Il consigliere comunale del Partito democratico Stefano Palumbo chiede un cambio di marcia dell'azione politica comunale su università, piano regolatore e Urban Center.
"Il dibattito che si aprirà da qui ai prossimi mesi sugli argomenti inseriti nell'agenda politica comunale" scrive Palumbo in una nota "esige necessariamente un salto di qualità. La nostra città ha l'opportunità di segnare decisi passi in avanti nella costituzione del suo profilo: più aperto, ambizioso, cosmopolita, meno provinciale e racchiuso in se stesso. Si intrecciano in quest'ottica le discussioni sul futuro dell'università, sul nuovo piano regolatore, sulla costituzione dell'Urban center.
Bene ha fatto il segretario del Pd cittadino Albano a sottolineare l'importanza di un approccio strategico: sono convinto che dal tipo di scelte che verranno fatte in ambiti come questi e soprattutto dal livello del confronto che saremo capaci di instaurare, prenderà forma un nuovo modello di sviluppo sociale a cui sarà affidato il destino della nostra città.
"Vedo invece, purtroppo, riproporsi schematismi che in passato hanno ostacolo l'affermazione di un ambizioso protagonismo, quello che avrebbe dovuto avere una città capoluogo di regione con una storia importante alle spalle".
"L'Università non è solo il mezzo attraverso il quale garantirsi introiti economici derivanti dall'affitto delle seconde case; il piano regolatore può essere qualcosa di più di un semplice strumento di regolamentazione dell'edilizia; l'Urban center non è un'appendice degli uffici comunal. Usciamo da questi paradigmi superati dal tempo e dai fatti, cominciamo piuttosto a parlare di come alcune decisioni possono contribuire alla definizione di una nuova forma urbana ispirata ad uno sviluppo sostenibile".
"Il Pd cittadino ha iniziato un percorso di ascolto della città per mettere in campo da subito progetti in favore del sistema universitario con la consapevolezza di dover procedere su un doppio binario: da un lato occorre individuare soluzioni immediate per uscire dalla precarietà frutto della disgregata riorganizzazione post-sisma e per ripensare una città a misura di studente con servizi connessi ed efficienti; dall'altro bisogna prendere coscienza dell'opportunità di investire nel settore della formazione, della ricerca e della cultura, risorse da cui attingere know how, competenze e professionalità e su cui far leva per favorire crescita, sviluppo e attrazione di investimenti".
"Allo stesso modo, il dibattito sul Prg può servire finalmente ad affiancare all'attuale priorità sul recupero delle abitazioni danneggiate dal sisma, una visione condivisa sul modello di città che immaginiamo per il futuro".
"A valle della ricostruzione rischiamo di ritrovarci con troppe case belle e sicure, ma con i cittadini che non riescono più ad incontrarsi, uno spazio senza anima; discutiamo allora su come riconquistare spazi, piazze, strade, tutti quei luoghi che rendono una città tale, confrontiamoci sul destino dei nostri borghi e delle funzioni che questi potranno assumere nel futuro assetto cittadino".
"È su questa prospettiva, allora, che va concepita la funzione dell'Urban center, da immaginare come una struttura che sia allo stesso tempo autonoma e di stimolo, che sia luogo e motore della discussione sullo sviluppo urbano, uno strumento con cui assicurare partecipazione, generare cultura della città e favorire qualità nella ricostruzione".