Lunedì, 17 Novembre 2014 02:53

Regione: Tfr anticipato per i consiglieri ma niente soldi per pagare gli stipendi

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Mai più delibere e provvedimenti fuori sacco!”. Luciano D'Alfonso, in campagna elettorale, era stato perentorio: in caso di vittoria, non avrebbe più tollerato la prassi con la quale, nel corso delle sedute consiliari, vengono surrettiziamente inseriti nella discussione, con i caratteri dell'emergenza e dell'urgenza, argomenti non iscritti all'ordine del giorno.

Le delibere fuori sacco sono una forma di malcostume amministrativo perché, essendo presentate senza il controllo preventivo della Ragioneria e della Segreteria generale, vanificano  qualsiasi forma di controllo di carattere preventivo da parte degli Uffici a ciò preposti.

Contravvenendo a quanto promesso da D'Alfonso in campagna elettorale, lo scorso 11 novembre il Consiglio regionale ha deliberato, praticamente all'unanimità, la modifica della legge 40/2010 che disciplina, tra le altre cose, il Tfr (trattamento di fine rapporto) dei consiglieri; senza che tale misura fosse stata inserita all'ordine del giorno.

In buona sostanza, con le modifiche approvate, i membri dell'assemblea regionale potranno intascare il Tfr previsto dal loro mandato (circa 50 mila euro) in qualsiasi momento, senza aspettare il temine della legislatura.

Un provvedimento non illegittimo ma sicuramente inopportuno, viste le difficoltà vissute giornalmente da migliaia di famiglie abruzzesi alle prese con gli effetti della crisi economica e visto anche che quella di incassare anzitempo il Tfr è una possibilità preclusa alla stragrande maggioranza dei lavoratori.

Ma c'è anche un'altra ragione per cui la decisione del Consiglio è apparsa del tutto fuori luogo. Per via di  alcuni crediti non riscossi, stimati in circa 41 milioni di euro, la Regione Abruzzo - come ha rivelato lo stesso assessore al Bilancio Silvio Paolucci in una lettera inviata ai direttori della giunta regionale e al segretario generale della Presidenza e resa pubblica pochi giorni fa dal consigliere del Movimento 5 Stelle Domenico Pettinari – ha seri problemi di cassa, a causa dei quali rischia di non poter pagare nemmeno le spese obbligatorie, nelle quali rientrano anche gli stipendi dei dipendenti.

Una situazione quasi paradossale: mentre la Regione è a corto di liquidità, tanto che i lavoratori non sanno ancora se percepiranno regolarmente le retribuzioni di novembre e dicembre (tredicesime comprese), il Consiglio regionale, con una sveltina, vota l'ennesimo privilegio a uso e consumo della “casta”.

E sempre a proposito di emolumenti e trattamenti economici dei consiglieri: a quasi sei mesi dall'inizio della legislatura, rimane ancora inattuata la promessa fatta da D'Alfonso in campagna elettorale di equiparare gli stipendi dei consiglieri regionali a quello del sindaco della città capoluogo di Regione.

 

Ultima modifica il Martedì, 18 Novembre 2014 08:15

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