Martedì, 24 Febbraio 2015 12:08

Abruzzo, fusione Ater: ennesimo scontro tra L'Aquila e la costa

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La questione della fusione delle agenzie regionali per l'edilizia popolare abruzzesi continua a tenere banco. Dopo il no convinto del consigliere regionale di maggioranza Pierpaolo Pietrucci, che di fatto ha sollevato il caso, arriva l'opposizione anche del sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. La paura di parte della maggioranza di centrosinistra delle aree interne è che con i contributi per la ricostruzione post-sisma del patrimonio dell'edilizia popolare dell'Ater dell'Aquila si voglia, in qualche modo, ripianare i debiti nel bilancio di altre agenzie abruzzesi, come quella di Chieti.

L'assessore ai Lavori pubblici Donato Di Matteo ha convocato per domani a Pescara una conferenza stampa per la "riunificazione e riorganizzazione" delle cinque Ater in un'unica struttura denominata Azienda Regionale per l'Abitato (Ara). Nel corso dell'incontro si chiariranno i profili tecnici della necessaria riorganizzazione delle Ater e si "dissiperanno - come anticipa l'Assessore - gli scetticismi avanzati dall'opposizione e da alcune realtà territoriali in merito". Un chiaro riferimento alle polemiche di Pietrucci e Cialente. Per Di Matteo "la combinazione della razionalizzazione della struttura organizzativa e di quella societaria, nonché la ridefinizione dell'attività di business e, di conseguenza, degli strumenti da utilizzare per le nuove attività ridefinite configurano la proposta di legge come risposta razionale, concreta e necessaria alle attuali problematiche del settore".

Cialente, invece, come il suo ex capo di gabinetto esprime la più "totale contrarietà alla fusione di tutte le ATER in un unico momento", auspicando come l'Ater dell'Aquila possa confluire nella nuova Ara anche in un secondo momento, come nel caso dell'esclusione dell'Ama nella nuova società dei trasporti Tua. Da notare, in questa fase, l'assenza di dichiarazioni pubbliche da parte del vice presidente della Regione, l'aquilano Giovanni Lolli. (m. fo.)


La nota di Massimo Cialente

Esprimo la mia più totale contrarietà alla fusione di tutte le ATER in un unico momento. Rilevo anzitutto un problema di metodo: quello di procedere senza alcun ascolto del territorio e dei sindaci; metodo sicuramente possibile ma che non mi sarei mai aspettato dalla Giunta D'Alfonso.

La forma in politica è sostanza ed è sbagliato far cadere le scelte dall'alto. E' una questione di stile. Il secondo argomento è che in questo momento l'ATER dell'Aquila sta vivendo una fase particolare, unica, spero irripetibile: è chiamata a ricostruire l’intero patrimonio edilizio aquilano e del cratere andato completamente distrutto.

Il tutto sta avvenendo con gravissimi ritardi per la lentezza del trasferimento delle risorse (servono 80 milioni di euro!), ed è solo grazie all'impegno del Comune dell’Aquila, che ne sta pagando le conseguenze anche in termini di giustizia contabile, che si sta facendo fronte alla drammatica richiesta di alloggi di edilizia residenziale pubblica da parte delle famiglie più svantaggiate, aventi diritto o che già abitavano negli alloggi popolari andati distrutti.

Inserire l'ATER dell'Aquila nel calderone di tutte le altre ATER vorrà dire distogliere l'azienda da questo sforzo unico e particolare. Credo che voglia dire non aver compreso la situazione attuale e verrebbe da pensare che possa essere ritenuto possibile solo da chi non ha mai visto de visu la situazione post sisma.

Vi è una terza considerazione. Già L'Aquila ha subito delle fusioni come il caso della ASL, dove si è voluto riunire Avezzano Sulmona L'Aquila, o del consorzio industriale, unendo aziende in gravi situazioni economiche, senza alcuna considerazione del buon governo e della buona amministrazione svolta dalla classe dirigente aquilana.

Vorrei ricordare che la fusione della ASL ha comportato il trasferimento sul bilancio della nuova ASL di 50 milioni di euro, che dovevano essere destinati alla ricostruzione dell’ospedale; manovra questa gestita dall’allora Assessore Venturoni, che tanti danni apportò e cercò di apportare alla città colpita dal sisma.

Confesso di nutrire il timore se non la certezza che parte degli essenziali finanziamenti necessari a ricostruire gli alloggi distrutti dell'ATER potrebbero finire a pareggiare i disastrosi bilanci delle altre ATER della Regione Abruzzo.

Ulteriore riflessione. Che nessuno dica che le fusioni debbano avvenire tutte in contemporanea, perché a questo punto qualcuno mi deve spiegare perché nella fusione delle aziende di trasporto pubblico, nonostante le pressioni del Comune dell’Aquila, dei rappresentanti regionali, provinciali dei sindacati e di categoria, l'AMA dell’Aquila è stata lasciata fuori, e tuttora lo è.

Se in questo caso si è ritenuto di procedere in tempi sfalsati, per quale motivo non si può fare per le ATER? Un'ultima considerazione. Il Presidente della Giunta Regionale d’Abruzzo è, come il Sindaco, responsabile in qualsiasi scelta di qualsiasi Assessore.

Chiedo pertanto al Presidente D'Alfonso di evitare di arrecare un danno così grave agli utenti dell'edilizia residenziale pubblica della Provincia dell'Aquila, attualmente senza alloggi e senza previsione di rientrare in essi, e al Comune dell’Aquila, che da più di cinque anni è costretto a vicariare una responsabilità che non gli appartiene.

L'Ater dell'Aquila confluirà nell'azienda unica quando avrà concluso la ricostruzione dei suoi alloggi, quando la nuova società regionale avrà i conti in ordine, e, certamente, dopo che l'AMA sarà stata coinvolta nella fusione del trasporto pubblico locale, altrimenti vorrà dire che questa Amministrazione regionale mantiene il comportamento schizofrenico della Giunta Chiodi.

 

Ultima modifica il Martedì, 24 Febbraio 2015 12:43

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