La questione è complessa e riguarda migliaia di cittadini. In mattinata, i consiglieri di minoranza Enrico Verini, Angelo Mancini ed Emanuele Imprudente hanno presentato un mozione per permettere alle famiglie assegnatarie di progetti C.A.S.E o M.A.P, e che prima del terremoto vivevano in affitto, di restare nei moduli abitativi se, al ripristino dell’abitazione in cui erano domiciliati, i proprietari della stessa non abbiano offerto loro lo stesso immobile allo stesso prezzo d’affitto. Pagando un mensile concordato al Comune, naturalmente.
Una questione assolutamente non marginale: sono moltissime, infatti, le famiglie che vengono buttate fuori dai M.A.P o dalle C.A.S.E. senza che vengano riaccolte nella abitazione originaria, nel frattempo ricostruita, con le difficoltà che potete immaginare. Un problema che ha origini antiche: l’ordinanza 37/79 del luglio 2009, prevedeva un contributo per i proprietari di abitazione regolarmente affittata a patto che la stessa fosse poi di nuovo concessa in locazione alla famiglia che vi viveva, e per i successivi due anni. Purtroppo, in molti hanno ottenuto i contributi senza rispettare quanto previsto dall’ordinanza. E’ mancato completamente il controllo degli uffici competenti.
La mozione, dunque, intende risolvere il problema delle tante famiglie costrette a trovare nuove sistemazioni e anche a far si che l’amministrazione entri in concorrenza con i privati per abbassare, finalmente, i prezzi lievitati negli ultimi quattro anni. Iniziative che spetterebbero all’assessore Pelini che in questi anni, però, non ha inteso predisporre alcuna normativa.
I consiglieri di minoranza hanno fatto il punto anche sulla questione dei rimborsi per i traslochi e per i mobili distrutti dal sisma. In particolare, hanno chiesto il rispetto delle ordinanze 37/89 e 37/97 che da tempo disattese.
Ricorderete che era previsto un rimborso, fino a 10mila euro, per i proprietari di abitazione principale classificata E che avessero avuto i mobili distrutti dal sisma. Ad oggi sono state liquidate 2819 pratiche sulle 4531 presentate, per un totale di quasi 19milioni di spesa. Rimangono ancora in attesa 1712 istruttorie, e servono 11 milioni di euro. Inoltre, ci sono 95 pratiche presentate oltre il termine previsto del 3 febbraio 2010, che riguardano le famiglie più colpite dal sisma nei beni e, soprattutto, negli affetti e che per questo non hanno badato a rispettare i tempi stabiliti. Pratiche che, naturalmente, dovranno essere liquidate.
Per quel che riguarda il rimborso dei traslochi, invece, mancano 5 milioni di euro per evadere le pratiche presentate al 31 gennaio 2012 e già approvate. Senza considerare le istruttorie depositate dal 1 febbraio 2012 e che giacciono ferme in attesa di una risposta.
Insomma, ballano 16 milioni di euro. Soldi che il Comune aveva messo in bilancio con la gestione speciale ma che nel passaggio alla gestione stralcio di Mancurti e all’attuale ordinaria di Paolo Aielli sono scomparsi.
L’ufficio competente, Traslochi e indennizzi, con la referente Valentina Perilli ha sollecitato l’Usra senza ricevere risposte. Non solo, sono stati presentati degli emendamenti all’ultima delibera sui fondi Cipe, per trovare i 16 milioni di euro necessari a risolvere la situazione, che però non sono stati accolti. Per alcuni, in Comune, le normative non sarebbero più in vigore: non è affatto così e i consiglieri Verini, Mancini e Imprudente hanno inteso sottolinearlo chiedendo che l’amministrazione si impegni a rispettarle per non creare degli inspiegabili distinguo tra i cittadini. Ad oggi, quasi 5000 famiglie non hanno visto riconosciuto il loro diritto al rimborso per i mobili o per il trasloco. E, nei prossimi mesi, potrebbero aggiungersi altre richieste che bisognerà trovare il modo di evadere.