Lunedì, 27 Ottobre 2014 15:42

Case e Map, comitati contro Sblocca Italia: "Arriveremo alla Corte Europea"

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Oramai, il progetto Case è una polveriera per l'amministrazione Cialente.

Infatti, sabato pomeriggio - in una sala del Centro Servizio per il Volontariato - si è tenuta una partecipatissima assemblea convocata dal Comitato 'Assergi due Ade' e dall''Associazione civica aquilana'.

Gli assegnatari sono esasperati: c'è chi è indignato per i bollettoni recapitati dal Comune dell'Aquila, che si sommano l'uno all'altro con spese mensili enormi per le famiglie, chi si lamenta perché gli alloggi del primo piano consumano molto più degli altri, perché intende pagare soltanto per quanto effettivamente consumato, c'è chi protesta per la mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, perché piove in salotto o perché ha paura che anche i solai possano un giorno collassare.

Rabbia e indignazione, sfinimento, che si sono resi manifesti sabato pomeriggio, discutendo delle misure inserite dal Partito Democratico nell'emendamento alla legge di conversione del decreto Sblocca Italia, approvato - seppur solo in parte - dalla Camera dei deputati. Salvi i 250milioni per la ricostruzione, sono state stralciate alcune proposte già approvate in Commissione ambiente: in particolare, l'affidamento della rimozione delle macerie alle amministrazioni competenti e la possibilità di impegnare l'1% dei fondi per la ricostruzione privata per le spese dei Comuni del cratere. Restano però le misure che andranno a normare la gestione del progetto Case e Map.

L'emendamento è stato presentato dai parlamentari abruzzesi Antonio Castricone, Maria Amato, Vittoria D'Incecco e Tommaso Ginoble e, approvato alla Camera dei Deputati, dovrebbe 'passare' senza difficoltà anche in Senato.

A far discutere, tra gli altri, è il comma 8 quinques che recita: "Tutti gli assegnatari di alloggi del Progetto Case e Map sono tenuti al pagamento del canone concessorio stabilito dai comuni e a sostenere le spese per la manutenzione ordinaria degli stessi. Per la gestione della complessa situazione emergenziale delineatasi a seguito degli eventi sismici, per l'Edilizia Residenziale Pubblica, Progetto CASE e MAP, è consentito ai comuni di ripartire i consumi rilevati per ogni edificio, anche per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, secondo le superfici lorde coperte degli alloggi".

Con questo comma si stabilisce in pratica che tutti coloro che abitano nelle Case e nei map, indistintamente (dunque anche i proprietari), dovranno pagare i canoni concessori (vale a dire gli affitti) e le spese per la manutenzione ordinaria.

Ma la nuova norma è pensata anche per togliere le castagne dal fuoco al Comune sulla vicenda dei consumi, perché autorizzerebbe di fatto l'amministrazione a far pagare le utenze secondo le superfici, legittimando così il criterio applicato finora per la determinazione delle bollette. Criterio giudicato dai cittadini incongruo e iniquo, contro il quale, non a caso, stanno fioccando i ricorsi dinanzi al difensore civico regionale che ha già sanzionato l'amministrazione Cialente.

Ha scatenato polemiche anche l'ultima parte del comma, che recita: "La manutenzione straordinaria degli alloggi del progetto Case e dei Map è effettuato dai comuni nei cui territori sono ubicati gli alloggi, nei limiti delle risorse disponibili stanziate per la ricostruzione dei territori della regione Abruzzo, colpiti dagli eventi sismici del 6 aprile 2009, e assegnate a tale finalità con delibera CIPE, nell'ambito delle risorse destinate alle spese obbligatorie, sulla base delle esigenze rilevate dagli Uffici Speciali per la ricostruzione e su proposta del Coordinatore della Struttura di missione per il coordinamento dei processi di ricostruzione e sviluppo nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o giugno 2014".

Una misura paradossale perché dà la possibilità di usare, per la manutenzione straordinaria di Case e Map, i soldi destinati alla ricostruzione.

Scelte che hanno scatenato la furia degli assegnatari, arrabbiati per l'emendamento che - si è ribadito nel corso della riunione di sabato - andrà a sanare le negligenze dell'amministrazione comunale a scapito dei cittadini.

Affitto per tutti gli assegnatari che pagheranno la manutenzione ordinaria, con i lavori straordinari finanziati invece dai soldi per la ricostruzione dell'Aquila e dei Comuni del cratere, pagamento delle utenze a metro quadro e non per quanto effettivamente consumato. Giuliano Bruno, presidente del Comitato 'Assergi due Ade', ha aperto i lavori con una riflessione che meriterebbe una risposta dell'amministrazione: "Se la manutenzione ordinaria - per l'anno 2013/2014 affidata a Manutencoop e costata 2.7milioni di euro - e le utenze di luce e gas - spesa di 4.2milioni di euro per lo stesso anno - vengono pagate dai cittadini assegnatari, e se la manutenzione straordinaria viene finanziata invece con i soldi della ricostruzione, perché viene richiesto anche un canone concessorio? Poniamo pure decidano di far pagare 1 euro e 50 centesimi a metro quadro, per 330mila metri quadrati totali di Case e Map, vorrebbe dire che il Comune andrebbe ad incassare 6milioni di euro: vorrei chiedere all'amministrazione, cosa se ne fanno di questi soldi? Forse intendono risolvere le criticità delle municipalizzate al collasso con i soldi dei terremotati?". 

Gli amministratori non hanno presenziato all'assemblea. Dunque, non è arrivata alcuna risposta. C'erano la senatrice del Movimento 5 Stelle Enza Blundo, la senatrice di Forza Italia Paola Pelino. C'erano i consiglieri comunali d'opposizione, Guido Liris di Forza Italia e Ettore Di Cesare di Appello per L'Aquila. Nessun altro.

Liris che già aveva parlato di "misure contro gli aquilani", aveva promesso che avrebbe chiesto ai Senatori del suo partito di opporsi all'approvazione dell'emendamento. Impegno assunto da Paola Pelino: "Furbescamente il governo sta imponendo fiducie su fiducie - ha sottolineato - niente di più semplice, dunque, che il testo lo lascino discutere nelle Commissioni per poi presentare un maxi emendamento in aula. Noi di Forza Italia non abbiamo mai votato la fiducia al Governo Renzi, l'emendamento però passerebbe comunque con i numeri della maggioranza".

Cosa fare, si è chiesta la senatrice forzista? "L'emendamento è un assurdo, una ingiustizia. Dunque, dobbiamo prendere un accordo con il Governo, prima di arrivare al voto in Senato: il ruolo che era di Legnini, in questo momento, dobbiamo assumerlo noi senatori abruzzesi, rivolgendoci ai nostri esponenti di partito perché intervengano. Altrimenti, si arriverà all'approvazione. Anche perché, l'emendamento è stato presentato dal Pd e, quindi, non c'è alcun interesse a smantellarlo". Ancora più agguerrita Enza Blundo - "siamo grandi amiche" ha sottolineato Pelino - : "Come Movimento 5 Stelle - ha attaccato la 'cittadina' pentastellata - intendiamo far cadere tutto il decreto Sblocca-Italia".

"Ci si può dividere sul tipo di intervento post-emergenziale, sul giudizio che diamo alla realizzazione del progetto Case, ma dobbiamo assolutamente evitare che passi l'emendamento", ha incalzato Guido Liris facendo riferimento all'intervento del consigliere Ettore Di Cesare che aveva chiesto qualche istante prima, agli esponenti di Forza Italia, di assumere la responsabilità delle scelte compiute dal governo Berlusconi all'indomani del sisma.

"Trovo scandaloso che si debbano usare i soldi per la ricostruzione di casa nostra per ricostruire i progetti Case", aveva sottolineato Di Cesare. "E se mi permettete, che ad essere scandalizzati per la scelta siano anche coloro che sono stati tra i fautori della costruzione di Case e Map, come la senatrice Pelino, fa davvero rabbia: ci vorrebbe almeno un pò di decenza".

"L'emendamento è stato pensato dal sindaco Cialente", ha spiegato il consigliere d'opposizione. "Dunque, l'unica persona che può far recedere dall'approvazione dell'emendamento è proprio il primo cittadino. Ci dovremmo dunque rivolgere al sindaco per sapere con chi sono stati discussi gli emendamenti, anche perché sono due mesi che chiediamo sia coinvolta la cittadinanza nella stesura della legge sulla ricostruzione dell'Aquila che non è faccenda interna al Pd ma riguarda tutti i cittadini. In Consiglio comunale, non abbiamo mai avuto modo di discuterne. E poi, dovremmo dire a tutti i parlamentari abruzzesi di non votare la legge: chi vota questa legge non avrà più il nostro voto, che sia del Pd, di Forza Italia o del Movimento 5 Stelle. Ciascuno assuma la responsabilità delle decisioni che prende".

L'amministrazione però tira dritta per la sua strada. Anche perché i debiti si accumulano. Se ne tornerà a parlare domani: la V commissione 'Garanzia e controllo' infatti, presieduta dal consigliere Raffaele Daniele, è convocata alle 14:30 per l'audizione dei Comitati civici. Che sabato hanno promesso: "Se sarà necessario, arriveremo fino alla Corte Europea".

 

Ultima modifica il Lunedì, 27 Ottobre 2014 16:26

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