato - seppur solo in parte - dalla Camera dei deputati, e che andranno a normare la gestione di Case e Map. Il primo cittadino ha provato a fare un pò di chiarezza. Innanzitutto, sul comma 8 quinques: almeno per ora, gli assegnatari proprietari di prima abitazione non saranno chiamati a pagare alcun canone concessorio. "E' una scelta politica", ha ribadito il primo cittadino. "Se la Corte dei Conti verrà a sindacare, vuol dire che vorrà sindacare di scelte politiche che spettano all'amministrazione. Vengano loro a fare il sindaco, se proprio vogliono".

Piuttosto, gli inquilini dovranno sostenere le spese per la manutenzione ordinaria. "Il Governo non sosterrà le spese per la manutenzione ordinaria. E l'amministrazione non ha fondi da destinare", ha spiegato Cialente. "Per i Map, non ci risorse da tempo. Pensate che ad Onna sono stati evacuati due moduli provvisori che presentavano evidenti problemi strutturali e non sappiamo neppure chi dovrà occuparsene". Dunque, "come in ogni condominio, gli assegnatari dovranno occuparsi delle spese vive". Parliamo di quasi 2.8milioni di euro.

Per quel che riguarda la manutenzione straordinaria, invece, il primo cittadino ha fatto un passo indietro: "Se nel 2011 avessimo predisposto la gara europea per l'affidamento del servizio ad un global service, avremmo dovuto alzare gli affitti - che abbiamo invece deciso di tenere molto bassi, per chi è chiamato a pagarli - e avremmo dovuto far pagare il canone concessorio ai proprietari. Andavano coperti costi per 9milioni di euro: a tanto sarebbe ammontata la spesa, se avessimo sommato le bollette, la manutenzione ordinaria e il milione l'anno previsto per la manutenzione straordinaria. Un salasso, per le famiglie. Abbiamo deciso di aspettare e, così, siamo riusciti a prendere dei soldi e a finanziare, fino ad oggi, la manutenzione". Ora, l'amministrazione ha chiesto al Governo di 'coprire' - ancora per un pò - i lavori straordinari. Con i soldi della ricostruzione. Di per sé, una scelta paradossale a pensarci bene.

Il problema più spinoso, però, si annida intorno al pagamento delle utenze: l'emendamento allo Sblocca Italia, infatti, autorizza di fatto l'amministrazione a far pagare i consumi secondo le superfici, legittimando così il criterio applicato finora per la determinazione delle bollette. Criterio giudicato dai cittadini incongruo e iniquo, contro il quale, non a caso, stanno fioccando i ricorsi dinanzi al difensore civico regionale che ha già sanzionato l'amministrazione Cialente. E su questo punto, la discussione si è accesa, con toni anche violenti.

Il primo cittadino ha sottolineato come gli assegnatari che vivono al piano terra consumino, in media, il 44% in più rispetto a coloro che vivono al primo e al secondo piano. "Su un totale di 1527 alloggi dei piani terra - ha incalzato - abbiamo avuto consumi per 3milioni e 620mila euro. Nei 1456 alloggi ai primi piani, invece, i consumi ammontano a 2milioni e 300mila euro. Più o meno, la stessa spesa sostenuta dai 1466 alloggi dei secondi, con una spesa di 2milioni e 283mila euro. E' un problema serio di giustizia sociale: qual è il reale consumo di ciascun assegnatario? Come calcolarlo se gli alloggi del primo piano finiscono per scaldare anche i piani più in alto?". Giuliano Bruno, presidente del Comitato 'Assergi due Ade', ha però tentato di smontare il ragionamento del sindaco: "C'è un errore nei calcoli", ha spiegato. "Infatti, si presuppone che nel calcolo del consumo di metano si tenga in considerazione soltanto il riscaldamento, non il consumo di acqua calda - che pesa tra il 35 e il 45% - e la quota fissa ripartita per i millesimi termici di ogni appartamento. Su un calcolo empirico fatto nella mia palazzina - ha continuato Bruno - abbiamo registrato una differenza, tra il primo piano e gli altri, pari a 156euro annui. Davvero per una cifra del genere era necessario presentare un emendamento allo Sblocca Italia così da far pagare le utenze secondo le superfici e non secondo i reali consumi di ciascun assegnatario, come vorrebbe la legge?".

Insomma, i Comitati non intendono pagare se non arriveranno bollette calcolate a consumo. Cialente ha risposto che il calcolo differenziato avrebbe dei costi per l'amministrazione che dovrebbero poi pagare gli assegnatari in bolletta. "La sola lettura dei contatori, che avevamo affidato all'Asm, è costata 45mila euro. Un paio di giri l'anno costerebbero 90mila euro". E poi, molti dei contabilizzatori non funzionano e ci vorrebbero almeno altri 500mila euro per metterli apposto. Senza considerare l'ingiustizia di far pagare ad alcuni più che ad altri.

A mediare, ha provato l'assessore Lelio De Santis: "L'esposizione debitoria del Comune dell'Aquila ammonta a 10milioni e 300mila euro. Non possiamo che recuperare le somme. In alcune scelte - ha riconosciuto De Santis - siamo stati superficiali, senza dubbio abbiamo tardato nell'inviare le bollette. Dobbiamo però risolvere l'esposizione debitoria, altrimenti il Comune dell'Aquila andrà a rotoli". In effetti, ad oggi, per le utenze non è stato incassato neppure il 30% del dovuto. Per i canoni, invece, si è arrivati all'incasso del 65%. "Saremo inflessibili con i morosi", ha incalzato l'assessore. "E arriveremo anche agli sfratti perché chi non versa quanto dovuto sta causando un danno a tutti gli assegnatari. Siamo disponibili al dialogo, prima però bisogna mettersi in regola: abbiamo inviato i bollettoni con la tariffazione al 75% proprio per venire incontro alle difficoltà delle famiglie".

La situazione è al collasso. I Comitati intendono andare fino in fondo, fino alla Corte Europea se sarà necessario. L'amministrazione ha l'urgenza di pagare il dovuto alle società che erogano i servizi, con il rischio del distacco delle utenze. E lo spettro del collasso finanziario. Una soluzione andrà trovata, al più presto. E probabilmente, saranno i cittadini assegnatari a dover risolvere l'impasse pagando i ritardi e le negligenze della politica. Prima o poi, però, qualcuno dovrà rispondere ai dubbi sollevati dal presidente dell'associazione 'Assergi due Ade', Giuliano Bruno: "Già nel luglio 2011 - ha ricordato - l'ingegner Corridore, supervisore del progetto Case, scriveva che c'erano 3milioni di euro di utenze da versare e si domandava se non fosse arrivato il momento di iniziare a far pagare le bollette. Come mai l'amministrazione se ne è preoccupata soltanto alla fine del 2012? Se avessimo affrontato per tempo il problema, ci saremmo accorti che i contabilizzatori non funzionavano, che alcune palazzine registravano consumi assai più elevati di altre, che non avevano la certificazione energetica prevista nel capitolato. E considerato che i verbali di collaudo vennero redatti alla fine del 2011, avremmo avuto tempo e modo di segnalare i problemi prima che venissero pagate le ditte. Ora, invece, saremo noi cittadini a pagare".

Ricordate quando si è votato per il rinnovo dell'amministrazione cittadina? Esatto, era il maggio 2012.

Ultima modifica il Mercoledì, 29 Ottobre 2014 03:26

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