Si potrebbe considerare il "regalino di Natale" del governo Renzi al cratere sismico abruzzese. E' stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 22 dicembre, la delibera Cipe n. 23, che destina ai territori abruzzesi colpiti dal sisma del 2009 quasi mezzo miliardo di euro, finalmente impegnabili.
Se la pubblicazione poco cambia al destino della ricostruzione della città dell'Aquila - essendo il comune capoluogo, l'amministrazione Cialente ha potuto già impegnare i circa 269 milioni destinati alla ricostruzione privata previsti dalla delibera - la questione è differente per i comuni del cratere.
La pubblicazione sulla Gazzetta della delibera, redatta ed emanata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) il 1 agosto scorso, rappresenta qualcosa in più di un semplice passaggio burocratico-amministrativo. E riassetta, in parte, anche alcuni equilibri riguardanti la governance del cratere.
Come questo giornale ha sottolineato in un approfondimento del novembre scorso, i 168 milioni destinati ai comuni del cratere per l'annualità 2014 non erano utilizzabili, perché la delibera non era ancora stata pubblicata in Gazzetta, e quindi non si conosceva la ripartizione per i diversi comuni del cratere. Ora, il documento è emanato e c'è dunque il via libera all'utilizzo delle risorse.
La novità rilevante è rappresentata dall'assegnazione dei fondi, che il governo nella delibera 23 trasferisce direttamente all'Ufficio Speciale per la Ricostruzione del Cratere (Usrc) e non ai singoli comuni, come avvenuto in passato.
Al punto 3 della delibera, si specifica infatti che "Al fine di garantire un'efficace e flessibile allocazione delle risorse da assegnare agli altri comuni del cratere per le esigenze di ricostruzione privata, le risorse di cui ai precedenti punti 1.2 e 2, pari complessivamente a 167.947.316,05 euro, saranno ripartite tra i singoli comuni dall'Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (USRC), a fronte delle istruttorie da essi concluse positivamente, una volta che, sulla base dei dati di monitoraggio, risultino integralmente impegnate le risorse loro precedentemente attribuite". In altre parole, i soldi saranno assegnati all'Usrc, che li ripartirà ai comuni in base all'impegno di spesa di questi ultimi, rispetto ai soldi assegnati per la ricostruzione dei rispettivi borghi.
Un cambio di rotta, insomma, rispetto alla bozza di ripartizione - caldeggiata anche dall'allora sottosegretario Giovanni Legnini - che il coordinamento dei sindaci del cratere, guidato da Emilio Nusca, aveva elaborato nell'agosto scorso. Una bozza, di fatto, che ad oggi non ha più senso di esistere, anche se probabilmente se ne dovrà tenere conto.
Con l'assegnazione delle risorse del Cipe all'Usrc di Paolo Esposito si va, insomma, verso una direzione più tecnica che politica per il prosieguo della ricostruzione del cratere abruzzese. Direzione che, nell'assegnazione dei fondi, dovrebbe dare più peso ai comuni che impiegano più velocemente (e meglio) i soldi assegnati.